Alessandro Paolucci è un laureato in filosofia che nel 2011 decise di aprire un profilo twitter quanto meno singolare: da allora è @Dio per tutti su internet.

Credere di essere un’altra persona attraverso un profilo sui social all’inizio era solo un gioco, ma i follower aumentavano di centinaia in centinaia ogni giorno, gli aforismi funzionavano e richiamavano sempre più contatti. Ci sono stati i premi come i “Twitter Awards” e le prime possibilità lavorative.

Ad oggi Alessandro Paolucci, che lavora in un’agenzia di comunicazione, è un influencer che risponde alle grandi domande della vita, gioca con la satira e a volte cerca di dare anche dei buoni consigli ai suoi fedeli.

Ha un vizio, quello di entrare sempre nel bagno delle donne, perché c’è scritto Signore.

Nel 2019 è uscito il suo primo romanzo “Cercasi Dio anche senza Esperienza” (o secondo libro come lo intende Lui dopo il primo best seller) e in questo periodo di pandemia ci sembrava il momento giusto di fargli qualche domanda, alle quali ha risposto a modo suo ovviamente, è pur sempre il fondatore e CEO dell’Universo.

 

Prima di iniziare mi permetto di chiederle se le dobbiamo dare del Lei o del Voi.

Data la Trinità, gradirei che mi si desse dell’Essi, ma questo nella pronuncia sarebbe troppo simile a Lassie, cioè un cane. E qui la blasfemia sale già oltre il livello di guardia, quindi diamoci del Lei.

 

Salve Dio, benvenuto su Lega Nerd. Subito una domanda a bruciapelo, che cosa pensa di noi nerd? Il più delle volte siamo degli smanettoni tecnologici e fan delle teorie scientifiche? Ha una parola buona anche per noi?

I nerd sono fan della scienza oggi, ma anticamente i migliori nerd erano monaci, teologi, tutta gente nostra. Pensi a San Tommaso D’Aquino, grande secchione e grande fan di Evangelion…

 

Il 20 per noi Nerd rappresenta un tiro di dado molto fortunato, pensavamo che il doppio 20 fosse un colpo critico raddoppiato. Come mai ha scelto questo particolare anno nell’inviarci l’Apocalisse?

Lei ha interpretato molto bene la numerologia. Ad esempio, con certe armi, come ben sa, il critico si fa non solo con il 20, ma anche con il 19, e infatti cosa c’era di critico nel 1919? L’influenza spagnola.

Tutto torna.

 

Quanto è difficile essere Dio in generale e in tempi di pandemia e sapere che le persone si aspettano il Signore da lei, sempre?

In realtà fare Dio è molto semplice: se dovessi attenermi al ruolo originale, proprio uguale uguale, basterebbe non rispondere mai, ma così sarebbe poco divertente.

Quello che cerco di fare è tirarmi fuori dalle vicende umane e dal giudizio diciamo troppo ravvicinato, e guardarle dall’alto per giudicarle meglio, ovviamente per deriderle, come farebbe un essere onnipotente saggio e bulletto come piace ai fedeli.

 

In questo periodo tutti la cercano, in ogni luogo e in ogni lingua e ultimamente anche in malo modo: come gestisce tutta questa pressione?

Metto lo Spirito Santo in Modalità Aereo. Me l’ha consigliato il mio analista.

In effetti, sarà la quarantena che mi forza a stare sui social, ma li sopporto molto meno di prima, e mi disconnetto volontariamente. Ad esempio, Lei mi ha mandato queste domande di domenica, il mio giorno di riposo, e infatti le ho viste il lunedì.

Chi è Dio?

L’ospite più ingombrante che teniamo nella testa. Non lo sfrattiamo, perché dopo tutto questo tempo ci siamo affezionati, però insomma, diciamo che si prende i suoi spazi.

Io per renderlo più reale l’ho messo in un profilo social e ora sta lì come fonte di sicurezza e autostima: quando mi sento depresso e vulnerabile mi metto nei panni di Dio e tutto passa.

Credo che a breve andrò in terapia, per questo.

 

Lei è considerato un influencer, ma forse andando a ritroso è uno dei primissimi influencer che la storia ricordi.

Se ti riferisci alla storia antica, sì, considerando che Dio ha convinto un faraone a lasciare andare i suoi lavoratori. Poi dopo li ha rincorsi con l’esercito, quando ha realizzato che le piramidi non si costruiscono da sole, ma sul momento si era decisamente fatto influenzare.

 

Ci tolga qualche curiosità anche nerd, ha influenzato lei J.J. Abrams per il finale di Lost?

A quanto pare J.J. ha fatto tutto da solo, non mi risulta ci siano stati interventi divini in quella roba (e se anche ci fosse non mi sembra una cosa da mettere sul curriculum).

Comunque, sarà una coincidenza, ma J.J. sono anche le iniziali di Jar Jar, personaggio anche lui noto per il suo acume.

 

Le sue giornate tipo quali sono?

La domenica è decisamente la mia giornata tipo.

Di fronte al male e alla cattiveria che c’è nel mondo, come reagisce?

Cerco qualcuno a cui dare la colpa, e finora ha funzionato, ci avete creduto. Questo vuol dire che sono ancora un bravo influencer.

