Nanoveicoli costruiti a partire dalla superficie dei capelli

Partire dalla superficie dei capelli per costruire nanoveicoli: questa nuova tecnologia  può essere applicata sia all’industria farmaceutica sia al “Drug delivery”.

L’obiettivo non è solo avere i capelli più setosi e belli di sempre, ma anche quello di trovare un materiale con particolari caratteristiche di resistenza, flessibilità e biocompatibilità per creare dei nanoveicoli che potrebbero essere utili per il “drug delivery” a livello cellulare o addirittura molecolare.

Il “drug delivery” è l’ultima frontiera di ricerca riguardo la somministrazione di farmaci che, pur assunti per via generale, non agiscano su tutte le cellule indiscriminatamente ma, grazie a contenitori funzionalizzati, possano essere indirizzati in specifiche zone del corpo e “contro” specifici target.

Scendendo un pochino più nei dettagli, il progetto guidato da Rawil Fakhrullin, è supportato dalla Russian Science Foundation (KFU) e punta a ingegnerizzare la superficie dei capelli modificandoli con dei nanocontenitori in ceramica funzionale.

Partire da materiali fibrosi di origine biologica ha numerosi vantaggi non ultimo la facile reperibilità e la biocompatibilità.

Il Dr. Fakhrullin spiega

Modificheremo la superficie dei capelli e altri materiali fibrosi di origine naturale mediante la formazione diretta di strati nanostrutturati basati su nano contenitori funzionali in ceramica inorganici che possono trasportare diversi componenti organici.

I materiali di origine naturale sono ipoallergenici, sono comodi da usare, ma hanno una resistenza all’usura piuttosto bassa e sono soggetti a deformazione e biodegradazione. È per questo, continua il  Dr. Fakhrullin, che occorre

la modifica diretta delle proprietà utilizzando nano materiali funzionalizzati. Ciò amplierà significativamente il campo di applicazione delle fibre naturali.

Sulla base della stretta somiglianza della microstruttura dei materiali fibrosi di origine naturale e dei peli di mammiferi, gli scienziati stanno per creare una tecnologia universale per modificare la superficie delle fibre di origine biologica da utilizzare nell’industria tessile e cosmetica.

Modificando le strutture fibrose di origine naturale, non solo sarà possibile modificarne le proprietà estetiche (colore, consistenza e olfatto), proteggerle dalla biodegradazione applicando preparati antibatterici, fungicidi e insetticidi, ma anche aumentare la resistenza al fuoco dei tessuti e materiali non tessuti a base di lana, cotone, lino e seta.

I bionanotecnologi della KFU svilupperanno anche metodi per modificare i capelli umani. Con il loro aiuto, sarà possibile non solo cambiare il colore dei capelli, lo spessore, la consistenza e addirittura il loro profumo, ma anche proteggere la struttura dei capelli e della pelle sotto di essi dalle radiazioni ultraviolette.

Il metodo potrebbe essere usato per l’applicazione di farmaci antinfiammatori topici basati su nano contenitori funzionali.

Inoltre, utilizzando questi metodi, il responsabile del progetto è convinto che sarà possibile creare strumenti per l’applicazione di farmaci antinfiammatori topici basati su nano contenitori funzionali.

Se applicati sui capelli umani nelle aree interessate della pelle, potrebbero fornire un rilascio graduale e prolungato di farmaci. I preparati veterinari con un simile principio di azione potrebbero essere applicati alla pelliccia di animali da allevamento e domestici per scopi terapeutici.

Nel processo, gli scienziati studieranno anche i processi fondamentali di autoassemblaggio di nanoparticelle inorganiche sulla superficie delle fibre biologiche e determineranno i parametri ottimali per la modifica diretta delle proprietà dei materiali fibrosi.

Le nanoparticelle inorganiche di varia origine, i biopolimeri e i loro complessi verranno utilizzati per studiare i modelli di autoassemblaggio delle nanoparticelle sulla superficie delle fibre

conclude Fakhrullin.

 

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