Stromboli: un sentiero porterà fino a quota 400 metri e ci sarà un sistema di allerta precoce

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Un nuovo sentiero sullo Stromboli per arrivare a quota 400 metri: la notizia arriva qualche giorno dopo che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha annunciato che saranno in grado di evidenziare precocemente variazioni anomale dell’attività del vulcano.

Al via da oggi i lavori sullo Stromboli, da parte dell’Azienda foreste demaniali, per la realizzazione di un sentiero che, partendo dal centro abitato, raggiungerà quota 400 metri sul vulcano.

Questo sentiero sfrutterà, in parte, un camminamento già esistente e consentirà di effettuare escursioni per assistere alle esplosioni del vulcano in tutta sicurezza.

I lavori sarebbero dovuti iniziare un paio di mesi fa e del progetto si parlava già dall’inizio di quest’anno, ma tra progettazione e realizzazione i tempi si sono allungati anche per via dell’emergenza sanitaria che ha bloccato tutto.

La notizia del via ai lavori per il sentiero arriva a qualche giorno rispetto a quella data dall’Istituto nazione dei geofisica e vulcanologia (INGV) secondo cui,  grazie a una nuova analisi della crisi eruttiva della scorsa estate, saranno in grado di realizzare un sistema di allerta precoce.

In particolare, un gruppo di ricercatori dell’INGV e dell’Observatorio Geofísico Central dell’Instituto Geográfico Nacional (IGN, Spagna) ha studiato a posteriori i dati sismici ed i segnali registrati da un dilatometro da pozzo installato sull’isola di Stromboli trovando delle variazioni del sistema vulcanico a partire da circa un mese prima dell’evento del 3 luglio 2019.

Nell’analisi dei dati del dilatometro, applicando un opportuno algoritmo per il riconoscimento di transienti nelle serie temporali, i ricercatori hanno evidenziato una variazione del segnale 10 minuti prima del parossismo del 3 luglio e 7,5 minuti prima del parossismo del 28 agosto 2019.

Il condotto del vulcano Stromboli è occupato nella parte più superficiale da magma povero in gas e ricco in cristalli, nella parte più profonda, invece, da magma ricco in gas ma povero in cristalli. Durante le normali esplosioni stromboliane viene espulso il magma superficiale, di colore nero, mentre il magma più profondo riempie il condotto in risalita.

Ha spiegato Giovanni Macedonio, fisico dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e coautore della ricerca.

Il magma ricco in gas e povero in cristalli viene emesso durante i parossismi. Questo è il motivo per cui è generalmente riconosciuto che le esplosioni parossistiche sono innescate dalla rapida risalita di questo magma da una zona situata a 5-10 km di profondità. La sua rapida ascesa provoca inflazione e oscillazione del condotto superiore.

Ha aggiunto la vulcanologa dell’Osservatorio Etneo dell’INGV Sonia Calvari, coautrice dello studio.

Sarà quindi possibile in futuro evidenziare fasi di attività sismica anomala che possono precedere anche di settimane l’attività parossistica e si potrà anche creare un sistema di allerta precoce.

Insomma sembra che il futuro di chi voglia fare escursioni sul vulcano sia sempre più roseo e sicuro.

 

 

 

 

 

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