Soulgivers: scacchi nello spazio profondo

Abbiamo provato in anteprima per voi Soulgivers, un progetto Kickstarter tutto italiano che verrà lanciato a settembre. Venite con noi a scoprire questo enigmatico gioco da tavolo: conquista il frammento, assorbi le anime, salva il tuo popolo!

L’anteprima di Soulgivers, il gioco di cui vi parleremo oggi, è qualcosa a cui abbiamo iniziato a lavorare mesi fa. Causa circostanze decisamente improrogabili, la campagna è stata spostata da Marzo fino a Settembre ed ora che abbiamo una data definitiva per il lancio (15 Settembre, segnatelo sul calendario!) vi vogliamo parlare di questo particolarissimo gioco astratto dalla lore enigmatica e dalla produzione tutta italiana.

 

 

 

 

Storie di Gusci e di Spettri

Il gioco di cui stiamo parlando è un progetto kickstarter che abbiamo avuto modo di provare in anteprima. Materiali e regolamento non sono quindi quelli definitivi ed aggiorneremo l’articolo quando avremo modo di mettere le mani sul prodotto a fine campagna.

Un universo che si sta sgretolando. Due popoli di viaggiatori interstellari affetti da una malattia chiamata Decadenza destinata a farli scomparire. Un Frammento, dai poteri mistici in grado di fermare questa distruzione ma solo per uno dei due popoli. Una guerra senza fine.

Questa è in poche parole la lore di Soulgivers, gioco astratto per 2 giocatori che ci vede sfidare su una mappa modulare per cercare di portare l’agognato Frammento nella nostra base. Per farlo dovremo usare i nostri Soulgiver e le loro abilità speciali, facendo assorbire ai nostri eroi le anime e le abilità dei loro compagni caduti in battaglia.

La mappa è composta da un quadrato di 25 tessere posizionate casualmente ad inizio partita. Al centro di essa verrà messo il Frammento, che è il fulcro attorno al quale ruota il gioco. Ogni giocatore dovrà scegliere un popolo (Gusci o Spettri) e prendere i materiali corrispondenti.

 

Una panoramica del campo di gioco visto dall’alto. Gusci e Spettri si distinguono per il colore arancione o azzurro

 

Ogni giocatore avrà a disposizione un mazzo di 10 carte rappresentante i suoi Soulgivers, ognuno di essi con abilità speciali: alcuni potranno spostarsi velocemente, altri potranno modificare il campo di gioco, altri ancora saranno in grado di sconfiggere i Soulgivers avversari o proteggere i propri.

All’inizio della partita ogni giocatore sceglierà tre Soulgivers con cui iniziare e mescolerà gli altri a formare un mazzetto. Ogni turno ogni giocatore potrà muovere e compiere azioni con ognuno dei suoi Soulgivers. Non si possono ripetere più azioni uguali con lo stesso Soulgiver; inoltre alcune di queste azioni (come Raccogliere il Frammento o Attaccare) richiedono una risorsa Tributo, delle quali ne vengono fornite solo tre ogni turno.

 

Il Patcher dei Gusci ha assorbito l’Anima del suo compagno Spacewalker caduto in battaglia

 

Un dado posto sulla carta di ogni Soulgiver ci indicherà qual è il suo livello di Decadenza ed alla fine di ogni turno dovrà essere aumentato di uno. Quando l’indicatore di Decadenza raggiunge il numero 6 il Soulgiver corrispondente sarà distrutto.

La distruzione di un Soulgiver non è la fine, tuttavia. Quando un Soulgiver viene distrutto al suo posto viene messa una speciale pedina chiamata Anima. Qualunque Soulgiver suo alleato dovesse passare sopra la pedina, la combinerà con la sua pedina ed acquisirà le abilità speciali del Soulgiver distrutto.

La partita continua fino a quando una delle due fazioni non riesce a portare il Frammento nella casa base, vincendo la partita e salvando le sorti del proprio popolo.

