Netflix in Italia: nuovi dettagli e intervista a Neil Hunt e Darren Nielson

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Ho avuto modo di intervistare due dei dirigenti a più alto livello di Netflix ora che il loro servizio sta per arrivare in Italia: abbiamo parlato di cosa dovremo aspettarci e di un sacco di dettagli tecnici da nerd… se avevate qualche dubbio, è ora di colmarlo.

Neil Hunt è il Chief Product Officer di Netflix, la persona che decide tutte le feature e particolarità del servizio, in pratica il numero uno, tolto ovviamente il CEO Reed Hastings. Con lui ho nerdato abbondantemente, scendendo in dettagli tecnici e facendo addirittura delle proposte di cambiamento visto che mi piace rompere le palle su queste cose. In particolare abbiamo parlato di come funziona il loro sistema di streaming, di quali sono le priorità per lui a livello di UI/UX e di altri dettagli tecnici che mi avete chiesto negli scorsi giorni.

Netflix a livello di prodotto punta tutto sui contenuti e sui suggerimenti, tutto il resto è solo una distrazione inutile.

Ho chiesto ancora come mai Netflix non implementi alcun sistema di gamification sulla piattaforma e la risposta è stata fondamentalmente la stessa: vogliono che il vostro focus sia unicamente sul contenuto del catalogo e sui suggerimenti che il loro sistema è in grado di darvi. Nient’altro.

Altro argomento interessante di cui discutere è stato quello dei sottotitoli. Gli ho spiegato che la qualità media di quanto abbiamo visto in altri servizi è davvero pessima e ho proposto la creazione di una open platform che gli consenta di ricevere l’aiuto dei tanti fan disposti a tradurre per bene. La risposta è stata interessante: a quanto pare hanno già tentato qualcosa del genere in passato, ma con pessimi risultati.

Per tutti i contenuti saranno disponibili sia la lingua originale che l’italiano, sia per il parlato che per i sottotitoli.

A proposito di lingue e sottotitoli abbiamo finalmente chiarito un punto che mi avete chiesto in tanti: per tutti i contenuti saranno disponibili sia la lingua originale che l’italiano, sia per il parlato che per i sottotitoli. Per i loro Originals saranno addirittura disponibili tutte le lingue, quindi potrete, se vorrete, vedervi Daredevil in tedesco coi sottotitoli in spagnolo se vi va, avrete totale libertà di scelta. Contenti?

Niente abbonamenti o bundle strani.

In generale continuo ad apprezzare poi tantissimo la politica di pagamento di Netflix: niente abbonamenti o bundle strani. Si paga di mese in mese, potete smettere di pagare quando vi pare, interrompendo il servizio per riprenderlo il mese dopo o l’anno dopo. Non dovrete firmare quindi nulla, ne impegnarvi per anni o peggio. Semplice ed efficace.

E si, potrete condividere il vostro account, a loro non interessa come lo usate. L’unico dato importante nella scelta dei diversi profili è la contemporaneità massima di diversi device, qualunque essi siano. Non dovrete registrare un device per farlo funzionare, ma semplicemente potrete utilizzarne fino a due o a quattro in contemporanea, ovunque nel mondo. Figata.

Ho cercato poi di tirare fuori qualche informazione sul catalogo con Darren Nielson
(Director, Content Acquisition) ma purtroppo senza fortuna. Speravo annunciassero il catalogo italiano, ma a quanto pare dovremo aspettare il day one per conoscerlo. E quando ho chiesto quando verrà effettivamente lanciato il servizio (per ora si conosce solo un generico “ottobre”) non ho avuto nessuna risposta ufficiale.

Tocca aspettare.

In ogni caso le premesse sono super e Netflix ha dimostrato nel lancio in altre nazioni di poter proporre una potenza di fuoco davvero incredibile, basata su tanti generi e tipi diversi di contenuto: in primis serie TV e film, ma anche tanta animazione, anime, documentari, contenuti per bambini… davvero tanta, tanta roba. E si, gli Originals arriveranno tutti, quelli vecchi subito (quelli non già venduti ad altri almeno…) e quelli nuovi in contemporanea col resto del mondo.

