Boeing ha mostrato l’abitacolo della sua capsula spaziale CST-100 Starliner ricreato in realtà virtuale. Viene spontaneo fare un paragone con le linee futuristiche della Crew Dragon di SpaceX.

Nel 2014 la NASA ha affidato a Boeing e SpaceX il compito di progettare i veicoli spaziali che avrebbero, finalmente, riportato gli astronauti americani sulla Stazione Spaziale Internazionale eliminando la dipendenza dai Soyuz della ROSCOSMOS.

A distanza di sei anni dall’assegnazione degli appalti, SpaceX ha lanciato con successo la sua Crew Dragon usando il razzo Falcon 9. Missione compiuta, per dirla alla Elon Musk: «il trampolino funziona».

Boeing è ancora in alto mare, e per la prima missione verso l’ISS con un suo veicolo bisognerà aspettare ancora un bel po’: si parla di aprile del 2021. Tuttavia, proprio in questi giorni il titano dell’aviazione americana ha mostrato per la prima volta le immagini della sua capsula spaziale CST-100 Starliner.

Vale la pena di fare un confronto tra l’abitacolo della Crew Dragon e quello della CST-100: le scelte di stile e funzionalità adottate dalle due compagnie private non potevano essere più diverse.

 

L’abitacolo dello SpaceX Crew Dragon

Quando all’inizio di questo mese la Crew Dragon ha raggiunto l’ISS nella sua prima vera missione con un equipaggio umano a bordo, le immagini dell’abitacolo e dei comandi della capsula ci avevano a dir poco impressionato.

 

 

SpaceX aveva portato lo stile minimale di Tesla nello Spazio, con un cockpit ripulito da pressoché ogni leva, manopola e pulsante che eravamo abituati ad associare agli Shuttle della NASA. La maggior parte dei comandi della capsula sono affidati a tre schermi touch.

 

 

La NASA aveva spiegato che la maggior parte delle manovre della Crew Dragon avvengono a livello automatico, e che di conseguenza i casi in cui gli astronauti sono costretti ad usare i controlli touch manuali si contano sulle dita di una mano.

Non era comunque mancato chi aveva sollevato dubbi sulla sicurezza della soluzione adottata dalla SpaceX, implicando che usare uno schermo touch per gestire tutto avrebbe potuto esporre gli astronauti al rischio di guasti.

 

L’abitacolo del Boeing CST-100 Starliner

Le immagini del cockpit ci arrivano grazie ad un’inedita collaborazione tra Boeing e Varjo, una startup finlandese specializzata nello sviluppo di tecnologie e ambienti in realtà aumentata e virtuale.

 

 

Boeing vuole che gli astronauti siano in grado, già adesso, di prendere confidenza con l’ambiente e i comandi della CST-100 Starliner all’interno di una simulazione “fotorealistica”.

L’abitacolo della capsula spaziale di Boeing è un tripudio di manopole, levette, monitor e tastiere. Ci verrebbe da usare l’espressione “un tuffo nel passato”, non fosse che gli standard creati da SpaceX fino a pochi giorni non esistevano nemmeno all’interno dell’immaginario comune. Forse è allora più corretto dire che si tratta di un ritorno alla normalità.