Dopo Crash Bandicoot e l’adorabile Spyro, un altro grande protagonista dell’era PlayStation si prepara a rinascere su console di nuova generazione.
Rimettere mano su uno dei classici intramontabili dell’era Playstation è senza dubbio un’operazione che richiede una certa complessità. D’altronde, parliamo di un titolo che ha avuto un impatto enorme sul piano immaginifico e storico, di un gioco che attualmente ricopre un posto speciale nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscere per la prima volta l’ossuto Sir Daniel più di 20 anni fa.
Due presupposti da cui bisogna assolutamente partire, soprattutto quando si parla di restauro. Poiché se da un lato l’obiettivo primario rimane sempre quello di riuscire a riadattare un classico alle esigenze del mercato odierno, dall’altro bisogna scontrarsi inevitabilmente con la sensibilità nostalgica di coloro che hanno potuto apprezzare l’opera nella sua forma originale.
Ma questo Sony dovrebbe ormai saperlo, visto e considerato che proprio nel caso specifico di MediEvil, si era già imbattuta nell’ipotesi del remake, attuatasi poi l’infelice parentesi di MediEvil: Resurrection, rifacimento dell’opera uscito nel 2005 su PSP. Un restyling che, nonostante il discreto successo di vendite, sulla carta finì per risultare troppo grossolano, con l’introduzione di alcune variazioni poco riuscite e una longevità ridotta ai minimi termini.
E adesso, a distanza di ben 21 anni dalla sua uscita e dopo una resurrezione fallita alle spalle, MediEvil torna a mostrarsi in una veste interamente rinnovata su Playstation 4. Dopo aver vagato per più di 20 ore insieme al nostro eroe ossuto, siamo pronti a darvi il nostro verdetto.
Ma prima di inoltrarci nella nostra analisi, vi ricordiamo che il remake di MediEvil sarà disponibile esclusivamente su PlayStation 4 e PlayStaion 4 Pro dal 25 ottobre 2019 e che la versione da noi testata è quella per PlayStation 4.
Un eroe tutt’ossa
MediEvil narra la storia di un codardo, di un grottesco imbroglione che grazie alle sue abilità di scaltro menzognero riuscì ad essere ricordato come l’uomo che salvò le sorti del regno di Gallowmere da un infausto destino. Si dice che il cavaliere in questione, Sir Daniel Fortesque, riuscì a compiere in una sola notte un’impresa oltremodo valorosa. Le leggende narrano che fu proprio lui ad arrestare la marcia del temibile stregone Zarok alla volta della conquista del regno. Le gesta di Sir Dan passarono alla storia: menestrelli e cantastorie raccontano di come egli, nonostante fosse stato ferito mortalmente, riuscì ad annientare l’oscuro negromante, inaugurando così un periodo di pace e prosperità che durò ben cento anni. Ma in verità, quella notte, le cose andarono molto diversamente ed il tanto decantato Sir Daniel perì per via di una freccia e molto prima quindi che potesse dimostrare le sue scarse abilità da condottiero. Fortesque dunque finì per rivelarsi nient’altro che un vile soldato, portato alla grandezza per imprese mai compiute.
Eppure, quest’affascinante storia non sembra essersi del tutto conclusa. A riscriverne l’epilogo, infatti, sarà proprio l’astuto cavaliere, tornato in vita in veste di scheletro per contrastare il ritorno del malvagio Zarok. Che sia giunta finalmente la sua occasione per riscattarsi?
. Rispetto all’edizione del 1998, la formula è rimasta quindi pressocché invariata, ma con l’aggiunta di piacevoli chicche pensate per sorprendere i fan di vecchia data ed inevitabili variazioni riguardanti principalmente le animazioni, il sistema di movimento e la gestione della telecamera.
Le movenze del nostro ossuto protagonista appaiono adesso molto più fluide e scattanti, ed in grado di rispondere in maniera molto più efficace alla pressione dei comandi rispetto al passato. Un miglioramento che va decisamente sottolineato, soprattutto in virtù delle evidenti limitazioni abbondantemente criticate riguardanti l’adattamento del sistema di controllo della versione originale. Nonostante, però, i numerosi e assolutamente apprezzabili sforzi da parte del team nel cercare di migliorare il feeling nelle animazioni e nei controlli, si ha purtroppo costantemente la sensazione che il titolo sia ancora pesantemente ancorato alla sua antica forma.
Purtroppo, è proprio sul piano ludico, che questo restyling soffre di tutta una serie di magagne. Da questo punto di vista, MediEvil accusa moltissimo il peso dei suoi anni: le limitazioni legate ad una scarsa ottimizzazione del sistema di controllo e della gestione della telecamera minano pesantemente l’esperienza di gioco, causando non poca frustrazione nel giocatore che spesso e volentieri dovrà fare i conti con una morte immeritata.
