Virgin punta alle stelle e annuncia di aver iniziato a lavorare con la NASA per vendere al pubblico i biglietti per i viaggi nello spazio.
Virgin Galactic si è sempre concentrata sul proporre e organizzare viaggi turistici limitati allo spazio sub-orbitale, ma grazie all’accordo ufficializzato oggi l’azienda sarà in grado di estendere le sua influenza fino all’International Space Station.
Impossibilitata a raggiungere la stazione ISS con le proprie forze, Virgin ha siglato un patto commerciale con la NASA che le permette di inserirsi nelle missioni formali. Molte delle navicelle impegnate nelle spedizioni viaggiano infatti al di sotto della loro capacità massima e la ditta è pronta a mettere sul mercato proprio quelle poltrone rimaste vuote.
Il comunicato ufficiale ha evitato accuratamente di nominare SpaceX o Elon Musk, ma ogni indizio porta a credere che Virgin si occuperà in futuro di procacciare clienti da far salire sulla navicella Crew Dragon e sulle sue omologhe.
Così facendo, Virgin Galactic massimizza le sue risorse e limita gli sprechi. Evita infatti di imbarcarsi in un’onerosa gara tecnologica e, mettendo in campo le proprie basi spaziali e i propri centri di addestramento, trae il massimo guadagno nel piazzare un servizio erogato da terzi.
Siamo emozionati di unire le forze con la NASA su questo programma di voli spaziali orbitali e privati, il quale non solo ci permetterà di usare le nostre piattaforme spaziali, ma concederà alla NASA e ad altre aziende di accedere alle nostre infrastrutture di addestramento,
ha dichiarato George Whitesides, CEO di Virgin Galactic.
Poco sorprendentemente, la notizia è stata accolta con una gioia deflagrante dal Mercato. A poche ore dalla firma del “Space Act Agreement” le quotazioni di Virgin Galactic sono salite del 13 per cento.
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