Certo, avrei voluto sapere con cosa partiranno, ma a quanto pare stanno ancora aggiungendo roba mentre leggete questo articolo, Darren mi ha ribadito che il catalogo è e sarà sempre in continua evoluzione e quindi sarà anche difficile dare un “voto” al day 1 al servizio quando già al “day 5” potrebbe esserci molta più roba disponibile.

In generale sono tutti ancora con le bocche cucite.
Persino i prezzi dei diversi account non sono ancora stati confermati ufficialmente.

Persino i prezzi dei diversi account non sono ancora stati confermati ufficialmente. Nonostante quanto scritto in giro per internet, e cioè che avremo gli stessi prezzi del resto d’Europa, ancora non sono riuscito a farmelo confermare per davvero. Non credo comunque che questo significhi che avremo prezzi più alti come già state pensando, ma solo che ancora non ci si voglia sbilanciare.

In ogni caso avremo tutti ragazzi un mese di prova quindi mettetevi l’anima in pace, lo proveremo tutti e valuteremo poi di mese in mese se varrà la pena rinnovare oppure no.

Sotto trovate la trascrizione tradotta della mia lunghissima intervista, abbiamo parlato per un’ora di tanti argomenti diversi, i punti salienti li avete appena letti, ma c’è tanto altro che potrebbe interessarvi, vi consiglio di leggerla.

Se avete domande sono come al solito disponibile nei commenti qui sotto.

 

 

 

 

Neil Hunt

Chief Product Officer

 

Ciao Neil, qual è il tuo ruolo nel team Netflix?

Sono il Chief Product Officer di Netflix, il team sotto di me è responsabile di tutto il design, l’implementazione e l’operatività di tutta la tecnologia dietro a Netflix: dalla gestione delle Smart TV, allo streaming, all’encoding dei video, all’interfaccia.

Ottimo, sei la persona giusta a cui fare una domanda che mi gira per la testa da tempo: come mai non avete mai implementato nessuna forma di gamification nella vostra piattaforma? I miei lettori sono dei nerd a cui piacciono i numeri, che vogliono “levellare” quando guardano nuove serie o sbloccare “achievements” e verificare quante ore, minuti e secondi hanno visto di ogni show disponibile…

Gran bella domanda. Ci sono un sacco di product manager nel team che sono eccitati dalle possibilità date dalla gamification e sono interessati a testare queste possibilità sulla piattaforma. Ad oggi abbiamo verificato che se dai degli obbiettivi fissi ai tuoi clienti, come gli achievement, questi tendono a compiere solo quelle determinate azioni.

Quello che vogliamo ottenere dalla nostra piattaforma è una migliore “retention” dell’utente e ancora non abbiamo trovato il modo di gamificare quel particolare aspetto che ci interessa più di tutti.

Quello che facciamo solitamente è un A/B testing delle diverse nuove feature che vogliamo testare sugli utenti: le implementiamo e le testiamo su campioni di 100.000 utenti e poi cerchiamo di aggiungere alla piattaforma quelle feature che generano un risultato migliore: ci interessano le ore viste totali che portano direttamente ad una maggiore retention e ad un migliore passa parola tra gli spettatori. Sono queste le tre statistiche che ci interessano di più e portano avanti il nostro business.

Sono queste tre cose quindi il vostro focus principale su Netflix.

Esatto, sempre a proposito di gamification abbiamo testato diversi approcci sul metodo di votazione dei contenuti, le nostre stelle: volevamo incentivare gli spettatori a votare di più i contenuti, perché pensavamo che questo ci avrebbe poi consentito di avere un sistema migliore di suggerimento nuovi contenuti. Abbiamo quindi aggiunto dei titoli agli utenti che votavano di più, cose come “rating hero” o “rating superstar”… questo tipo di feature piacciono agli utenti, ma in realtà non ottengono il risultato che volevamo e cioè di avere una qualità maggiore nelle votazioni, ma solo una quantità superiore… sono insomma tutte piccole feature che abbiamo testato e poi tolto dalla piattaforma, e ci sono altre piccole forme di gamification che stiamo ancora testando sugli utenti. Nei prossimi anni sperimenteremo dei “suggerimenti interattivi” tra gli utenti ad esempio.