Guidare il nostro Sir Dan infatti sarà tutt’altro che agevole, complice non solo qualche bug di troppo ma anche una telecamera estremamente zoppicante pronta ad incespicarsi di continuo nel passaggio da uno scenario all’altro. Insomma, un lavoro di rielaborazione che se confrontato con gli ultimi restyling di casa Sony, in particolare riferimento ai recenti Spyro: Reigneted Trilogy e Crash Bandicoot: N’sane Trilogy, appare decisamente fuori forma per cura del dettaglio e giocabilità.
Per andare ulteriormente incontro agli standard attuali, il team di sviluppo ha messo mano anche all’interfaccia che adesso appare più pulita ed intuitiva, con la barra della salute che dall’essere posizionata al centro dello schermo passa a sinistra. Interessante, risulta l’inedita possibilità di switchare dall’arma leggera a quella pesante premendo il tasto triangolo, anche se l’avere a disposizione soltanto due slot spinge in ogni caso il giocatore a dover metter mano continuamente all’inventario.
Per quanto concerne, invece, la longevità, l’avventura raggiunge una durata compresa tra le 15 e le 20 ore. Questa, ovviamente, può estendersi ulteriormente qualora voi decideste di collezionare tutti i 20 Calici delle Anime sparsi per i vari livelli, concedendovi così non solo la possibilità di ottenere tutte le ricompense e le armi contenute nel nuovissimo Salone degli Eroi, ma anche e soprattutto la possibilità di imbattervi in un finale alternativo. Particolarmente da apprezzare, inoltre, è la scelta del team di conservare anche tutti quei livelli che erano stati omessi nella versione Resurrection, come La caverna delle formiche, Il parco del manicomio, Il segnatempo e tantissimi altri.
Ritorno a Gallowmere
Se sul fronte ludico l’opera non convince, è sul restyling stilistico che riesce infine a brillare in maniera splendida. Le atmosfere dell’opera originale rivivono con maggior forza e carattere in questo nuovo remake, seppur con qualche piccolo compromesso tecnico ed estetico che inevitabilmente porta il titolo ad abbracciare una deriva molto più cartoonesca (ma non per questo non in linea con i toni scanzonati e umoristici della produzione). Nel guidare Sir Daniel Fortesque tra gli oscuri e caratterici meandri del reame di Gallowmere, non si può far altro che lodare l’ineccepibile lavoro di rifinitura delle texture, degli ambienti e delle animazioni svolto dal team di Other Ocean.
Dai modelli poligonali dei protagonisti, passando per gli splendidi interni del nuovo Salone degli Eroi, fino ad arrivare alla mappa di gioco, ogni elemento è stato completamente ridisegnato per rendere questo nuova versione di MediEvil ancora più grottesca e viva.
Tra le novità principali di questa nuova versione, però, vi è anche l’introduzione di una nuova voce narrante affidata alle cure di Lani Minella, già doppiatrice di titoli come God of War, Darksiders e altri e la rimasterizzazione delle tracce audio, ora registrati in versione orchestrata, grazie al supporto della Sinfonica di Praga.
Peccato però che gli interventi sul restauro sonoro si fermino qui: tutte le altre voci del cast infatti corrispondono a quelle originali. Una scelta che se da un lato si rifà al profondo desiderio da parte del team di onorare il titolo PS1, dall’altra stride fortemente con i canoni produttivi attuali. D’altronde gli anni ’90, non sono di certo ricordati come degli anni prosperi da questo punto di vista e non si può non ammettere che il risultato che si ha ascoltando le voci originali di un titolo uscito nel ’98 non sia di certo entusiasmante.
In sostanza, il remake di MediEvil vuole rendere omaggio a quella splendida pietra miliare che vive ancora oggi con accorata nostalgia nei ricordi dei videogiocatori più navigati.
Al netto di un restyling ludico poco definito e di qualche increspatura sul versante tecnico (il titolo soffre ancora di qualche calo di frame rate), questa nuova versione rappresenta in toto il desiderio del team di restare quanto più fedele, forse anche troppo, all’opera originale. In effetti, se da un lato non si può che apprezzare la cura e il riguardo con cui gli sviluppatori si sono posti nei confronti della mitologia creata da Jason Wilson e Chris Sorrell, dall’altro è evidente che sia perso un po’ di vista l’obiettivo primario.
Il risultato, infatti, è un titolo che ad oggi risulta ancora un po’ troppo datato, ma ancora estremamente piacevole da giocare soprattutto per ciò che offre sul piano stilistico e narrativo. MediEvil sarà sicuramente invecchiato, ma spingersi per la prima volta lungo confini del reame di Gallowmere resta comunque e sempre un’esperienza meravigliosa, un avvincente viaggio che vale la pena compiere.
- Estremamente fedele all'opera originale
- Il fascino di Gallowmere è rimasto intatto
- Immaginario ancora più ricco e più vivo
- Nuova voce narrante ed elementi bonus
- Sul piano ludico ancora troppo datato
- Scarsa ottimizzazione del sistema di controllo
- La telecamera causa ancora un bel po' di problemi
- Qualche calo di frame rate