Un documento interno rivela come TikTok stia attivamente limitando il reach organico di alcune categorie di utenti. Non è la prima volta che il social cinese discrimina i suoi utenti.

Nel documento interno, riportato dal The Intercept, si apprende che TikTok istruisce i suoi moderatori per diminuire la visibilità dei video realizzati da persone giudicate di “brutto aspetto“, di condizioni economiche indigenti o disabili.

È la seconda volta che TikTok riceve quest’accusa. Netpolitik.org a dicembre del 2019 aveva messo le mani su un altro documento interno che provava le pratiche di censura del social nei confronti di disabili, persone nello spettro autistico e omosessuali.

In quell’occasione il social si era difeso sostenendo che le policy pubblicate dal sito erano datate, e che TikTok aveva scelto di diminuire la visibilità dei post degli utenti appartenenti alle tre categorie succitate per evitare che sulla piattaforma potesse prolificare il cyberbullismo. Come forma di tutela verso gli utenti più deboli, in altre parole.

 

 

Il nuovo documento esplicita le linee guida utilizzate per la sezione “For You” del social, tab che possiamo paragonare alle tendenze di Youtube. Comparire in questa sezione fa la differenza tra ricevere migliaia di visualizzazioni o nessuna.

Ma, a quanto pare, non tutti gli utenti hanno la stessa possibilità di accedere alla sezione For You.

TikTok non è un posto per brutti…

Le linee guida ottenute da The Intercept evidenziano come i moderatori abbiano istruzione di rimuovere i video creati dagli utenti che rientrino in alcune descrizioni specifiche: ad esempio quelli “con parti del corpo di dimensioni abnormi (non solo i nani)”, “sovrappeso”, “troppo magre” o che abbiano “un viso brutto o con deformità”.

Dal momento che la persona in video non ha un aspetto piacevole, il video risulterà molto meno attrattivo, e di conseguenza non degno di essere consigliato ai nuovi utenti.

si legge nel documento interno di TikTok. Ma le stesse linee guida invitano a rimuovere anche i video girati in ambienti “scialbi” e che facciano trasparire un tenore di vita povero.

Anche in questa occasione, ByteDance, l’azienda che possiede il social, ha usato la stessa identica scusa accampata a dicembre del 2019: “lo facciamo per prevenire il bullismo”.