Alla fine sono sempre i nostri utenti a dirci cosa preferiscono fare e guardare di più, attraverso le statistiche d’uso e di comportamento che analizziamo ogni giorno e ai testi che sperimentiamo live.

Che mi dici invece delle statistiche? Magari un bel pannello in cui vedere tutto quello che ho già visto, con tanti bei numeri e grafici in cui perderci? Sono cose che a noi nerd fanno impazzire, certo capisco che non siamo proprio persone normali…

Esatto, hai detto bene: queste cose non piacciono alle persone normali! (ride) non abbiamo queste cose perché non interessano al nostro target comune… Anche noi amiamo i numeri, io adoro queste cose, perdo ore sulla dashboard dell’admin… ma quegli stessi numeri mi raccontano che ogni piccolo dettaglio e feature aggiuntiva che aggiungiamo non fa altro che portare via tempo al focus principale di Netflix che è guardare i nostri contenuti.

Sono tutte cose che riducono i tre fattori di cui abbiamo appena parlato… ti faccio un esempio concreto: molti ci hanno chiesto in passato di introdurre nei rating anche le “mezze stelle” in modo tale da poter votare con dieci diversi livelli di accuratezza. Quando abbiamo implementato questo metodo i voti sono calati di oltre il 10%! Aumentando le possibilità abbiamo aumentato l’indecisione delle persone e il risultato è stato che votavano meno.

Ogni singola feature che aggiungiamo ha vantaggi, ma anche potenziali svantaggi.

In pratica mi stai dicendo che il vostro focus principale è offrire il contenuto e poco altro, l’utente deve semplicemente trovare e guardare il più possibile, senza altre distrazioni.

Abbiamo altre piccole feature che aggiungiamo all’esperienza, ad esempio chiederti quando ti iscrivi quali sono i tuoi film o show preferiti, il tutto per migliorare il nostro sistema di recommendation che ti suggerisce nuovi contenuti da guardare… farti perdere quei pochi minuti a compilare quel form è importante perché appunto ci consenti di suggerirti poi contenuti migliori e più affini ai tuoi gusti.

Ogni product manager vorrebbe il suo progetto con tutte le feature possibili e immaginabili, ma il mio ruolo è ricordare al team che noi vogliamo che il nostro prodotto sia invisibile: è il contenuto che deve risaltare e apparire, la piattaforma, l’interfaccia, tutto il resto deve essere in secondo piano rispetto al contenuto.

La gente paga per gli show di Netflix, come Narcos o Sense8 o altri… avere tante piccole feature e interfacce grafiche piene di piccolezze attorno a questi contenuti è figo e divertente per i nerd, ma sfortunatamente è solo d’intralcio a chi invece vuole solo guardare i nostri contenuti senza tante distrazioni.

Mi pare chiarissimo, grazie. Passo ad un altro argomento che ci sta molto a cuore qui in Italia: i sottotitoli. E in particolare la qualità dei sottotitoli. Quello che abbiamo visto fino ad ora nelle altre piattaforme simile alla vostra è che la qualità generale dei sottotitoli è una vera schifezza. Non solo: l’assurdità è che gli show pirata, quelli che troviamo sui torrent o su Popcorn Time, hanno sottotitoli migliori, perché sono stati creati dalla comunità e non da professionisti che probabilmente neanche guardano quello che stanno traducendo.

Quello che vi propongo e vi chiedo è: perché non create una piattaforma aperta dedicata ai sottotitoli dove noi, i fan veri, potremmo creare e aggiornare i diversi sottotitoli per le vostre produzioni, in modo tale da avere una qualità finale di molto superiore e il controllo attento di migliaia di appassionati?

È interessante. Ma abbiamo avuto un’esperienza opposta sul campo. Quando abbiamo iniziato ad avere i primi sottotitoli per il mercato americano si trattava di sottotitolare prodotti provenienti dal Nord Europa: Finlandia, Norvegia, Svezia, etc..

Allora abbiamo provato sia a far creare i sottotitoli da professionisti che dalla community: non una piattaforma aperta come stai proponendo tu, ma qualcosa di simile, basata sui servizi Amazon e un gruppo di fan chiuso, con fino a cinque diverse persone su ogni puntata o singolo contenuto che proponeva modifiche e votava le traduzioni migliori.

