Peter Pan e la sfida al Pirata Rosso

La favola di Peter Pan è una storia straordinaria che continua a far sognare milioni di bambini e soprattutto a donare fondi all’ospedale pediatrico di Londra. Ma forse non tutti sanno che una decina di anni fa si tenne un concorso per scrivere il seguito ufficiale alla storia del bimbo che non voleva crescere mai.

Tutti i bambini crescono, tranne uno”. Forse si tratta de l’incipit più famoso della letteratura per ragazzi e non solo. James Barrie non è sicuramente famoso quanto l’opera a cui ha dato vita: Peter Pan.

Nel 1904 usciva un pezzo teatrale chiamato Peter Pan o il ragazzo che non voleva crescere e pochi anni dopo arrivò il romanzo corrispondente Peter Pan & Wendy. Nel film “Neverland” ci sono tutte le fasi che hanno portato Barrie a inventare il fantastico mondo di Peter, da Uncino all’Isola che Non c’è.

Lo stesso Peter nasce in un momento ben delineato dell’infanzia dello scrittore. A sei anni il fratello maggiore David muore per un incidente di pattinaggio sul ghiaccio, il giorno prima del suo 14º compleanno.

Dopo la morte del fratello minore e l’amicizia dei cinque bambini dei coniugi Davies, James Barrie ha l’idea del personaggio di Peter Pan

La tragedia lascia sua madre devastata e Barrie cerca di risollevarla in ogni modo, arrivando a indossare perfino i vestiti di David e fischiettando nel modo in cui lo faceva lui. L’incontro casuale con i cinque figli dei coniugi Sylvia e Arthur Davies, unito al ricordo mai svanito della perdita del fratello, fanno nascere l’idea di un bambino che non vuole crescere e che vive in un’Isola dove è impossibile morire.

Nel 1929 James Barrie compì un’azione di straordinario altruismo: donò i diritti della propria opera al Great Ormond Street, il principale ospedale pediatrico di Londra. I bambini, soprattutto gli orfani, erano il più grande cruccio di Barrie, aiutarli in qualsiasi modo era la priorità per lo scrittore.

Dal 1929 i diritti del personaggio e di tutto ciò che ruota attorno ad esso vanno all’ospedale pediatrico di Londra Great Ormond Street

La stessa statua di Peter Pan, installata nel 1912 nei giardini di Kensington, doveva rappresentare per i bambini che la osservavano il vero Peter. Eretta in segreto durante la notte per la mattina del primo maggio con un intento semplice, ma d’impatto: l’unico modo per Peter di rimanere a Londra era quello di farsi tramutare in statua di bronzo.

Tornando alla donazione dei diritti del personaggio, nessuno poteva minimante pensare che dopo il buon successo letterario e teatrale, potessero arrivare così tante trasposizioni. Negli anni arrivano film e corti di animazione che hanno segnato la storia del cinema e della cultura pop come Hook – Capitan Uncino, ma nel 2004 l’ospedale ha dovuto affrontare una piccola crisi dovuta alla lenta, ma costante, diminuzione dei diritti (insieme alla data del 2007 che li avrebbe visti scadere del tutto).

Ecco perché lo stesso ospedale decide di organizzare un concorso tra scrittori con il fine di realizzare il seguito ufficiale del romanzo di Peter Pan.

L’ospedale decide di organizzare un concorso per scrittori per realizzare il seguito ufficiale di Peter Pan

Tra più di cento autori, che dovevano presentare una scaletta di idee più un primo capitolo, ha la meglio l’inglese Geraldine McCaughrean, veterana con oltre cento trenta titoli per adulti e bambini, pluripremiata da pubblico e critica, con il suo Peter Pan e la sfida al Pirata Rosso

La lettura di Peter Pan è attuale in ogni momento della propria vita, nell’adolescenza, nella maturità e nell’età adulta e il ritorno all’Isola Che Non C’è, con la storia di McCaughrean è quanto di più coerente, paragonato a Barrie e allo stesso modo potente che si potesse ricevere da un seguito di un romanzo così storico.

 

 

 

 

Peter Pan e la sfida al Pirata Rosso

Tutti i bambini crescono (meno uno, si sa). Crescono Wendy e i suoi fratelli, crescono i Bimbi Smarriti dell’Isola Che non C’è, e finiscono per diventare londinesi con vite più o meno normali. Ma da un po’ di tempo li ha colpiti un’epidemia di sogni indesiderati, da cui si risvegliano trovando sul cuscino spade, sveglie, copricapo indiani, foglie, sassolini e faretre piene di frecce (per non parlare del coccodrillo).

 

La copertina dell’edizione Mondadori di Peter Pan e la sfida al Pirata Rosso

Una fuga di sogni può essere solo una richiesta d’aiuto di Peter Pan: bisogna al più presto tornare bambini, cospargersi di polvere di fata e tornare da lui.

Al loro arrivo Wendy e i suoi troveranno Peter il Ragazzo Meraviglioso che sta morendo di… noia ed è pronto a mettersi alla ricerca del tesoro di Capitan Uncino.

Eppure l’Isola Che non C’è non è quella di sempre: non è più verde come l’estate, ci sono acque inquinate, sempre più spettrale e rossa come l’autunno, e tutte le radure sono svanite nel nulla come buchi nel mare.

Un’avventura totale, immersa nelle atmosfere dell’Isola Che non C’è che non fa assolutamente rimpiangere il romanzo di Barrie.

McCaughrean non sente assolutamente il fardello del primo Peter, i dialoghi e le azioni sono potenti e diretti, il messaggio totale con una sorpresa finale degna dello stesso Barrie.

 

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