Neil Armstrong: la morte è un giallo, l’ospedale che lo curò è stato accusato di negligenza

Il New York Times ha ricevuto da una fonte anonima ben 93 pagine di documenti che mettono sotto accusa l’intervento di bypass coronarico ricevuto da Neil Armstrong nel 2012 prima della sua morte.

Un patto da sei milioni di dollari.

Un patto da sei milioni di dollari. Sarebbe questa la cifra sborsata dall’ospedale Mercy Health-Fairfile Hospital di Cincinnati per evitare il prevedibile ciclone di cattiva pubblicità e chiudere le controversie sulla morte sospetta di Neil Armstrong avvenuta una settimana dopo i fatti incriminati, il 25 agosto del 2012.

I figli accusarono la struttura sanitaria di aver causato la morte del celebre astronauta, fornendo cure insufficienti e immotivate. In particolare riferendosi ai fatti avvenuti in seguito ad un’emorragia occorsa durante la rimozione dei fili del bypass temporaneo applicato in seguito al ricovero per un problema cardiaco.

Questo imprevisto, secondo la scienza medica, può occasionalmente presentarsi per diversi motivi, ma non causerebbe la morte certa del paziente, bensì richiederebbe un intervento d’urgenza in sala operatoria.

Intervento che fu però posticipato, spostando Armstrong in un laboratorio di cateterizzazione dove sarebbe stato tentato un drenaggio del sangue senza però intervenire sull’emorragia in atto.

L’astronauta, trasportato poi in sala operatoria ormai con il cuore fermo e danni cerebrali permanenti, morì la settimana successiva senza mai riprendere conoscenza.

Neil Armstrong

 

Nonostante la difesa delle proprie posizioni e la convinzione in merito alle cure fornite, l’eventuale causa legale che ne sarebbe derivata spinse la direzione a cercare un accordo con la famiglia del celebre paziente, concedendo un risarcimento di sei milioni di dollari a fronte dei sette inizialmente richiesti.

In un comunicato stampa di questi giorni alla CNN, l’ospedale si è detto molto contrariato dal fatto che questi dettagli siano stati divulgati.

Sicuramente l’essere accusati di aver provocato la morte dell’eroe americano, per giunta durante i giorni dell’anniversario del primo allunaggio, non gioverà affatto all’immagine della struttura ospedaliera.

 

 

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