Nei prossimi 15 anni i deepfake saranno il pericolo numero uno dei crimini informatici legati alle intelligenze artificiali.

A rivelarlo è la University College of London (UCL) attraverso una ricerca pubblicata sulla testata accademica Crime Science. Nel suddetto testo, i ricercatori hanno classificato venti possibili modi in cui le IA potrebbero facilitare i delitti del futuro e la creazione di prodotti audio/video fasulli scala la vetta delle insidie preventivate.

I potenziali danni causati dalla diffusione di deepfake sono stati valutati da un gruppo di 31 esperti informatici come il tranello più rovinoso della sfera digitale, se non altro perché può risultare lesivo su molteplici livelli.

Difficili da riconoscere e bloccare, le clip fasulle potrebbero essere infatti usate per frodi, ricatti e attacchi politici a figure pubbliche. Non solo, dopo le prime esperienze nefaste, le persone finirebbero col diffidare definitivamente dell’attendibilità dei supporti digitali, andando a enfatizzare criticità che già affliggono la Rete.

Le persone passano oggi online una grande parte delle loro vite e le loro attività online possono creare o distruggere reputazioni. Una simile paesaggio, ovvero un ambiente in cui i dati sono proprietà e potere d’informazione, si presta idealmente ad attività criminali che sfruttano tecnologie basate sulle intelligenze artificiali.

A differenza di molti dei crimini tradizionali, i crimini perpetrati nel regno digitale possono essere facilmente condivisi, replicati e persino venduti, consentendo alle tecniche criminali di essere immesse sul mercato e ai crimini di essere offerti al pari di un servizio. Questo vuol dire che i criminali possono appaltare gli aspetti più complessi dei loro crimini a sfondo IA,

ha dichiarato l’autore a capo della ricerca, il dottor Matthew Caldwell dell’UCL Computer Science.

Oltre al pericolo rappresentato dai deepfake, l’elenco stillato mette in guardia anche dai servizi etichettati fraudolentemente come IA-generated, dalla diffusione di droni ladruncoli pronti a infiltrarsi nelle case e dalla possibilità di subire lo stalking digitale.

 

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