Il risultato non è stato dei migliori. In particolare i tempi erano un grande problema. Se lasci la traduzione ad una singola persona riesci ad avere tempi di traduzione migliore e, soprattutto, una migliore uniformità della traduzione, con gli stessi termini tradotti nella stessa maniera per tutto l’arco di una stagione, ad esempio. Serve poi un vero professionista per tradurre al meglio un dialogo e riuscire a mantenere gli stessi tempi dei dialoghi in una lingua diversa.

Quindi per il catalogo italiano dobbiamo aspettarci sottotitoli tradotti unicamente da professionisti?

Esattamente, al momento abbiamo usato unicamente professionisti del settore per realizzare i sottotitoli che vedrete nel catalogo italiano. Credo che sia una buona idea la tua comunque e potremmo credo in un futuro proporre qualcosa del genere.

Magari un sistema di reporting degli errori più evidenti almeno?

Si, in realtà lo facciamo già. Ma non è un servizio attivo, ma passivo. È interessante: abbiamo un modello statistico che ci consente di individuare errori nelle traduzioni o in altri aspetti del video (lo streaming, la decodifica, etc) semplicemente guardando la curva di visione di uno show.

La normale curva di visione rappresenta il numero di persone che guardano uno show dall’inizio alla fine: questo numero decrementa gradualmente, ma se c’è un decremento improvviso allora stai certo che in quel punto è successo qualcosa di sbagliato, potrebbe essere una traduzione sbagliata, un errore nello streaming o altro e noi andiamo a verificarlo, senza bisogno che i nostri utenti ce lo segnalino attivamente.

Questo sistema funziona meravigliosamente: dopo che uno show è stato visto da qualche centinaia di persone abbiamo già la possibilità di applicare questo modello e se il sistema ci segnala che al minuto 17, ad esempio, c’è un errore… beh quasi sempre c’è davvero qualcosa che non andava e possiamo correggerlo in tempo reale sistemando il tutto prima che altri spettatori guardino quel video.

Spesso è proprio un problema ai sottotitoli e questo ci permette di rimandarli in traduzione e correggere in tempi brevissimi l’errore.

Abbiamo lavorato davvero tanto sui sottotitoli in Netflix. I nostri sottotitoli sono completamente compatibili con lo standard americano FCC, puoi cambiare colore, dimensione, sfondo, posizione… abbiamo anche iniziato a creare sottotitoli posizionati diversamente per i dialoghi tra due o tre persone a video, dove i sottotitoli si posizionano automaticamente sopra alle teste dei due o tre attori che stanno parlando in quel momento…

Siamo molto orgogliosi del nostro sistema di sottotitoli, conta che riusciamo ad avere tutte le lingue disponibili in poche settimane dopo l’arrivo di uno show sulla piattaforma.

Ecco, su questo volevo proprio chiederti i tempi, e mi hai già risposto, e la disponibilità dei diversi sottotitoli e lingue per i vostri show nel Netflix italiano: potremo avere tutte le lingue e i diversi sottotitoli o solo alcuni?

Si, per tutti i nostri Originals avremo sia il doppiaggio che i sottotitoli in italiano che in tutte le altre lingue: avrete la flessibilità totale di scegliere la combinazione che preferite tra le diverse lingue. Potrete scegliere l’audio originale con i sottotitoli in italiano o altre lingue per il parlato e i sottotitoli, come vi pare…

È esattamente quello che volevo sentire, grandioso.

Si, potrete scegliere liberamente se avere o no i sottotitoli e in quale lingua preferite. Magari qualcuno sta cercando di imparare il tedesco e vuole guardarsi una serie in tedesco con i sottotitoli in italiano… beh potrà farlo.

Grande. Ma questo solo per i vostri Originals?

Allora, gli Originals hanno tutte le lingue disponibili, perché sono nostri prodotti e abbiamo tutti i diritti per tutte le lingue in tutti i territori. Per gli altri contenuti mettiamo a disposizione tutte le lingue di cui abbiamo i diritti, per cui varierà di caso in caso ovviamente.