 

Il suo punto di vista sull’amore?

È stata una buona invenzione. Mi serviva qualcosa per convincervi a riprodurvi, e quindi a sposarvi (e quindi a sposarvi in chiesa), cosa che in condizioni di lucidità e raziocinio non fareste mai.

E poi diciamocelo, l’accoppiamento è una roba pulp, anche poco igienica.

 

 

Torniamo alle nostre passioni più nerd, cosa pensa dei supereroi, qual è il suo preferito e ovviamente per quale motivo?

Per molto tempo ho avuto un debole per Superman, anche se a tratti mi identificavo un po’ in Lex Luthor, aveva un’approccio interessante, era difficile decidersi.

Poi Alan Moore ha inventato il Dottor Manhattan, e niente, ha vinto lui.

 

Thanos voleva dimezzare metà della popolazione. Un po’ troppo cattivello vero?

Un dilettante. Perché stare lì a dimezzare, che poi devi fare i conti e ricontrollare tutto, quando si può mandare un Diluvio?

 

Jude Law è stato scelto da lei per la serie Tv, si sta comportando bene?

Quella serie è un capolavoro, devo ancora pagare una cena a Sorrentino.
Quanto al buon Jude, anche se porta il nome di Giuda, devo dire che in tv mi sta dando delle soddisfazioni, ma quando gli propongo sul serio la carriera ecclesiastica poi dice di no.

Ecco le conseguenze dell’Illuminismo, molto male.

 

Il suo film preferito?

Il Dottor Stranamore, di Kubrick, adorabile e inimitabile satira dell’abuso di potere e della distruzione totale.

“Io non dico che non ci costerà nulla, però dico: non più di 10, 20 milioni di morti, massimo!”

 

Lo smart working ora sembra esploso, ma lei ci insegna che sono più di 2000 anni che si prega in ogni situazione della casa. Cosa ne pensa?

Qua entriamo nel  linguaggio tecnico del marketing, disciplina inventata – come certamente saprà – da noi.

La preghiera è l’attività di engagement volta fidelizzare il cliente e a mantenere la topofmindness del brand: serve per fare in modo che si ricordino di noi durante il giorno, tutti i giorni, dovunque si trovino, e quindi è sicuramente smart.

Tuttavia, il business vero avviene nei nostri God Point, dove si possono accendere candele costose o buttare soldi in un cesto. In realtà noi siamo già organizzati con i pagamenti digitali, da un pezzo, ma sono i clienti che continuano ad arrivare con le monetine.

Alcuni mettono 10€ nel cesto, e poi vogliono il resto, e costoro ovviamente andranno all’Inferno.

 

Nei social le fake news sono il male di questo periodo…

Io sono sempre stato un grande sostenitore delle fake news, perché conservo un certo ottimismo di fondo: a forza di leggerle, la gente imparerà a distinguerle. Insomma, avete imparato a riconoscere i predatori nella foresta, le erbe velenose, un sacco di cose. Ce la farete anche con le bufale.

E poi ogni volta mi confermate il contrario.

 

Arriviamo alla sua mano terrestre, Alessandro Paolucci, perché lui? Perché un umbro? Di Foligno?

In effetti potevo scegliere un attore di Hollywood per incarnarmi, ma sarebbe stato troppo facile sedurre le masse, e a me piacciono le sfide, per cui ho scelto questo tizio poco raccomandabile, un mezzo Neanderthal di un paesino del cavolo.

Se riesco a conquistare le masse attraverso di lui, sono davvero Dio.

 

La laurea in filosofia non è casuale?

Questo potrebbe sembrare un requisito di un certo livello, la cultura, il sapere, la storia del pensiero. In realtà l’ho considerata come una prova di coraggio: quel tipo ha davvero pensato di laurearsi in quella roba, e camparci. Audace!

 

 

Dopo il primo best seller (sempre in testa nelle vendita con Il Signore degli Anelli a contendere il podio) ha deciso che fosse arrivato il momento di scrivere un altro testo.

Sfortunatamente il podio adesso è conteso con le 50 Sfumature, i vostri gusti letterari nel tempo hanno avuto una lieve flessione. Certo, anche l’Antico Testamento era una storia di violenza e perversione, molto più spinto delle 50 Sfumature.

Invece il mio nuovo romanzo Cercasi Dio (in ebook e cartaceo su Amazon) è più attuale, niente cose pulp, cerca di parlare alla generazione dei Millennials e spiegare cosa vuol dire davvero diventare una divinità social. Diciamo che è una storia che porta dell’epica e del misticismo nel freddo mestiere del social media manager.

Non voglio fare troppi spoiler, ma la morale è che, come disse un tizio saggio con uno zaino protonico, quando ti chiedono se sei un Dio tu gli devi dire sì.

 

Per finire un augurio e un saluto ai lettori di Lega Nerd e un incoraggiamento per questo periodo.

Non servono incoraggiamenti. I nerd adorano stare chiusi in casa, i contatti sociali azzerati per loro sono la norma, lo smart working praticamente l’hanno inventato loro, e sono abituati anche a trovare soluzioni efficaci in un mondo ostile.

La ripresa la faranno i nerd.