Australia, Facebook e Google dovranno pagare le notizie postate

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Sempre più persone si tengono aggiornate leggendo le notizie sui social e sui motori di ricerca, ora Facebook e Google potrebbero dover pagare.

L’abbracciare il digitale ha mandato allo sbaraglio il sistema economico su cui appoggiava il giornalismo cartaceo. All’alba di una nuova crisi economica, il governo australiano ha deciso di affrontare le debolezze del settore e di imporre un compromesso tra organi di stampa e colossi dell’informatica.

La Tesoreria australiana ha infatti ordinato al Garante della Concorrenza di stendere un codice di condotta che forzi Facebook e Goggle a retribuire le notizie condivise sui loro portali. Stando alle parole del Tesoriere Josh Frydenberg, l’intenzione è quella di “riequilibrare il campo da gioco”.

«È solamente giusto che coloro che generano i contenuti siano pagati per il loro lavoro», ha dichiarato Frydenberg.

La Commissione Australiana della Concorrenza e dei Consumatori (ACCC) aveva già sottolineato in un report del 2019 come le due multinazionali fossero in grado di accaparrarsi la maggior parte del ritorno economico pubblicitario degli articoli messi in Rete, lasciando a secco le testate che quegli articoli li avevano scritti.

La ACCC era stata inizialmente incaricata di creare delle linee guida volontarie che andassero a risolvere l’iniquità di potere tra media tradizionali e colossi digitali, ma si è dovuta presto rassegnare al fatto fosse “improbabile” trovare un simile accordo economico tra le due parti.

 

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Le contrattazioni sarebbero dovute durare fino a novembre, ma l’avvento della pandemia ha convinto il governo a tagliare i tempi e a cambiare strategia. Il nuovo codice di condotta sarà quindi obbligatorio e imposto con la minaccia di dure sanzioni.

Le piattaforme digitali devono fare di più per migliorare la trasparenza delle loro operazioni con gli operatori dei media d’informazione perché hanno un impatto significativo sulle capacità degli organismi di stampa di costruire e preservare un’audience e sulle relative risorse derivate dai contenuti che producono.

ha dichiarato Paul Fletcher, Ministro delle Comunicazioni.

Le testate di tutto il mondo stanno sperimentando svariate strategie per rimanere a galla, prima tra tutte il ritorno agli abbonamenti. Questo nuovo codice potrebbe garantire ai creatori di notizie australiani la forza legislativa necessaria a tenere testa sia a Facebook che a Google. Non resta quindi che aspettare la pubblicazione della bozza, prevista per luglio, così da capire quanto la risoluzione sia efficace e replicabile.

 

 

 

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