Qui interviene Darren Nielson (Director, Content Acquisition) a spiegarmi meglio:

Per tutti gli altri contenuti avrete nel catalogo italiano oltre alla lingua italiana sempre disponibile la lingua originale, che spesso è l’inglese, ma può essere qualcos’altro (per le produzioni francesi sarà il francese, etc) con l’aggiunta dei sottotitoli in italiano.

E volendo anche i sottotitoli in inglese?

Si, non per tutti, ma per la maggior parte si.

Perfetto.

(Qui torna a parlare Neil) Siamo davvero orgogliosi dei nostri sottotitoli. Abbiamo addirittura vinto un Emmy Award nel 2015 per la nostra tecnologia di gestione dei sottotitoli.

Ok, vedremo. Scusate, ma siamo davvero tutti molto preoccupati dalla qualità generale che abbiamo visto fino ad ora e quindi molto critici in generale su questo argomento. Sono davvero curioso di vedere che qualità avranno e di leggere i commenti dei miei lettori in proposito.

Non vedo l’ora anche io di leggere i vostri commenti.

Un’altra domanda tecnica per te Neil: c’è un limite imposto artificialmente alla risoluzione massima visibile con le diverse app di Netflix o il tutto è solo legato alle capacità tecniche del diverso hardware su cui girate?

Ci sono tre o quattro limitazioni. Il primo è la dimensione dello schermo (mostra un iPhone) Uno schermo piccolo come questo non è esattamente adatto al Full HD. Non ha senso distribuire un Full HD su un device come questo. Il secondo limite è la potenza dell’hardware su cui giriamo: su una Smart TV non abbiamo problemi di elaborazione, il tutto è codificato hardware da un chip apposito e abbiamo tutta la potenza che ci serve e possiamo quindi distribuire in Full HD o 4K o comunque la risoluzione massima disponibile… ma già se ti sposti su un portatile ecco che nascono i primi problemi. Sui portatili Mac abbiamo una codifica hardware completamente integrata con il sistema operativo che ci consente di fare un decode fino al Full HD, ma sui PC ci sono così tante combinazioni… e in tantissimi casi non abbiamo la possibilità di avere una decodifica hardware per i nostri stream… in quel caso la decodifica diventa software. La maggior parte dei PC sono quindi limitati ad una risoluzione massima di 720p perché è difficile per noi capire se il video perde frame durante la visione e vogliamo evitare questo tipo di esperienza il più possibile. Per questo motivo tendiamo a limitare la risoluzione sui PC Windows a 720p. Certo in futuro se avremo una potenza maggiore su Windows potremo togliere questo limite.

Ma fate un controllo dell’hardware su cui girate o semplicemente limitate tutti?

Non c’è un modo ottimale per fare questo tipo di controlli ancora per cui limitiamo tutti a 720p.

La terza limitazione di cui parlavo è la batteria: Se sei su un PC, su un tablet o su uno smartphone, soprattutto se la decodifica avviene via software, si tende a consumare moltissima batteria. E il device si scalda moltissimo. Questo è un altro motivo per cui limitiamo la risoluzione massima su certi dispositivi.

Interessante. Passiamo ad altro. Perché pensate che la “internet TV” sia migliore della televisione classica che abbiamo avuto fino a questo momento, quali sono i vantaggi maggiori secondo voi?

Ci sono tre grandi vantaggi. Il primo è che nostri utenti possono scegliere cosa guardare, hanno a disposizione un catalogo di migliaia e migliaia di contenuti diversi e possono scegliere esattamente quello che più gli aggrada.

Il secondo vantaggio è che possono scegliere quando guardare un determinato contenuto e non sono legati alla programmazione classica. Non devono aspettare le sette di sera, ad esempio, per guardare qualcosa, ma possono farlo quando più gli aggrada. Possono fermarsi a metà, tornare indietro, ricominciare dopo un’ora. Hanno libertà assoluta di visione.

Il terzo grande vantaggio è che i nostri utenti possono scegliere dove guardare i nostri contenuti. E non intendo geograficamente, ma su quale diverso device usufruire del nostro catalogo. Può essere la Smart TV del salotto come il tablet o lo smartphone o box esterni come la Apple TV o più economici come il Chromecast di Google… Oppure le console come la Playstation o l’Xbox… senza contare i computer, Windows, Apple, supportiamo una varietà grandissima di dispositivi in cui guardare Netflix!

