La durata della batteria è la battaglia che i produttori di smartphone non hanno ancora vinto. I dispositivi sono sempre grandi e più veloci, ma al crescer della tecnologia le care “vecchie” batterie al litio faticano ad adattarsi e offrire un’adeguata prestazione. Sono diverse le soluzioni sperimentali che cercando di offrire un’alternative, una delle ultime arriva dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e sfrutta le proprietà del grafene.
I ragazzi del MIT hanno messo a punto il progetto di un dispositivo in grafene in grado di catturare le onde elettromagnetiche vaganti e convertirle in energia utilizzabile. Si tratta di onde come quelle rilasciate da un forno a microonde, dagli infrarossi, o dai vari dispositivi Wi-Fi e dalle antenne LTE/5G, che emettono onde terahertz a bassa energia.
Potenzialmente si potrebbe, ad esempio, realizzare uno smartphone dotato del dispositivo in grafene e quindi capace di assorbire le onde terahertz e auto-ricaricarsi costantemente. La tecnologia potrebbe essere sfruttata anche per alimentare singolarmente i moduli a basso consumo di uno smartphone, come i moduli Wi-Fi, modem 5G e il chip GPS. Tutto questo direttamente attraverso il segnale Wi-Fi o 5G che si trova tutto intorno all’utente. In pratica, più c’è “campo” e più il cellulare si ricaricherebbe facilmente.
Funzionerebbe in modo molto simile a una cella solare, ad eccezione di una diversa gamma di frequenze, per raccogliere e convertire passivamente l’energia ambientale – commenta Liang Fu, uno degli autori dello studio.
Il prossimo passo del MIT è lo sviluppo di un prototipo funzionante. Sì, perché come già detto al momento si tratta solamente di un progetto che ancora non ha trovato una sua concretizzazione.