Il nuovo coronavirus era presente a Milano e Torino a dicembre, più di due mesi prima che fosse rilevato il primo caso: è stato scoperto in uno studio dell’istituto sanitario nazionale sulle acque reflue.

I ricercatori dell’istituto ISS dichiarano di aver scoperto tracce genetiche di SARS-CoV-2 in campioni di acque reflue raccolte a Milano e Torino alla fine dello scorso anno, e Bologna a gennaio.

Questo dimostra che il virus è arrivato in Italia nello stesso periodo in cui è stato segnalato per la prima volta in Cina nonostante il primo caso italiano sia stato ufficialmente identificato a metà febbraio.

I risultati

aiutano a capire l’inizio della circolazione del virus in Italia

ha detto l’ISS.

L’Italia è stata la prima nazione europea a essere colpita dal virus e la prima al mondo a imporre un blocco a livello nazionale. Il primo caso noto, a parte un paio di turisti cinesi in visita, fu un paziente nella città di Codogno, in Lombardia.

Il 21 febbraio il governo ordinò la chiusura di Codogno, seguita da altre nove città in Lombardia e Veneto.

L’esperta di qualità delle acque dell’ISS Giuseppina La Rosa e il suo team hanno esaminato 40 campioni di acque reflue da ottobre 2019 a febbraio 2020.

Dal 2007 con il mio gruppo portiamo avanti attività di ricerca in virologia ambientale e raccogliamo e analizziamo campioni di acque reflue prelevati all’ingresso di impianti di depurazione.

Spiega Giuseppina La Rosa del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha condotto lo studio in collaborazione con Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica veterinaria.

Lo studio ha preso in esame 40 campioni di acqua reflua raccolti da ottobre 2019 a febbraio 2020, e 24 campioni di controllo per i quali la data di prelievo (settembre 2018 – giugno 2019) consentiva di escludere con certezza la presenza del virus.

I risultati sono stati confermati in due diversi laboratori con due differenti metodiche e  hanno evidenziato presenza di RNA di SARS-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano e Torino il 18/12/2019 e a Bologna il 29/01/2020. Nelle stesse città sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio 2020, mentre i campioni di ottobre e novembre 2019, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi.

Questa ricerca può contribuire a comprendere l’inizio della circolazione del virus in Italia e fornisce informazioni coerenti rispetto ad altri risultati ottenuti dall’analisi retrospettiva su campioni di pazienti ospedalizzati in Francia, che identificavano un positivo al SARS-CoV-2 in un campione respiratorio, quindi clinico, risalente alla fine di dicembre 2019, e a un recente lavoro spagnolo che ha rinvenuto RNA di SARS-CoV-2 in campioni di acque reflue raccolte nella metà di gennaio a Barcellona, circa 40 giorni prima della notifica del primo caso autoctono.

 

 

Sistema di rilevazione precoce

Dall’inizio dell’epidemia, i ricercatori di tutto il mondo hanno seguito la diffusione del coronavirus attraverso le acque reflue e le fogne, trovando tracce genetiche da Brisbane a Parigi e Amsterdam.

Dato il gran numero di casi di coronavirus che presentano pochi o nessun sintomo, il test delle acque reflue è visto come un potenziale modo per segnalare la presenza del virus anche prima che i primi casi siano confermati clinicamente in aree non toccate dall’epidemia o in cui è ormai diminuita.

L’ISS ha affermato di aver sollecitato il ministero della salute a coordinare regolarmente la raccolta di campioni nelle fognature e all’ingresso degli impianti di depurazione

come strumento per rilevare e monitorare la circolazione del virus in diversi territori in una fase precoce.

Sta inoltre lanciando uno studio pilota su siti prioritari identificati nelle località turistiche a luglio e prevede di istituire una rete nazionale di sorveglianza delle acque reflue entro l’autunno.

 

 

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