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Le Sette Meraviglie del Mondo (moderno)

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Appurato che in una classifica da spuntare delle Sette Meraviglie del Mondo Antico possiamo solo vedere la piramide di Cheope (e per un viaggiatore averne solo una su sette non è il massimo) arrivano in nostro soccorso le Sette Meraviglie del Mondo Moderno, tutte quante visitabili e a disposizione dei viaggiatori di oggi.

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno sono delle grandi opere che cercano di richiamare l’antico elenco canonico che come abbiamo raccontato nel precedente speciale risale al III sec. A.c.

Iniziamo subito a dire che la grande differenza che salta all’occhio è la globalità delle opere, mentre quelle del mondo antico (per ovvi motivi) erano racchiuse tra Grecia, Egitto e Mesopotamia, qua abbiamo dei monumenti sparsi veramente in tutto il mondo.

La storia delle sette meraviglie del mondo è parte che da un concorso organizzato da una società a scopo di lucro svizzera chiamata New Open World Corporation (NOWC) e l’iniziativa non è legata all’UNESCO.

Durante i giochi olimpici di Sidney degli anni 2000 lo scrittore Bernard Werber lancia un referendum mondiale, attraverso internet, per classificare le “nuove sette meraviglie del mondo” fra una scelta di diciassette opere architettoniche.

Visto il grande successo dell’iniziativa e soprattutto la pressione da parte di altre nazioni si decise di aumentare la lista da diciassette a centocinquanta opere con la chiusura della votazione che sarebbe terminata il 24 dicembre 2005. Le prime 77 opere in ordine ovviamente di voti sono state sottoposte alla valutazione di sette giudici fra cui l’ex presidente dell’Unesco Federico Mayor.

In questo primo blocco tra i monumenti italiani c’erano il Colosseo, la Torre di Pisa, il palazzo ducale di Venezia oltre alla Basilica di San Pietro e la Cappella Sistina per la Città del Vaticano.

Il 1º gennaio del 2006, sette giudici rendono note le 21 opere “finaliste” con la scelta ufficiale delle nuove sette meraviglie del mondo avvenuta a Lisbona il 7 luglio 2007, scelta ovvia data dal numero sette così frequente in quella data (07/07/07)

Il 7 luglio 2007 sette giudici decretarono le nuove meraviglie del Mondo moderno

L’unica delle vecchie meraviglie del mondo antico ancora visitabile, la Piramide di Cheope, arrivata di nuovo tra le finaliste, guadagnò il titolo di meraviglia onoraria.

 

Le Sette Meraviglie del Mondo Moderno sono:

  1. Petra in Giordania
  2. Il Colosseo in Italia
  3. Machu Picchu in Perù
  4. Chichén Itzá in Messico
  5. La Grande Muraglia Cinese in Cina
  6. Il Cristo Redentore in Brasile
  7. Il Taj Mahal in India

 

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Petra

Giordania

Da quando nel taccuino di Henry Jones si scopre che il luogo che costudisce il sacro Graal è proprio Petra per tutti i nerd e amanti del cinema, quel tempio rimane una delle mete più ambite nei viaggi d’avventura.

 

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Sito archeologico Patrimonio dell’Umanità Unesco sin dal 1985, con numerose facciate intagliate nella roccia corrispondenti a sepolcri. Il suo nome originale era era Reqem o Raqmu («la Variopinta»), ritrovato anche nei manoscritti dell’epoca di Qumran.

In antichità il complesso di Petra nasce come una città degli Edomiti per diventare capitale dei Nabatei, un popolo molto evoluto di guerrieri e commercianti, la cui ampia rete mercantile metteva in comunicazione il sud della Penisola araba con tutto il Mediterraneo.

Intorno all’ottavo secolo Petra fu abbandonata a seguito della decadenza della potenza commerciale degli stessi Nabatei e anche a causa di catastrofi naturali. Tuttavia nonostante le antiche cavità abbiano ospitato beduini per tantissimo anni ancora, fu dimenticata fino all’epoca moderna.

 

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L’intero complesso archeologico ha ripreso luce grazie alla scoperta dell’orientalista svizzero Burckhardt nel 1812. Oggi è possibile visitare Petra a piedi o a cavallo e sicuramente l’ingresso più caratteristico è quello orientale dove attraverso le fessure delle rocce chiamate Sik si intravede e poi si apprezza in pieno, per la presenza di un ampio spiazzo, uno dei più bei monumenti di Petra, il Khazine el-Firawn o il Tesoro di Faraone la cui facciata è totalmente incisa nella roccia.

Ovviamente all’interno i fan si dovranno ricredere in quanto le prove che Indiana Jones doveva oltrepassare sono state realizzate in un altro luogo.

 

 

 

Colosseo

Italia

Il nostro orgoglio, ovviamente il monumento italiano più conosciuto al mondo simbolo dei più grandi imperi della storia dell’uomo. Il Colosseo, o Anfiteatro Flavio (Amphitheatrum Flavium), è il più grande anfiteatro al mondo, con una capienza stimata di 70.000 spettatori ed è stato ostruito tra il 72 e l’80 a.C.

 

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Il suo utilizzo è presto detto: veniva utilizzato per spettacoli di vario genere: Munera, lotte fra gladiatori, Venationes, lotte tra animali, Noxii, esecuzione di condannati da parte di animali o di altro genere come rievocazioni di battaglie famose, e drammi basati sulla mitologia classica.

Forse non tutti sanno che il nome “Colosseo” si diffuse solo nel Medioevo e deriva dalla deformazione popolare dell’aggettivo latino “colosseum” (traducibile in “colossale”, come appariva nell’Alto Medioevo tra le casette a uno o due piani) o molto più probabilmente come si intuisce dagl’ultimi studi, dalla vicinanza della colossale statua acrolitica di Nerone che sorgeva nei pressi purtroppo ormai solo un ricordo perché distrutta.

Presto il complesso divenne il vero simbolo della città imperiale (come il Partenone per la città ateniese) riassunto di un’ideologia in cui la volontà celebrativa giunge a definire modelli per lo svago e il divertimento del popolo.

 

 

 

Machu Picchu

Peru

Chiamata dagli esploratori La Città Perduta, probabilmente uno dei luoghi più misteriosi al mondo, appartenuto e creato da una delle civiltà più enigmatiche: gli Inca. L’etimologia del nome Machu Pikchu  è [ˈmɑtʃu ˈpixtʃu] dai termini quechua machu – che significa “vecchio” – e pikchu, traducibile con “cima” o “montagna”. Sito archeologico situato in Perù nella valle dell’Urubamba a circa 2.430 metri.

È il terzo sito archeologico più grande del mondo dopo gli scavi di Pompei e Ostia Antica, scoperta nel 1911 dallo storico statunitense Hiram Bingham, anche se l’archeologo si trovava in Perù per cercare i resti di Vilcabamba e credeva di averli trovati proprio presso Macchu Picchu.

 

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Tuttavia nel 2003 dopo un afflusso di più di 400mila persone, che ne hanno visitato le rovine, l’UNESCO ha espresso una forte preoccupazione per i danni ambientali che un tale volume di turisti potrebbe arrecare al sito. Letteralmente la “Montagna Vecchia“, pare sia stata costruita come residenza estiva dell’imperatore Pachacùtec nel 1440 ma altri studiosi a causa dei ritrovamenti di molte mummie di sesso femminile, credono che il complesso sia stato costruito come un Santuario dedicato alle Sacre Vergini del Sole.

Di sicuro, vista anche la posizione della città stessa Machu Picchu, definita dagli studi un efficiente osservatorio astronomico,è senza dubbio legata al culto del Sole e degli astri e che sia stata abitata da esperti sacerdoti, con ottime conoscenze dei meccanismi celesti.

Questo perché è stato scoperto che a mezzogiorno del 21 marzo e del 21 settembre, durante gli equinozi di primavera e d’autunno, il sole si trova precisamente sopra il pilastro di quella che viene chiamata intihuatana la più importante struttura di pietra della città.

 

 

Chichén Itzá

Messico

Insieme a Machu Picchu, forse il complesso archeologico più misterioso delle nuove meraviglie è sicuramente Chichén Itzá situato in Messico, precisamente nello Yucatan.

Patrimonio dell’Unesco dal 1988, un complesso archeologico che copre un’area di 3 km quadrati. Una vera e propria città fondata in epoca arcaica (600 d.C. circa) in una zona strategica e che ben si prestava all’insediamento di una comunità: nonostante lo Yucatan sia noto per l’aridità del suo clima, il Chichén fu eretto di fianco a pozzi d’acqua naturali, delle vere e proprie cavità nella terra chiamate Cenotes (alcune leggende attribuiscono i Cenotes ai buchi realizzati dai frammenti dell’asteroide che si schiantò nel golfo del Messico facendo estinguire i dinosauri).

 

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La città Maya restò in auge fino al 1200 circa, anno in cui, a causa di rivoluzioni interne e conquista degli Europei, vide il declino. Il nome del complesso archeologico “alla bocca del pozzo degli Itza“, questi ultimi sono un gruppo etnico il cui nome vuol dire “Stregoni dell’acqua“.

Il monumento più pregiato dell’intera città, oltre all’osservatorio astronomico (il Caracol), il Tempio dei guerrieri, il campo della Pelota è sicuramente il tempio di Kukulcan (il più delle volte erroneamente detta piramide) chiamato comunemente “El Castillo“: qui, durante gli equinozi di primavera e Autunno, un gioco di luci al calare del sole proietta un’ombra a forma di serpente piumato lungo la scalinata nord che rappresenta proprio Kukulcan!

 

 

 

Grande muraglia Cinese

Cina

Altra meraviglia dell’uomo avvolta da un mistero profondo fin dalla sua realizzazione. Costruita nel 215 a.C. aveva il compito di difendere il territorio cinese dalle invasioni dei Mongoli, tentativo purtroppo fallito, a causa delle numerose porte presenti lungo il perimetro che costituirono punti e faglie troppo deboli strategicamente.

Altre leggende attribuiscono la sua costruzione a Qin Shihuang, il primo imperatore Qin, lo stesso che ha voluto la costruzione dell’Esercito di Terracotta. Gli archeologi hanno subito dopo smentito questa leggenda in quanto le prime sezioni sono state costruite attorno al VII secolo a.C.quando la Cina era ancora divisa in tanti piccoli stati.

I diversi regni dell’epoca costruirono mura difensive per proteggere i confini territoriali e l’imperatore Qin Shihuang ha il merito di averle unificate per primo. Misura ben 8.851,8 km, anche se secondo recenti stime la reale lunghezza sarebbe di 21.196,18 km in quanto sono state misurate tutte le sezioni conosciute con un altezza che varia dai cinque agli otto metri nelle parti intatte e restaurate.

 

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È Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1987. Capolavoro dell’architettura che ancora oggi continua ad affascinare visitatori ed esperti. Il suo snodarsi lungo le colline e le montagne cinesi, circondata dalla natura, crea dei scenari suggestivi unici.

La Muraglia è stata costruita con diversi materiali, in base alle sezioni e alle epoche: pietre, sabbia, terra e mattoni sono quelli più usati, trasportati a mano, con carri oppure trainati da corde o a dorso di animali, ovviamente durante la sua costruzione moltissimi operai (soldati, prigionieri, contadini e ribilli) hanno perso la vita durante la sua realizzazione nel corso dei secoli e delle dinastie e chi perdeva a vita per la muraglia veniva seppellito tra le mura in costruzione.

