L’Unione Europea si prepara a presentare accuse formali contro Amazon, il procedimento potrebbe scattare già durante la prossima settimana.
L’accusa è quella di elaborare i dati prodotti dai venditori terze parti per ottenere un indebito vantaggio su di loro. Da una parte troviamo la galassia di prodotti di ogni tipo venduti sull’e-commerce dalle aziende terze, dall’altra il numero crescente di prodotti venduti da Amazon direttamente, o usando sub-brand.
Ogni volta che un prodotto viene ricercato dagli utenti, ogni volta che viene messo nel carrello, ogni volta che viene mandato indietro o acquistato nuovamente, ogni volta che tutto questo succede, Amazon ottiene informazioni preziose, che poi userebbe per decidere in quale business inserirsi a sua volta —mettendosi in competizione con le aziende che vendono sul suo e-commerce—, e come posizionare i suoi prodotti.
L’e-commerce ha anche un altro vantaggio: a differenza di ogni altro venditore sulla piattaforma, il colosso conosce il funzionamento degli algoritmi. Banalmente perché, la piattaforma, è di sua proprietà. In questo modo si porrebbe come creatore delle regole, arbitro e giocatore.
Tutte questioni che in passato hanno messo Amazon al centro dello scrutinio degli esperti e dei regolatori. Nel 2018 Margrethe Vestager aveva annunciato che l’Antitrust dell’UE aveva condotto un’indagine sulle pratiche commerciali del colosso; poi nel 2019 un’altra indagine ancora sul rapporto tra e-commerce e venditori terzi, oltre che sull’utilizzo dei dati da parte del colosso, ma fino ad oggi nulla si era mosso.
Se la prossima settimana, come suggeriscono il Wall Street Journal e The Verge, la Commissione presenterà formali accuse contro Amazon, prima del verdetto potrebbe dover passare almeno un anno. E se l’UE accerterà una violazione, l’azienda potrebbe dover pagare una maxi-sanzione fino al 10% del suo fatturato.
Amazon non ha risposto alle richieste di delucidazioni da parte delle principali testate internazionali.
Amazon contro il Mondo: