Boosted licenzia molti dei suoi dipendenti

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Dopo la Guerra dei Dazi di Donald Trump, Boosted, produttore di skateboard elettrici, ha dovuto licenziare una gran parte dei suoi dipendenti.

Il CEO di Boosted Jeff Russakow e il suo CTO John Ulmen hanno rilasciato una comunicazione sul loro blog parlando di un forte taglio dei dipendenti. Sebbene non abbiano confermato il numero preciso di licenziamenti, hanno però confermato che il progetto del brand proseguirà con nuovi proprietari.

Sebbene questa affermazione sia poco chiara, si intuisce che i due fondatori abbandoneranno quindi il progetto, probabilmente vendendo il brevetto a qualche azienda. Per quanto riguarda i dipendenti rimasti, sembra siano tutti del reparto Operazioni e Assistenza, proprio per supportare i processi di chiusura dell’azienda.

 

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Russakow e Ulmen hanno confermato nel blog post anche la motivazione dietro a questa scelta: la Guerra dei Dazi avviata da Donald Trump con la Cina.

I due infatti parlando di una difficoltà economica dovuta a tariffe d’importazione troppo elevate che hanno reso i costi di sviluppo, produzione e mantenimento spropositati.

Fondata nel 2012, Boosted è nata con una campagna Kickstarter di successo. Nel 2014 l’azienda ha iniziato a spedire i suoi skateboard elettrici, avviando inoltre la produzione di altri modelli. Alla fine del 2018 la compagnia aveva incassato 80 milioni di dollari, ma le spese di sviluppo del modello Rev, oltre che la necessità di assumere altri dipendenti, ha fortemente impattato sulle casse dell’azienda.

 

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Il colpo di grazia però è stato proprio dato dalla Guerra dei Dazi: gli skateboard elettrici di Boosted dal 2016 venivano prodotti in Cina, e un’aumento dei costi del 25% (a causa delle tariffe) ha reso il tutto non sostenibile. Ovviamente l’azienda ha fatto richiesta di esonero dalla tassazione maggiorata immediatamente, ma seppur accettata, ad oggi ancora non ha ricevuto il rimborso.

I fondatori hanno provato a mantenere in piedi la compagnia, ma la perdita per licenziamento di tre vice presidenti e del CMO ha reso il tutto più difficile.

 

 

 

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