Paul Singer si sta prendendo Twitter, e vuole la testa del suo CEO

In queste ore si sta chiacchierando molto di Elliott Management, un fondo di Paul Singer che ha preso possesso di un numero estremamente alto di azioni di Twitter. Il destino del CEO Jack Dorsey è in bilico.

Lo scorso venerdì è emersa la notizia che Paul Singer di Elliott Management ha aumentato le sue quote in Twitter, accumulando oltre 1 miliardo di azioni dell’azienda. Ora Singer sta puntando ad un cambio di leadership e l’obiettivo finale sembrerebbe essere quello di fare fuori l’attuale CEO Jack Dorsey.

Sulla questione è intervenuto anche Elon Musk, dando il suo sostegno a Jack Dorsey. “Voglio solo dire che sostengo il CEO di Twitter“, ha detto il fondatore di Tesla con un post sul social.

 

 

Il futuro di Jack Dorsey è in bilico

Bloomberg ha scritto che in questi giorni i dirigenti più alti di Twitter si sono incontrati con dei rappresentati dell’Elliott Management. Dorsey non era presente. Eppure secondo gli insider l’incontro riguardava proprio il suo futuro.  All’attuale CEO viene contestato un interesse scarso per il social, cosa che di fatto limiterebbe il potenziale di crescita dell’azienda. Jack Dorsey è anche il CEO di un’azienda che si chiama Square, da cui, scrive The Verge, Dorsey attinge circa l’85% della sua ricchezza.

Da quando Dorsey è tornato in Twitter nel 2015, le azioni del social hanno perso il 6.2%, nello stesso periodo quelle di Facebook sono crescite del 121%.

Sebbene le scarse performance dell’attuale N.1 di Twitter siano l’ipotesi più verosimile dietro alle intenzioni di rimuoverlo dal suo incarico, non manca nemmeno chi vede nell’operazione di Paul Singer un movente politico: è uno dei più grandi finanziatori del Partito repubblicano, anche se ha mostrato negli anni una forte sensibilità su alcuni temi progressisti, in particolare da quando suo figlio ha fatto coming out finanzia diverse cause LGBT. Singer era parte del movimento repubblicano “Never Trump“, salvo poi riallinearsi con le posizioni dell’attuale inquilino della Casa Bianca dopo la sua vittoria — cosa che lo accomuna con molte altre persone di rilievo del mondo conservatore mainstream statunitense. Twitter nel frattempo ha mostrato un certo fastidio verso alcune tattiche particolarmente aggressive usate dal mondo conservatore (ma non solo), portando avanti sia azioni di deplatforming contro alcune personalità controverse dell’altright, sia cambi di policy che di fatto limitano la diffusione di disinformazione sul social. Ad ogni modo, dire che Singer stia accrescendo il suo ruolo in Twitter per favorire in qualche modo il mondo conservatore è una speculazione che poggia su elementi piuttosto fragili. Banalmente perché Singer normalmente opera portando grandi cambiamenti nelle aziende in cui investe, in modo da accrescere il valore delle sue azioni per poi rivenderle.

Paul Singer è un activist shareholder

Paul Singer, infatti, è noto per essere quello che in gergo viene definito un “activist shareholder“, un azionista che non usa la sua posizione nelle aziende in modo passivo (per i dividendi, o per semplici operazioni di speculazione), ma usa le sue azioni per imporre attivamente cambi all’interno dell’organizzazione. Con un ruolo sempre più forte di Singer all’interno di Twitter, è lecito aspettarsi cambiamenti importanti all’interno del social.

Se il nome di Singer vi dice qualcosa è anche perché l’imprenditore è estremamente attivo in Italia: ha un ruolo di rilievo in TIM e dal 2018 il suo fondo si è preso il Milan AC.

 

 

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