Twitter ha aggiornato le categorie protette dalle policy contro la discriminazione. Ora il social contrasterà anche i tweet che discriminano gli anziani, i disabili e i malati.

Le nuove policy di Twitter ora inseriscono nell’hate speech anche i commenti offensivi contro i disabili, i malati e gli anziani. L’anno scorso Twitter aveva aggiunto nella lista anche i gruppi religiosi.

 

https://twitter.com/TwitterSafety/status/1235641453767991298?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1235641453767991298&ref_url=https%3A%2F%2Fthenextweb.com%2Ftwitter%2F2020%2F03%2F06%2Ftwitter-expands-hate-speech-guidelines-to-include-disability-illness-age%2F

 

In genere i social network non valutano tutte le discriminazioni allo stesso modo, e i moderatori hanno una lista di comportamenti non concessi estremamente meticolosa.  Diversi anni fa era emerso un documento interno di Facebook che delineava con chiarezza quali tipo di discriminazioni fossero tollerate, e quali invece incontrassero i limiti imposti dalle policy dal social. L’immagine complessiva era quella di un social con regole piuttosto paradossali.

 

 

In linea di massima, le piattaforme aggiornano continuamente le loro policy sulla base di quelli che sono i trend di interazione tra gli utenti, con l’obiettivo finale di contenere i comportamenti più tossici osservati nel corso dei mesi.

Ad oggi, la lista di categorie protette dal social contro l’hate speech includeva le etnie e le razze, le nazionalità, le caste, gli orientamenti sessuali, le identità di genere e le affiliazioni religiose.