Lo studio del cervello per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale

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l’Intelligenza Artificiale ha fatto progressi impressionanti con le reti neurali artificiali (artificial neural networks – ANN) per l’apprendimento automatico. La visione artificiale, il riconoscimento vocale, i veicoli autonomi e la traduzione automatica sono solo alcuni degli ultimi utilizzi. Ma è studiando il cervello degli animali che si ritiene possibile progettare un sistema che replica le capacità cognitive e di apprendimento dell’essere umano.

L’articolo pubblicato su Nature Communications che descrive lo studio coordinato dal neuroscienziato Anthony Zador descrive le tecniche che potrebbero replicare le abilità peculiari umane e animali affinché anche una macchina possa apprendere e portare a compimento molte azioni compiute dall’uomo.

Le ANN sono state inventate nel tentativo di costruire sistemi artificiali basati su principi computazionali che rispecchiano le funzioni del sistema nervoso, ma il progresso ottenuto nell’apprendimento automatico, in particolare il deep learning non permette ancora di replicare le capacità cognitive dell’essere umano: attualmente il linguaggio, il ragionamento ed il buon senso potrebbero essere paragonati a quelle di un bambino di quattro anni.

 

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Occorre pensare che quelli che per noi sono azioni semplici ed elementari sono state ottenute dopo anni di evoluzione della specie. Il comportamento degli animali e dell’essere umano dipende da una combinazione di meccanismi sia appresi che innati: queste capacità non sono date solo dall’esperienza, ma sono insite nei nostri geni.

Inoltre gli animali e l’uomo nascono con una connettività strutturata che consente loro di apprendere molto velocemente.

Non si è ancora in grado di realizzare una macchina in grado di costruire un nido, inseguire prede o caricare una lavastoviglie.
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Se si riuscisse a replicare la funzionalità del cervello di un essere vivente semplice come il topo, il passo successivo per replicare quello umano sarebbe breve.

L’IA è ancora lontana dal raggiungere l’intelligenza di un topo e ancora non sembra che con il semplice ridimensionamento degli approcci attuali si raggiungeranno questi obiettivi.

È anche vero che se si riuscisse a replicare la funzionalità del cervello di un essere vivente semplice come il topo il passo successivo per replicare quello umano sarebbe breve.

In futuro con l’aumentare della potenza dei computer sarà possibile costruire una macchina più intelligente dei costruttori. Questa macchina “super intelligente” costruirà a sua volta una macchina ancora più intelligente attuando così un processo ricorsivo che accelererà fino a quando l’intelligenza non raggiungerà i limiti imposti dalla fisica o dall’informatica.

I computer moderni hanno già ampiamente superato le capacità computazionali umane, ma non possono eguagliare gli esseri umani su una serie di compiti decisamente specializzati definiti come intelligenza generale.

Non è ancora chiaro se lo studio del cervello degli animali porterà ulteriori progressi nell’intelligenza artificiale. Resta inteso che se si vuole progettare una macchina in grado di fare ciò che facciamo, occorrerà costruire un sistema secondo gli stessi principi di funzionamento del nostro cervello.

 

 

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