Ecco, a tal proposito una domanda che ho ricevuto spesso è come saranno aggiornati questi device sul mercato italiano quando anche da noi sarà disponibile Netflix: per quelli in cui è disponibile un app market immagino che semplicemente la vostra app sarà resa disponibile, ma per le Smart TV o altri device senza store come funzionerà?

Abbiamo un firmware team interno che produce i diversi aggiornamenti per le centinaia di device che supportiamo, come le televisioni o i lettori blu-ray. Questo team supporta un modello per un certo periodo e poi passa al nuovo modello. C’è quindi un limite di tempo al supporto, tipicamente un anno. Non riceverai quindi un aggiornamento al firmware per modelli vecchi di due anni.

Quindi in pratica il vostro limite al supporto firmware è 12 mesi?

Varia, dipende dai diversi modelli, ma si, più o meno.

Il firmware aggiornato è rilasciato da voi o dai produttori?

È un processo molto lungo. Rilasciamo prima una SDK per i produttori di chip. Chi produce televisioni o simili prende questo riferimento e crea la build per la TV, aggiungendo eventualmente proprie feature… noi certifichiamo poi quella particolare televisione e lo approviamo… a quel punto il firmware viene distribuito. Insomma è un processo lungo e complicato.

È un processo che andrà a concludersi fortunatamente visto che andiamo sempre più verso smart TV app-based che necessiteranno unicamente di un aggiornamento alla nostra app preinstallata.

Qual è il tuo consiglio personale, per vedere Netflix qual è il device che compreresti?

Bella domanda.. se parliamo della tua TV principale… personalmente userei una console. È l’esperienza migliore.

Come una Playstation 4?

Si

Magari qualcosa di più economico?

(ride) Beh ho detto console perché è la nostra principale piattaforma di sviluppo. Tutte le nostre principali innovazioni arrivano per prime sulle console (Xbox, Playstation, NdItomi) quindi un li ci sono un sacco di esperimenti che è bello provare prima che arrivino sulle altre piattaforme.

Un modo davvero economico per usufruire di Netflix è comprarsi un Chromecast, costa solo 35€ ed è supportato sia dalle nostre app per Android che per iOS. È un modo facile ed economico per guardarsi Netflix in Full HD sulla propria TV di casa, basta una porta HDMI libera.

Ok, passiamo ad altro. Le connessioni ad internet in Italia fanno schifo (ridono). In tanti mi hanno chiesto se saranno in grado di guardare Netflix con la loro connessione. So che utilizzate un sistema simile a quello di Youtube per streamare i vostri contenuti a risoluzioni diverse in base alla banda disponibile, puoi parlarmene?

Esattamente. Abbiamo implementato tre diverse tecnologie per fare in modo che il tuo streaming funzioni bene. Uno è l’Adapting Streaming: encodiamo ogni video del catalogo in decine di diverse risoluzioni, in base alla banda disponibile.

Da quale partite?

Quella base mi pare che sia 100Kb/s, per avere uno streaming che parte super velocemente su un device a bassa risoluzione. Poi saliamo con step molto piccoli fino a 15Mb/s per il 4K. Le differenze tra queste risoluzioni sono appena visibili ad occhio nudo, se ti impegni davvero puoi vedere il cambio, ma generalmente il cambio da una risoluzione e l’altre è talmente progressivo e in tempo reale da risultare impercettibile. Il cambio da un livello e l’altro è tipicamente di 1,4x di banda. Quindi partendo dai 100Kb/s si passa a 140, poi 200, etc… Più o meno ogni due livelli di banda aumentiamo la risoluzione streamata… 480, 640, 720, 1080, 2k, 4k… etc…

Quello che rispondo di solito ora è che se sei in grado di guardare Youtube, sarai in grado di guardare anche Netflix. È una buona risposta?

Si, corretto. Esattamente.

Mi dicevi che avete altri sistemi per migliorare lo streaming?

