Per la prima volta i residenti di Seattle potranno votare direttamente usando il loro smartphone. Una soluzione che apre più di qualche dubbio sul fronte dell’integrità del voto, anche se si tratta di un’elezione poco importante.

Ma andiamo con ordine. Le prime votazioni saranno considerate un banco di prova per capire i vantaggi e le criticità del voto via internet. I cittadini che rientrano nei collegi elettorali toccati dal test sono circa 1.200.000.

Il voto via smartphone sarà testato per la prima volta con un’elezione relativamente minore, quella il board of supervisors del King Conservation District, un’agenzia per la tutela delle risorse naturali (una cosa a cui normalmente vota meno dell’1% degli aventi diritto). Gli elettori possono esprimere una preferenza dallo scorso mercoledì, mentre le urne saranno chiuse l’11 febbraio.

I sostenitori del voto via internet sperano che sia un primo passo verso l’adozione di nuove forme di i-voting a livello federale.

Una ipotesi che incontra la ferrea opposizione degli esperti di sicurezza informatica

There is a firm consensus in the cybersecurity community that mobile voting on a smartphone is a really stupid idea

sintetizza Duncan Buell, professore di Computer Science all’Università del South Carolina.

Il voto via internet introduce alcuni interrogativi apparentemente irrisolvibili

Il voto via internet introduce alcuni interrogativi apparentemente irrisolvibili, dalla possibilità di attacchi informatici, al fatto che è quasi impossibile avere piena garanzia della certezza del risultato elettorale.
Negli USA si vota già nella maggior parte degli Stati usando voting machine, terminali che molto spesso sono datati, e pieni di vulnerabilità a lungo denunciate dagli esperti, ma quasi sempre risolte tardivamente.

Votare da smartphone o da computer introduce sfide ulteriori, a partire dalla possibilità che si possa votare al posto degli altri, o a quella di imporre ad una persona di votare come vogliamo noi davanti ai nostri occhi.

Per ovviare a quest’ultimo problema —dal ricatto dei datori di lavoro, alle pressioni dei coniugi, arrivando al caso più emblematico del voto di scambio mafioso— in Estonia, dove da diversi anni si vota anche da casa, è stato congegnato un complesso espediente che consente alle persone che hanno già votato via internet di votare una seconda volta ai seggi. In questo caso la preferenza espressa online viene annullata.

Rimane il fatto che votare da un device privato apre anche il possibile, e per nulla remoto, scenario che questo possa essere stato compromesso.  A quel punto l’elettore potrebbe pensare di esprimere una preferenza per il candidato A, quando in realtà il suo computer sta dando il comando di votare per il candidato B. L’elettore non si accorgerebbe nemmeno del problema.

Di queste questioni se ne è parlato distrattamente anche in Italia, quando alle regionali del 2017 in Lombardia si testò il voto attraverso delle voting machine simili a tablet. Anche in quella occasione non mancarono i problemi.