Una idea ed un brevetto tutti italiani permettono di trasformare la maschera da snorkeling Easybreath commercializzata da Decathlon in una maschera per respiratori ospedalieri.

L’idea è venuta ad un ex primario di un ospedale in provincia di Brescia, il dottor Renato Favero, per far fronte alla penuria di maschere C-Pap che sta emergendo in questi giorni per le problematiche legate alla diffusione del Covid-19.

La realizzazione invece è ad opera di Isinnova, società costituita da un team di ingegneri, designer ed esperti di comunicazione che si dedica alla raccolta di idee per trasformarle in oggetti concreti, la quale stava realizzando valvole di emergenza per respiratori attraverso la stampa in 3D.

Il dottor Favero ha contattato Isinnova con una particolare richiesta di aiuto:

Ho l’idea di trasformare una maschera da sub in un ventilatore. Mi date una mano?

Isinnova non si è ovviamente tirata indietro e così in soli sette giorni è nato il primo prototipo della “Valvola Charlotte“, che permette di trasformare la maschera da snorkeling Easybreath in una maschera C-PAP ospedaliera per terapia sub-intensiva.

Da sottolineare la piena collaborazione da parte di Decathlon che, contattata da Isinnova, ha immediatamente fornito i progetti CAD della maschera permettendo di velocizzare il processo di studio e progettazione della valvola.

La valvola Charlotte è stata brevettata ‘per evitare eventuali speculazioni sul prezzo del componente’, ma tale brevetto ‘rimarrà ad uso libero perché è nostra intenzione che tutti gli ospedali in stato di necessità possano usufruirne’

Questo significa che chiunque può accedere ai file del progetto e stampare in 3D la valvola a condizione che non sia utilizzata per scopi commerciali.

Cristian Fracassi, fondatore di Isinnova, ha precisato che:

Non è sostitutiva del ventilatore polmonare ma può essere usata nei pronto soccorso, dove i pazienti rimangono anche tre giorni in attesa di un letto. Grazie a questa maschera, possono ora attendere un posto-letto rimanendo sotto ossigeno e senza inquinare l’ambiente

L’idea è rivolta in particolare alle strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare una maschera d’emergenza a basso costo ed è già in test presso l’ospedale di Chiari in provincia di Brescia.

 

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