Con la scomparsa dell’ultimo esemplare maschio due anni fa, la sottospecie del rinoceronte bianco settentrionale rischiava un’estinzione ormai scritta. Fortunatamente, grazie al lavoro di un laboratorio italiano, il suo destino potrebbe cambiare.
Oggi esistono solamente due esemplari femmina di rinoceronte bianco settentrionale, alle quali sono legate le ultime speranze di portare avanti una sottospecie il cui destino è altrimenti segnato. Nel laboratorio di riproduzione animali cremonese di Avantea è stato ricreato artificialmente un embrione di rinoceronte bianco settentrionale e ora verrà impiantato nell’utero di una madre surrogata.
Il primo passaggio è già avvenuto in estate: ad agosto, infatti, il team di Avantea ha inseminato artificialmente gli ovociti delle due femmine rimaste grazie allo sperma congelato dei maschi (deceduti). Così sono stati riprodotti due embrioni vitali di rinoceronte bianco settentrionale. È stato dimostrato che la procedura è replicabile diverse volte fino a che le femmine saranno in età fertile, e, infatti, a Natale è stato riprodotto un terzo embrione.
L’aspetto più complicato è però la parte meccanica dell’inseminazione delle femmine: non è sufficiente infatti inserire un tubo nella vagina come per altri animali. Il professore Thomas Hildebrandt del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research di Berlino ha ideato uno strumento apposito per raccogliere gli ovociti, arrivando fino ad un metro e mezzo nella pancia della femmina, per poi fecondarli.
Una volta eseguita l’operazione, gli ovociti sono stati inviati al laboratorio di Cremona, dove il professor Cesare Galli e il suo team hanno utilizzato una tecnica già adottata per il rinoceronte di Sumatra ottenendo così l’embrione del rinoceronte bianco settentrionale, il primo di questa sottospecie.