Storie di Instagram vs TikTok, chi vince? Secondo Josh Constine non ci sono dubbi, e la vera metrica da tenere d’occhio è quella che lui chiama “content density”, ossia densità del contenuto.

Poco importa che il futuro di TikTok negli USA sia tutto fuorché limpido, quella di Constine è una considerazione che prescinde dal contenitore ed ha più a che fare con la macro-categoria del micro-entertainment.

«Se aveste a disposizione solamente 15 secondi, cosa scegliereste di guardare? Una panoramica spontanea di un paesaggio o una scenetta che è stata progettata meticolosamente?», incalza Josh Constine, professione giornalista (ex Tech Crunch) e head of content di SignalFire.

«Guardarle richiede lo stesso tempo, ma sotto il profilo della cura e della creatività dietro alla loro realizzazioni esiste una distanza di diversi ordini di grandezza».

Costine la chiama Content Density, il fattore intrattenimento diviso per la durate del contenuto. Quante emozioni e sensazioni un contenuto è in grado di darti al secondo, detto in soldoni. È questa la chiave del successo per prodotti come TikTok o per i Reels di Instagram (ne abbiamo parlato qua). Ed è questa la ragione, continua il giornalista, che presto o tardi renderà le storie obsolete, o comunque tutto fuorché centrali.

 

 

Per i content creator questa è una legge piuttosto chiara. Sanno che per diventare virali devono sfruttare al massimo il tempo a disposizione, caricando di significato ogni singolo secondo della loro clip. È il motivo per cui prima di fare una storia su TikTok spesso deve venire scritto un copione, se una scena è sbavata o non perfetta viene rigirata una seconda volta e nel caso dei balletti o delle esibizioni musicali, prima c’è una lunga e faticosa sessione di prove per memorizzare e padroneggiare ogni mossa. Non fatevi ingannare, dietro i contenuti di TikTok non c’è improvvisazione. È il motivo per il quale spesso i creator dicono cose del tipo “non fatelo floppare, ci ho messo delle ore per farlo”.

 

 

Al contrario le storie su Instagram spesso vivono di un altro fattore: la familiarità. Non ci interessa vedere cosa o dove ha mangiato uno sconosciuto, ma la cosa si fa differente con i nostri amici o con gli influencer che già conosciamo. Scoprire dalle sue storie che un nostro amico è andato a vedere Tenet al cinema potrebbe diventare un futuro argomento di conversazione. Ed ecco che in questo modo anche Instagram produce engagement.

 

 

Eppure, conclude Constine, la bassa densità dei contenuti delle Storie fa sì che è molto raro che si decida di prestarvi molta attenzione. «Raramente decidiamo di dedicare più di una frazione di secondo ad ogni clip caricata su Instagram».