Per il suo secondo film Vincenzo Alfieri ha scelto un cast d’eccezione: lo abbiamo incontrato a Rom insieme ai suoi Uomini d’oro, ovvero Fabio De Luigi, Giampaolo Morelli e Giuseppe Ragone, che ci hanno svelato il loro film imprescindibile. A Morelli toccate tutto tranne i Goonies.
Dopo I peggiori, Gli uomini d’oro: Vincenzo Alfieri l’ha fatto di nuovo e dal 7 novembre è in sala con la sua opera seconda.
Ambientato nel 1996, Gli uomini d’oro è un film singolare per il cinema italiano: prima di tutto vede finalmente Fabio De Luigi in un ruolo serissimo, quello di Alvise Zago, padre di famiglia cardiopatico costretto a fare tre lavori diversi. Poi è cattivo. Anzi, cattivissimo.
Accanto a De Luigi molti volti di punta del nostro panorama: Giampaolo Morelli, Edoardo Leo, Gian Marco Tognazzi, Giuseppe Ragone e Matilde Gioli. Tutti invischiati, in un modo o nell’altro, in una rapina che dovrebbe sistemarli a vita.
Toccateci tutto, ma non i film
In Gli uomini d’oro, ambientato a Torino, si parla costantemente di calcio e in particolare una partita, Juventus – Torino, scandisce la narrazione. Ladri e Juventus nello stesso film: un caso? “Il mio personaggio lo dice, non io!” ci tiene a precisare Fabio De Luigi.
Meno evidenti, più ricercati, nel film ci sono anche moltissimi riferimenti ad altre pellicole: un bar si chiama Balla coi lupi e vediamo appesi alle pareti i poster di L’ultima sfida di Bruce Lee e di Heat – La sfida. Abbiamo quindi chiesto al cast qual è quel film che, se qualcuno ne parla male, si offendono come se gli avessero insultato la squadra del cuore.
Per Vincenzo Alfieri:
Ce ne sono tanti in realtà. Io faccio questo mestiere perché a cinque anni mio papà mi ha portato al cinema a vedere Batman di Tim Burton.
Sembrerà un esempio banale, ma secondo me quel film è scritto con una genialità rara. Quando sento parlare in modo improprio di quei tipi di cinecomic divento pazzo.
Ecco la nostra intervista:
Gli uomini d’oro è in sala dal 7 novembre.