Si, il secondo sistema che utilizziamo si chiama Open Connect, una Content Distribution Network (CDN) che abbiamo costruito nel tempo. È in pratica un box in grado di streamare fino a 50Gb/s e che abbiamo distribuito in centinaia di location in giro per l’Europa, in collaborazione con i diversi carrier. In questa maniera lo stream non deve per forza passare attraverso tutta internet dai nostri server americani, ma può arrivare direttamente dai vostri provider locali che hanno uno dei nostri box installati. Funziona molto bene.

L’ultimo sistema che utilizziamo è il Parallel Streaming. La maggior parte dei nostri client sono ora in grado di aprire più di una connessione in contemporanea con la CDN più vicina

Funziona anche in Peer to Peer?

No, niente P2P, tutto arriva dai nostri server e CDN. Ma questo ci consente di redistribuire il traffico se alcuni dei nostri server o CDN sono più occupati di altri.

Tutti questi sistemi credo proprio ci consentano di offrire un servizio in streaming largamente superiore ai nostri competitor sul mercato. I numeri d’altronde parlano chiaro.

A proposito di competitor: abbiamo già altri servizi simili al vostro qua in Italia, quali pensi siano i vostri vantaggi più grossi, oltre a quanto già detto?

Beh, oltre alla nostra migliore gestione dello streaming c’è anche la nostra ottima gestione dellerecommendation: un campo dove investiamo tantissimo tempo e sforzi per migliorare sempre di più il servizio offerto.

Quando ti siedi di fronte a Netflix abbiamo due minuti per focalizzare il tuo interesse su un determinato contenuto. Abbiamo migliaia di contenuti da cui scegliere, ma sarai in grado di dare la tua attenzione a 10 o 20 contenuti in quei due minuti… se riusciamo a trovare i contenuti giusti per te, in modo tale che quello “giusto” sia nelle prime proposte, ecco che avrò molte più possibilità che tu spenda poi le prossime ore a guardare i miei contenuti. Ecco perché per noi le consigliarti i contenuti migliori per te è così importante.

Insomma le recommendation sono il vostro focus principale a livello di UI/UX sulla piattaforma.

Esattamente. I valori della nostra piattaforma sono proprio questi, un ottimo sistema che ti consiglia i contenuti che vuoi vedere, semplice da usare, veloce… e poi testabile gratuitamente per un mese e senza nessun impegno a lungo termine, è possibile annullare l’account con un tasto, è semplicissimo…

Questa è una delle cose che apprezzo di più: niente abbonamenti da un anno, niente firme, paghi di mese in mese, giusto? E puoi uscire dal servizio con un semplice tasto…

Esattamente, spero vivamente che sia una funzionalità che ameranno tutti, senza usarla! (ride)

Non avete neanche bundle particolari, tipo compra un anno e ottieni uno sconto o roba simile, giusto?

No, è sempre e solo compra un singolo mese alla volta.

Grandioso.

 

 

Darren Nielson

Director, Content Acquisition

 

Ciao Darren, raccontaci qual è il tuo ruolo in Netflix.

Faccio parte del Content Team e il mio ruolo attualmente è fare in modo di avere il miglior catalogo possibile in Italia.

Hai scelto i diversi contenuti da proporre in Italia?

Si, più o meno. Mi sono assicurato che avessimo un catalogo all’altezza delle aspettative e che rispecchiasse i gusti del mercato italiano.

Ecco allora che arriva la prima domanda che mi fanno tutti in questi giorni: quando verrà annunciato il catalogo italiano? Cosa vedremo nel Netflix italiano?

Beh, solitamente non annunciamo il catalogo. Lo presentiamo semplicemente quando lanciamo il servizio..

Quindi lo scopriremo solo al day 1?

Si. La buona notizia è che il catalogo è molto dinamico. Evolve e cresce costantemente. Produciamo nuovi contenuti all’interno del nostro programma Originals e contemporaneamente licenziamo altri nuovi contenuti… insomma il catalogo cresce di continuo.

E poi impariamo dal comportamento del nostro pubblico nei diversi territori… se scopriamo che ai nostri spettatori piace di più un determinato genere o tipo di contenuto, ci muoviamo di conseguenza e cerchiamo di ottenere nuovi contenuti di quel tipo.

Questo lo fate per ogni nazione?

