Anche se di poco, i download dell’app Immuni continuano a crescere. Gli ultimi dati comunicati dal Governo parlano del superamento del traguardo dei 5 milioni di download.

Tanto, poco? La questione è dibattuta, ma già nei mesi scorsi diversi ricercatori avevano sostenuto che le app di contact tracing, proprio come l’italiana Immuni, non necessitano necessariamente di un’adozione superiore al 60% per dare risultati. E, infatti, sembra che l’app sviluppata dalla milanese Bending Spoons abbia dato un aiuto prezioso per arginare in tempo due focolai.

Nonostante l’appello del Governo, una parte importante della popolazione ha mostrato una certa diffidenza all’idea di scaricare l’app — la politica in questo non ha aiutato. Eppure l’app italiana, sotto il profilo dell’efficacia e della privacy, aveva ottenuto luce verde da uno studio del MIT, di cui avevamo parlato qui. Di recente l’autrice televisiva Chiara Galeazzi ha raccontato la sua personale esperienza con l’app, descrivendo cosa succede quando arriva la fatidica notifica, quella che avverte di una possibile esposizione al contagio.

Nel frattempo, l’app con i suoi 5 milioni di abitanti ha raggiunto il 13% della popolazione italiana dotata di smartphone compatibile.

Insieme ai contagi, cresce anche il numero di persone che scarica Immuni. Quest’ultima è tuttavia uno strumento di prevenzione, non di ‘reazione’: quindi è fondamentale che tutti gli italiani la scarichino prima possibile, per salvare vite ed evitare nuovi lockdown.

ha detto all’agenzia Adnkronos Stefano Denicolai, professore dell’Università di Pavia e membro della task force del Governo.