Sembra che Netflix abbia dato il benservito a Mel Gibson, dopo il riemergere di alcune accuse di antisemitismo da parte dell’attrice Winona Ryder.
Mel Gibson si trova di nuovo al centro di polemiche, per via di alcune frasi antisemite che avrebbe rivolto diversi anni fa all’attrice Winona Ryder, e che sono riemerse nei giorni scorsi causando un polverone tale che sembra che Netflix abbia deciso di escluderlo dal sequel di Galline in Fuga.
L’attore e regista era stato la voce di Rocky nel film originale del 2000, che fu un grande successo e portò a casa diverse nomination ai BAFTA e ai Golden Globe. I fatti di cui è accusato risalirebbero al 1995, durante una festa privata. Winona Ryder ha raccontato di trovarsi ad una festa insieme ad un suo amico, e ad un certo punto è venuto fuori l’argomento della sua religione.
L’attrice è infatti di fede ebraica e il suo vero nome è Winona Laura Horowitz. E Gibson si sarebbe rivolto a lei chiedendole “You’re not an oven dodger, are you?”, con quell’ “oven dodger” che in italiano suona più o meno come qualcuno che è scappato dai forni, un terribile riferimento agli orrori dei campi di concentramento.
Il racconto dell’attrice non si ferma qui però, e ricorda anche che Gibson, una volta saputo dell’omosessualità dell’amico che accompagnò Winona Ryder alla festa in questione, gli abbia chiesto “Aspetta, non mi trasmetterai mica l’AIDS?”.
Ne emergerebbe un quadro disgustoso dell’attore e regista, che secondo Winona Ryder si sarebbe poi scusato per il suo comportamento. Gibson però dal canto suo, tramite un suo agente ha bollato le frasi dell’attrice come false al 100%.
Insomma una disputa che probabilmente si lascerà dietro diversi strascichi.