Stampanti 3D e polvere lunare: un kit da astronauta per future esplorazioni spaziali?

Le stampanti 3D possono supportare la colonizzazione extra-terrestre nello spazio? Leggiamo l’idea del Politecnico di Milano con ASI e ESA.

Una delle maggiori sfide legate all’esplorazione dello spazio è lo sviluppo di tecnologie di produzione in grado di sfruttare le poche risorse disponibili in ambiente extra-terrestre.

La stampa laser 3D della polvere lunare può essere la risposta a tali domande.

La riduzione dei costi elevati della catena di approvvigionamento e dei tempi connessi all’esplorazione dello spazio sono stati tra i principali driver che hanno portato all’indagine congiunta sulla fattibilità della stampa 3D nel creare un simulante lunare di regolite (NU-LHT-2M).

Le stampanti 3D possono consentire la realizzazione di componenti quando richiesto, impiegando risorse disponibili localmente e attraverso una conversione diretta dalla geometria CAD digitale all’oggetto finale. La stampa 3D può quindi consentire la produzione di strutture leggere, con prestazioni migliorate (scambio termico, resistenza agli urti, ecc.) e maggiore affidabilità grazie a riduzioni significative del numero di componenti.

La ricerca è stata coordinata dalla Professoressa Bianca Maria Colosimo, (Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Milano), ed è stata condotta con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Il primo autore dello studio, il dottorando Leonardo Caprio, ha affermato che

un’architettura di sistema stabile basata sull’uso di una sorgente laser efficiente è fondamentale per consentire il trasferimento tecnologico da un sistema prototipo ad applicazioni spaziali.

La ricerca ha dimostrato che la polvere lunare o la regolite potrebbero essere stampata in 3D attraverso l’ottimizzazione delle condizioni di elaborazione e dei parametri laser. Seguendo i risultati positivi della ricerca, è stato possibile definire linee guida per la progettazione di un futuro sistema di stampa 3D da utilizzare nello spazio.

Danilo Rubini, Project Manager dell’Accordo ASI-Politecnico, ha dichiarato:

Se consideriamo l’impatto che le attività spaziali e i dati satellitari possono avere sulla nostra vita quotidiana, possiamo vedere come lo spazio sia un elemento abilitante sempre crescente. Gli sviluppi tecnologici come le stampanti 3D e la produzione additiva quando applicati a elementi spaziali, come la regolite lunare, possono contribuire a nuove missioni lunari attraverso l’utilizzo in situ di risorse(ISRU) ma possono anche aiutarci a capire come migliorare la gestione di risorse terrestri.

 

Potrebbe interessarti:

 

Vega: il lancio è stato posticipato al 21 giugno per maltempo
Vega: il lancio è stato posticipato al 21 giugno per maltempo
iHeart: curare il cuore con la matematica
iHeart: curare il cuore con la matematica
CHEOPS: il cacciatore di pianeti entra in azione
CHEOPS: il cacciatore di pianeti entra in azione
BepiColombo: l'ultimo scatto alla Terra prima del suo viaggio verso Mercurio
BepiColombo: l'ultimo scatto alla Terra prima del suo viaggio verso Mercurio
Urina degli astronauti per costruire basi lunari
Urina degli astronauti per costruire basi lunari
Una passeggiata spaziale davvero impegnativa per Luca Parmitano
Una passeggiata spaziale davvero impegnativa per Luca Parmitano
L’iniziativa Clean Space di ESA
L’iniziativa Clean Space di ESA