 

L’Architect ha assorbito l’anima di un Runner ed ora si prepara allo sprint finale

 

 

Astract Wars

Quando ho letto per la prima volta l’ambientazione ed il manuale di Soulgivers sono rimasto piuttosto confuso. L’aspetto era quello di un gioco astratto, ma era stato messo un sacco di impegno nel creare un mondo che si può vedere riflesso solo nelle illustrazioni (oniriche e bellissime) delle carte.

Questa sensazione aliena non veniva restituita dalla plancia che, da buon astratto, non presenta nulla che non sia essenziale. Niente miniature, poche icone ben riconoscibili: la lotta per la galassia condensata in forme semplici e dirette.

 

Se Sonic fosse stato creato dai Grandi Antichi

 

Eppure Soulgivers mi ha conquistato. Il gioco è scacchistico e spietato, lasciando poco margine di manovra se si fa la mossa sbagliata al momento sbagliato. La mappa generata casualmente ed in continuo mutamento apre scenari sempre interessanti, come la combinazione di differenti Soulgiver con cui ogni giocatore decide di iniziare la partita.

Il fattore alea è ridotto al minimo, con l’eccezione delle carte Soulgiver che pescherete per sostituire i vostri soldati caduti in battaglia e le carte Anomalia, poteri speciali one shot che potrete giocare dalla vostra mano. Lo scontro è una sfida dove la fortuna non riuscirà certo a ribaltare le sorti della partita ma che contribuirà a creare scenari sempre differenti ed interessanti.

I materiali sono, senza mezzi termini, spaziali (perdonatemi il gioco di parole). Lo stile minimal mi piace da impazzire ed anche se è un prototipo, le pedine si incastrano tra di loro con un magnetico “CLACK” che non può che dar soddisfazione. Le illustrazioni sembrano quadri di Dalì dopo aver guardato 2001: Odissea nello Spazio e contribuiscono a dare quel senso di alieno e spazio profondo che permea questo gioco.

 

“O sapevo, me so scordato a mascherina”

 

 

Lost in Space

Pur con tutti questi pregi, rimane un’incognita: c’è davvero così tanta sovrapposizione fra quelli a cui interessa la lore di questo gioco e quelli a cui interessa un gioco astratto?. Per quanto il mondo che i ragazzi del progetto Soulgivers hanno creato sia affascinante e grimdark al punto giusto, non emerge in maniera così prepotente durante il gioco.

Non aspettatevi nulla di narrativo insomma: Soulgivers si rivolge sopratutto a chi apprezza i giochi astratti e ci spruzza sopra una interessante patina di lore, non a chi vuole una esperienza fantascientifica con storia e colpi di scena. Non che ci sia qualcosa di male in tutto ciò, sia chiaro, è che giustamente bisogna tarare le proprie aspettative di conseguenza.

 

Le pedine delle anime sono la parte che preferisco dei materiali ma, anche se sembrano deliziose, non sono commestibili. Non chiedetemi come faccio a saperlo.

 

Altro dubbio che mi è rimasto è sul bilanciamento delle abilità dei diversi Soulgiver. Alcuni hanno abilità che li rendono fondamentali per ogni strategia, mentre altri sono, nel migliore dei casi, estremamente situazionali. Significa che solo alcune strategie sono quelle giocabili mentre le altre sono inutili? certo che no, le variabili durante la partita sono troppe per poterlo affermare.

Quello che credo, però, è che nel tempo alcune “aperture” diventeranno standard e che la vera partita tra giocatori esperti avverrà soltanto nel testa a testa che ne conseguirà. Avete presente quando giocate ad Hive ed immancabilmente piazzate il ragno come prima tessera? Ecco.

 

“Ragazzi, vi va un po’ di antimateria al forno? è come la faceva nonna”

 

In conclusione di questa anteprima di Soulgivers mi sento solo di dire che settembre non può arrivare abbastanza in fretta per gli amanti della fantascienza e dei giochi astratti. È una chicca davvero imperdibile, con una cura di gameplay e dei materiali che davvero è fuori dal comune. Ancora nulla si sa sul prezzo che troverete in campagna Kickstarter, ma sono sicuro che chiunque si lascerà catturare dall’orizzonte degli eventi di questo capolavoro made in Italy non se ne pentirà.

 

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