Il Multimodal Acoustic Trap Display (MATD) è un dispositivo che compone immagini virtuali che emettono suoni e possono essere toccate. La tecnologia sfrutta gli ultrasuoni che consentono di aggiungere alle figure contenuti uditivi e tattili.

I ricercatori dell’Università del Sussex, Regno Unito, hanno realizzato un dispositivo attraverso l’utilizzo degli ultrasuoni che permette di toccare e ascoltare l’immagine tridimensionale. Funziona grazie a pochi componenti, il prototipo infatti é costituito da un proiettore a LED, da un sistema di altoparlanti e da una minuscola pallina di schiuma.

 

 

Gli altoparlanti generano ultrasuoni che sospendono (o intrappolano) la minuscola pallina a mezz’aria e la spostano rapidamente nello spazio dando la percezione all’occhio umano di un’immagine tridimensionale mentre il proiettore aggiunge colore al contenuto tramite luce rossa, verde e blu.

 

 

la pressione generata dalle onde viene focalizzata in un unico punto trasmettendo così la sensazione di un vero e proprio pulsante nel vuoto.

Per dare la percezione del tatto quando si interagisce con l’ologramma viene usato un altro set di altoparlanti. L’approccio è simile alla tecnologia delle pinzette acustiche dove si utilizzano le onde sonore per generare queste esperienze tattili: la pressione generata dalle onde viene focalizzata in un unico punto trasmettendo così la sensazione di un vero e proprio pulsante nel vuoto.

 

 

Anche se non udibile per noi, l’ultrasuono è un’onda meccanica che trasporta energia attraverso l’aria. Il nostro prototipo dirige e focalizza questa energia che può quindi stimolare l’udito e il tatto

ha affermato il dott. Diego Martinez Plasencia, co-creatore del MATD.

Sempre con gli ultrasuoni vengono generati gli effetti acustici. L’ultrasuono non può essere ascoltato dall’orecchio umano ma modulandone la frequenza è possibile generare un suono di alta qualità sincronizzato con il movimento della pallina.

Ed ecco che come in un film di fantascienza l’immagine prende forma, emette suoni e si può toccare.

Gli scienziati prevedono di utilizzare questa tecnologia in futuro nell’industria e nel campo biomedico.

La ricerca ed il progetto sono stati pubblicati sulla rivista Nature.