Massima priorità alla digitalizzazione e al 5G, queste sono le basi del piano di rilancio suggerito dagli Stati Generali voluti dal governo Conte.
Rinchiuso in Villa Pamphilj, il Governo si prepara a mostrare alle forze sociali il masterplan noto come “Progettiamo il rilancio”, un piano di rilancio in nove punti che pone massima importanza all’ottimizzazione della connettività italiana.
Il proposito di investire nella Rete non giunge inatteso: gli Stati Generali sono nati con l’intenzione di discutere le proposte messe sul tavolo dalla task force guidata da Vittorio Colao, un gruppo di esperti che aveva già notificato la necessità di alzare il limite massimo di emissione elettromagnetica del 5G.
D’altronde la pandemia ci ha fornito una prova pragmatica di quanto già si sapeva, ovvero che l’Italia sia appesantita da infrastrutture digitali limitate e in molti casi obsolete. Al grido di ”tutti connessi”, il Governo dice ora di voler rimediare e propone che la fibra ottica sia estesa a tutta la nazione e che il 5G sia supportato con forza.
L’intenzione è quella di ridurre il divario digitale, ovvero appianare la disparità che separa le possibilità tecnologiche delle metropoli da quelle dei paesi periferici. Il cosiddetto “internet ultraveloce” dovrebbe quindi raggiungere anche i punti più remoti della nazione, garantendo il consolidamento di realtà ancora aliene al Bel Paese quali l’Agricoltura 4.0.
Parallelamente dovrebbero intensificarsi la cybersicurezza, l’uso di intelligenze artificiali e dei servizi di cloud, ma si è parlato anche di calcare la mano sui pagamenti digitali e di portare avanti il controverso piano Cash less, percorso che, a ben vedere, si sta iniziando già ad applicare.
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