L’El Dorado è un luogo leggendario in cui si troverebbero immense quantità di oro e pietre preziose, oltre a conoscenze esoteriche antichissime… ma dove la storia si intreccia con la leggenda?
Innanzitutto El Dorado altro non è che l’abbreviazione spagnola di El Indio Dorado e in questo luogo, situato al di là del mondo conosciuto, i bisogni materiali sono appagati e gli esseri umani vivono in pace tra loro godendo della vita (secondo la leggenda).
Non c’è archeologo, studioso, curioso che non abbia provato almeno a fare delle ricerche per capire la veridicità di questo mito. In passato ci sono state spedizioni e missioni per cercare la città perduta, sono stati realizzati film, scritti libri e anche creati dei giochi da tavolo sul mito di El Dorado, che è paragonabile solo a quello di Atlantide per fama e nomea.
Ma quali sono le origini del mito?
La Leggenda
Nel 1534 giunse nel porto di Siviglia in Spagna una nave carica d’oro che suscitò stupore in tutta Europa: si trattava del trasferimento di un ingente bottino di guerra – circa dieci tonnellate d’oro e settanta tonnellate d’argento – che il conquistador Francisco Pizarro aveva in parte saccheggiato e in parte estorto alla popolazione del Perú come prezzo del riscatto per il loro sovrano, l’Inca Atahualpa (che in seguito verrà ucciso ugualmente dagli Spagnoli).
Il carico consisteva in pesanti lingotti d’oro e d’argento prodotti nelle fonderie del Nuovo Mondo:
Tutti i gioielli e oggetti appartenuti al tesoro reale degli Incas erano stati fusi per facilitarne il trasporto, distruggendo in questo modo un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore.
La vista di tale ricchezza che proveniva dalle terre appena conquistate alimentò la leggenda che al di là dell’Oceano doveva trovarsi il Paese dell’Eldorado, una regione dove l’oro scorreva a fiumi, ancora tutta da esplorare.
La leggenda sull’abbondanza di tutto quest’oro aveva comunque un fondo di verità, se dobbiamo credere ai racconti di alcuni cronisti antichi che erano stati informati dagli indigeni circa un curioso cerimoniale in uso presso la popolazione Muisca in Colombia.
Una volta all’anno il sovrano di Guatavita si faceva cospargere il corpo di polvere d’oro per trasformarsi nel Dorado, l’uomo tutto d’oro, il quale si recava insieme alla sua corte su un lago vicino a Santafé de Bogotá (l’attuale capitale della Colombia), e qui, navigando su una zattera colma di doni preziosi, offriva il suo tesoro agli dèi.
Per secoli gli esploratori hanno inseguito il miraggio dell’Eldorado, setacciando a costo della loro vita le foreste occidentali lungo il Rio delle Amazzoni: il Paese non venne mai trovato, ma egualmente il bottino fu ricco di oggetti, sculture e gioielli, tutti prontamente fusi nei calderoni.
Soltanto alla fine del secolo scorso ci si rese conto della preziosità dell’oreficeria precolombiana e nel 1892, dopo quattrocento anni dalla scoperta delle Americhe, vennero esposti per la prima volta in Europa i tesori che si erano salvati dalle fonderie.
Il Lago e il Rito
La laguna di Guatavita, un lago che si trova a Nord di Bogotà, è uno dei luoghi sacri del popolo precolombiano Muisca. Un rituale tenuto presso questo lago è riconosciuto essere alla base della famosa leggenda dell’El Dorado.
Prima dell’arrivo del conquistador Gonzalo Jiménez de Quesada che scoprì il sito, le popolazioni che vivevano quella zona vi praticavano dei riti religiosi molto particolari. Il rituale in questione comportava la scelta dello Zipa, la massima autorità della parte sud della Confederazione Muisca basata a Bacatà (odierna Bogotà), e casualmente uno dei doveri dello Zipa era quello di donare oro agli Dei Muisca.
La cerimonia prevedeva che lo Zipa (la massima autorità dei Muisca) si cospargesse la pelle di resina e polvere d’oro
e dopo essersi inoltrato fino al centro del lago con una zattera vi si sarebbe tuffato, effettuando delle abluzioni togliendosi la polvere d’oro di dosso. In seguito i fedeli gettavano nel lago altre offerte rituali, come ciondoli e monili preziosi.
Quando i conquistatori spagnoli scoprirono la pratica Muisca, diedero allo Zipa il nome di El Dorado “L’uomo d’oro”; ecco spiegata la nascita della leggenda sull’oro più famosa di tutti i tempi. Nella metà del XIV secolo, i conquistadores tentarono di prosciugare il lago, alcuni oggetti d’oro e d’argento recuperati nel fondo del lago sembrerebbero confermare la veridicità di questo rito, anche se finora le immersioni di ricerca in fondo al lago hanno rinvenuto un numero relativamente basso di oggetti preziosi. Altre tecniche di prosciugamento del lago vennero effettuate fino al 1929, quando cessarono del tutto queste attività.
Nel 1965 il governo colombiano dichiaró il Lago Guatavita un’area protetta, e lo è tutt’ora. Il lago continua ad attrarre molti turisti, amanti della natura e della bellezza paesaggistica del luogo, ma anche avventurieri temerari che credono fermamente alla leggenda di El Dorado.
Infondo, chi non ha mai sperato che la città perduta d’oro venisse prima o poi riportata alla luce?
Le Spedizioni
Per centinaia di anni, cacciatori di tesori e storici hanno cercato El Dorado, ma nonostante le numerose spedizioni in giro per tutta l’America Latina, la città dell’oro resta ancora una meravigliosa leggenda, con nessuna prova fisica a sostegno della sua esistenza.
Ci sono state molte spedizioni per trovare la città d’oro ovviamente tutte senza successo, ma con moltissime perdite umane
Diverse spedizioni sono state imbastite per trovare El Dorado fin dai tempi di Raleigh, ma nessuna ha avuto successo.
Monks Acana e Fritz, Don Manuel Centurion – Governatore di San Thome del Angostura, e gli imprenditori Nicholas Rodriguez e Antonio Santos, tutti hanno portato le loro spedizioni nella speranza di trovare la città perduta. Le ricerche purtroppo hanno solo portato la perdita di centinaia di vite – da quelli uccisi durante i tentativi di svuotare il lago Guatavita fino a coloro che sono morti durante la ricerca del passaggio dell’America Latina.
L’ultimo tentativo di trovare la città d’oro è avvenuto nel 2000.
Il monastero di Santo Domingo era alla ricerca di tunnel sotterranei Inca, quando hanno trovato una grande galleria sotto il monastero, ma non l’oro purtroppo. Poi, nel 2001, l’archeologo italiano Mario Polia ha scoperto un documento del 1600 che conteneva la descrizione di una città che potrebbe essere potenzialmente El Dorado.
All’interno dell’area, situata in Piramidi di Pantiacolla in Perù, gli strumenti e le prove di strutture artificiali sono stati recuperati, ma El Dorado rimane ancora un grande mistero.