Si, i nostri cataloghi sono differenti per ogni nazione in base ai gusti locali e al tipo di licensing ottenuto localmente. In ogni caso quello che abbiamo scoperto è che c’è una grande affinità tra quanto viene visto e apprezzato tra i diversi mercati… gli spettatori americani o europei tendono a guardare e apprezzare lo stesso tipo di contenuto in generale, quindi quello che mi aspetto è che il catalogo italiano sia molto simile a quello americano o inglese.

Cosa hai imparato dell’Italia per essere in grado di creare il catalogo italiano?

Ho speso un sacco di tempo in Italia durante lo scorso anno, abbiamo lavorato con degli esperti locali e dei focus group oltre che con i distributori locali… abbiamo studiato un sacco di dati d’uso, un sacco di numeri… e poi abbiamo anche i nostri dati che possiamo adattare al vostro mercato per capire cosa potrebbe funzionare di più e di meno qua.

Quello che ho imparato è che nel vostro mercato c’è un grande appetito per belle storie. C’è una predilezione per storie in lingua inglese e, in generale, una grande attenzione alla qualità.

Che tipo di contenuti ci dobbiamo aspettare in Italia, oltre ai vostri Originals intendo.

Soprattutto serie TV e film. Ma anche programmi per bambini, serie animate, film animati, Anime giapponesi, Stand-up comedy… abbiamo un’area completamente dedicata ai bambini…

Documentari?

Si, certo, anche documentari.. c’è tanta varietà nel nostro catalogo. Le uniche cose che non troverete sono cose tipo lo sport o eventi live o news…

Perché niente sport?

Quello che cerchiamo di proporre sono contenuti che siano evergreen. Contenuti che possano essere interessanti per te domani, come lo sono oggi.

Bella risposta.

(ride) è vero! Alla fine lo sport si guarda quasi sempre solo live… mentre uno dei nostri vantaggi è che puoi scegliere di guardare i nostri contenuti quando ti pare… e questo non si sposa con la gran parte degli eventi sportivi o con i programmi di news.

Quanto saranno importanti le produzioni locali per il successo di Netflix in Italia? Avete già chiuso qualche accordo?

Le produzioni locali sono importanti, quello che vogliamo fare come ti dicevo è cercare di rappresentare i gusti locali nel catalogo e le vostre produzioni ovviamente lo fanno.

Quello che ho visto per ora negli altri mercati europei è che comunque gli spettatori tendono a guardare produzioni americane o inglesi… ma in ogni caso tendiamo come azienda a licenziare grandi storie da tutto il mondo… nordic drama, dark crime thrillers dalla Scandinavia,contemporary britsh drama film francesi… siamo aperti a tutto.

Se i nostri abbonati esprimeranno il desiderio di vedere film o serie italiane… sarà quello che faremo. Attualmente ci sono tante altre opzioni per voi italiani per vedere quel tipo di contenuto, che sia la TV classica o l’on demand… e noi vogliamo creare un’esperienza che si differenzi da quanto c’è già.

Ma avete già chiuso qualche accordo con produzioni italiane?

Si, qualcuno. E continueremo a cercarne nel futuro.

Il catalogo offrirà sempre il doppiaggio italiano per ogni contenuto?

Per la stragrande maggioranza dei contenuti sarà disponibile la lingua originale e il doppiaggio italiano, stessa cosa per i sottotitoli.

Ok, concludo con una domanda strana, l’ultima, che riguarda i nostri lettori dalla Svizzera. Come sapete in Svizzera ci sono diverse lingue nazionali, ma il vostro catalogo laggiù a quanto pare non include l’italiano, ma solo francese e tedesco… cambieranno le cose con l’arrivo di Netflix in Italia?

Il problema è che i diritti sulle lingue sono molto complicati. Tendono a seguire le nazioni a cui sono collegate. Abbiamo lanciato Netflix in Svizzera lo scorso anno insieme a Francia e Germania e quegli accordi hanno riguardato quindi il francese e il tedesco…

Ora che stiamo lanciando il servizio in Italia stiamo cercando di colmare questa mancanza per la Svizzera, inserendo anche l’italiano tra le lingue disponibili.

Grande news per i nostri lettori svizzeri!

Esatto! (ridono)

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