Il sindaco di un piccolo Comune italiano ha emesso un’ordinanza per vietare l’installazione o l’attivazione, sul territorio comunale, di impianti con tecnologia 5G, ma nemmeno 4G+, 4GPLus e 4G Evolution.
Protagonista di questa controversa decisione è Giuseppe Zarcone, primo cittadino di Monastero Vasco, paese di 1.300 anime in provincia di Cuneo, dove sia opposizione che maggioranza si sono opposte con forza all’installazione di un’antenna in paese.
L’ordinanza è stata firmata in attesa “dell’emanazione della metodologia per le valutazioni preventive definite da ISPRA/ARPA e sino all’emanazione della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea e prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo”.
Nella sua missiva, il primo cittadino Zarcone cita un documento risalente al 2011 in cui la IARC (International Agency for Research on Cancer) classificava i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come “possibili cancerogeni per l’uomo”.
Ad ulteriore suffragio della sua decisione, il sindaco ha inoltre sottolineato come: “il 1° novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali, dal quale è emersa una chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore. Il rapporto aggiunge anche che esistono alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali”.