Fino ad ora è stato visto come un valore aggiunto e si è sempre chiuso un occhio sul suo uso indiscriminato: condividere la password dei servizi streaming con i propri amici è però una perdita economica enorme per Netflix e gli altri: quanto durerà ancora?
Il tema non è nuovo, ma è recentemente tornato di attualità grazie ad uno studio che ha quantificato più o meno quanto stanno perdendo i servizi di streaming a causa della condivisione indiscriminata delle password: si parla di 9,1 miliardi di dollari nel 2019 che arriveranno a 12,5 miliardi nel 2024 secondo la società di ricerca Parks Associates.
Cifre importanti che pesano soprattutto nel momento in cui queste società cercano di far quadrare i conti: Netflix come sappiamo è in rosso da anni e investe in contenuti miliardi su miliardi per accrescere la propria base di abbonati.
When the growth starts to flatten and you start to look at the balance sheet, you are going to be looking for revenue.
Jean-Marc Racine, chief product officer, Synamedia
È vero che su questa pratica si è sempre chiuso un occhio, ma non è un mai stato un vero benefit dichiarato: l’abbonato ha a disposizione diverse stream video da usare in contemporanea, ma da contratto non è certo previsto che condivida il proprio account con soggetti terzi, men che meno a pagamento, anche se tra privati.
La questione è sempre stata abbastanza “borderline” e mai completamente chiara.
Quando nel 2015 ho intervistato Neil Hunt e Darren Nielson di Netflix poco prima del lancio in Italia questo era uno degli argomenti più caldi: “potremo condividere l’account con altre persone?” la risposta è sempre stata “si” e Netflix ha sempre indossato la maschera del “buono”, godendone appieno nel percepito della sua utenza.
Come spiegavo però il problema è sempre più concreto per le aziende che si occupano di streaming on demand: Tom Rutledge, CEO di Charter Communications, lo ha fatto notare recentemente ad un convegno di investitori del settore, parlando di “devastazione nell’ecosistema” riferendosi a questa pratica data ormai per scontata da tutti gli abbonati.
Rutledge spiega che la metà delle case americane sono abitate da un paio di persone, ma questi servizi arrivano ad offrire anche cinque stream video in contemporanea: a che servono si chiede l’analista se non a condividere l’account con estranei, in cambio magari di denaro, risparmiando quindi sull’abbonamento illegalmente?
La pratica di condividere la password è poi molto più diffusa tra i giovani, come è facile intuire.
La Hub Entertainment Research ha stimato che circa il 31% degli abbonati condivide il suo account con estranei, ma se andiamo a vedere le fasce di età i numeri cambiano di molto: ben il 65% degli abbonati tra i 13 e i 24 anni condivide, mentre solo il 16% degli over 35 fa uso di questa pratica.
There is a cultural shift particularly among young people, where sharing things with people you know, or them sharing with you, is an accepted way of doing business, and it is an attitude that is going to impact how they consume lots of things, not just TV and movies
Jon Giegengack, Hub Entertainment Research
Questo dato è interessante soprattutto in chiave futura. C’è di mezzo chiaramente la disponibilità economica dei più giovani, ma anche le loro abitudini per quando diventeranno più grandi: ci ritroveremo tra 10 o 20 anni con una maggioranza di consumatori per i quali sarà normale e scontato condividere questi account? E quanto questa pratica si diffonderà anche ad altri settori dell’entertainment? (in servizi simili, come Spotify, si vedono già comportamenti e percentuali pressoché identiche)
Netflix ha parlato di questo durante le conferenze con gli investitori dello scorso ottobre, suscitando allarme tra gli abbonati, pur tenendo un profilo molto basso sulla questione e parlando di generiche pratiche “customer friendly” per limitare l’uso del password sharing. Cosa significhi in pratica non l’ha capito nessuno e l’opinione condivisa è che erano solo sparate generiche per calmare gli investitori sulla questione e al tempo stesso non spaventare troppo gli abbonati.
Quello che però è sempre più chiaro è che queste pratiche non verranno tollerate per sempre. Ma il problema a questo punto è come fare a riconoscere un account che è utilizzato non dal titolare dell’abbonamento, ma da un estraneo con la stessa password?
Si sta già cercando di rispondere a questa domanda al CES di quest’anno a Las Vegas, dove sono stati presentati dei software che cercano di risolvere il problema. Come le grandi aziende di streaming utilizzeranno questi software e quanto vorranno limitare questo fenomeno, perdendo contestualmente quell’aura di “bravi ragazzi” che si sono costruite negli anni chiudendo gli occhi al problema… è tutto da vedere.
Condividete la vostra password di Netflix? Con chi? È solo un problema economico o potreste tranquillamente permettervi anche l’abbonamento intero? Rinnovereste l’abbonamento se questa pratica venisse bloccata?
Parliamone nei commenti e rispondi al nostro sondaggio social:
Condividi il tuo abbonamento di Netflix con altre persone?
Posted by Lega Nerd on Friday, January 10, 2020
Per approfondire:
- Streaming Services Reckon With Password-Sharing “Havoc” (hollywoodreporter.com)
- Netflix, HBO and Cable Giants Are Coming for Password Cheats (bloomberg.com)
- Sharing your TV streaming passwords? Cable companies won’t stop you—yet (fastcompany.com)
- Piracy Crackdown May Be Next Front in Streaming Wars (hollywoodreporter.com)