 

 

 

Cristo Redentore

Brasile

L’unica statua delle sette meraviglie si trova in Brasile in cima al Monte Corcovado, a 700 metri sul livello del mare ed è una delle più famose rappresentazioni di Gesù Cristo nonchè simbolo della città di Rio de Janeiro. Inaugurato in tempi molto recenti (in confronto alle altre opere) nel 1931, la statua è alta 38 metri (di cui 8 il solo basamento), ed è accessibile tramite una linea ferroviaria o, per i viaggiatori più impavidi salendo 222 gradini.

L’idea di costruire una statua in cima a Rio venne al prete cattolico Pedro Maria Boss che, intorno alla metà dell’Ottocento, chiese alla principessa Isabella di costruire un grande monumento religioso.

La principessa non era propensa all’avvio di questa costruzione e nel 1889, quando il Brasile divenne una repubblica e si ebbe la separazione tra Stato e Chiesa, l’idea fu completamente abbandonata.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, temendo un’ondata di miscredenti e atei, fu ripresa l’idea perché la statua poteva rappresentare un modo per riportare Rio al centro del cristianesimo.

 

 

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All’indomani della Prima Guerra Mondiale, temendo un’ondata di ateismo, la statua fu vista come un modo per riportare Rio (allora capitale del Brasile) al cristianesimo. Ci furono diverse proposte tra cui un Cristo che tiene un globo in una mano e poggia di fianco ad una croce, ma alla fine fu scelta la semplicità espressiva e d’impatto del Cristo con le braccia aperte dell’artista Carlos Oswald.

La costruzione della statua iniziò nel 1922 e fu ultimata nel 1931, con l’apertura al pubblico il 12 ottobre di quello stesso anno. Durante la cerimonia di inaugurazione, dal suo ufficio di Roma, l’inventore Guglielmo Marconi accese le luci della statua del Cristo tramite un impulso di onde elettromagnetiche.

Negli anni novanta il campione di calcio Ronaldo fu protagonista di una campagna pubblicitaria per la Pirelli che imitava la posa del Cristo unita al suo classico modo di esultare: scandalo solo per una parte di popolazione (molto bassa) dato l’amore e la passione per i brasiliani per il calcio.

 

 

 

Taj Mahal

India

Chi in una partita ad Hotel non ha mai desiderato acquistare il Taj Mahal più per la bellezza che per l’utilizzo in se ai fini del gioco? Anche nelle classifica moderna quindi possiamo trovare un mausoleo proprio come le sette meraviglie del mondo antico. Si tratta di un mausoleo fatto erigere ad Agra, nell’India Settentrionale (stato di Uttar Pradesh), costruito nel 1632 dall’imperatore moghul Shāh Jahān in memoria dell’amatissima moglie preferita Arjumand Banu Begum.

Dal 9 dicembre 1983 già Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. I lavori, che ebbero inizio nel 1632, si conclusero più di vent’anni dopo nel 1654 ed impiegarono tantissimi artigiani, alcuni dei quali provenienti dall’Europa e addirittura uno dall’Italia di nome Geronimo Veroneo, che si servirono di diversi materiali provenienti da ogni parte dell’India e dell’Asia.

 

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In totale si contano 28 diversi tipi di pietre preziose e semi preziose, incastonate tutte nel marmo bianco come motivo decorativo dell’intera struttura. Al di là dell’impressionante bellezza architettonica della struttura, la sua straordinarietà sta anche in un particolare aspetto (che manda fuori di testa tutti i viaggiatori e fotografi): esso si presenta sempre diverso in base alle ore della giornata e il gioco di luci creato dal marmo che lo riveste totalmente, insieme alle pietre preziose in esso incastonato, lo ricoprono di una luce rosa, bianca o dorata.

La perfetta simmetria della costruzione la rende quasi surreale e proprio per questa sua perfezione le leggende raccontano che l’imperatore, al completamento dell’opera, mozzò le mani degli operai e decapitò il progettista (nome ad oggi ancora nascosto nella leggenda) in modo che mai nessuno al mondo sarebbe stato in grado di replicare la bellezza del Taj Mahal.

 

 

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