Gli scienziati tailandesi stanno stanno acchiappando pipistrelli nella speranza di comprendere meglio la genesi del virus SARS-CoV-2.

Il consenso scientifico continua a indicare i noti volatili notturni come il punto di partenza dell’intera pandemia. Più nello specifico, a ricollegarsi al coronavirus sembrerebbe principalmente i rhinolophus, più comunemente noti come “ferro di cavallo”. Per studiare meglio questa specie, i ricercatori si sono dati al trekking e hanno catturato centinaia di esemplari.

Il collegamento tra i rhinolophus e SARS-CoV-2 è stato a oggi riscontrato nello Yunnan, ovvero nella parte più meridionale della Cina. Ancora più a sud, una serie di riserve naturali tagliano il Laos e il Myanmar fino a raggiungere infine la Thailandia.

Queste giungle ospitano 19 specie diverse di pipistrelli ferro di cavallo, ma gli scienziati tailandesi hanno ammesso di non aver ancora testato nessuno di questi per il virus. Una mancanza che recentemente stanno risolvendo.

I ricercatori si sono quindi inerpicati sulle colline del parco nazionale di Sai Yok, nello Kanchanaburi, per piazzare 200 trappole in tre differenti complessi di caverne.

Il team, composto da membri della Croce Rossa tailandese specializzati nelle malattie infettive emergenti, ha raccolto dai chirotteri campioni di saliva, sangue e pelo. Gli animali sono quindi stati immediatamente rilasciati.

Gli scienziati hanno fatto le ore piccole, passando l’intera notte a raschiando con i tamponi le fauci di ogni tipo di pipistrello che finiva ingarbugliato nelle reti, così da riuscire a ottenere uno spaccato quanto più ampio possibile del panorama corrente.

A chiedere e a guidare l’operazione è la professoressa Supaporn Wacharapluesadee, la quale ricorda al mondo intero che la pandemia non ha confini e che, visto che Covid-19 può essere trasmesso dai pipistrelli, il virus potrebbe raggiungere una qualsiasi delle nazioni limitrofe.

 

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