“That’s one small step for a man, one giant leap for mankind”. Con questa frase Neil Armstrong accompagnò il suo primo passo sulla Luna, il primo passo fuori dall’Eagle per il primo uomo che ha camminato su un altro corpo celeste. Ma cosa era successo nel mondo prima e in quale contesto storico e sociale fu possibile realizzare un’impresa che sembrava impossibile?
La fine della seconda guerra mondiale sancì la fine della supremazia europea e l’ascesa di due nuove Superpotenze. Come si legge nei libri di storia, la Seconda Guerra Mondiale è stato un evento che ha avuto enormi conseguenze sugli assetti internazionali, sui singoli paesi, sulle ideologie e sui comportamenti degli individui e della massa. La guerra determinò la fine del nazifascismo e lo sviluppo delle democrazie, ma anche la crisi dell’Europa che ormai aveva perso il suo ruolo di potenza mondiale.
Due soli Stati potevano dichiararsi Superpotenze: gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. Il primo poteva contare su un’indiscussa superiorità economica e militare (aveva il monopolio della bomba atomica), mentre il secondo, pur essendo più debole sul piano economico e demografico restava potenzialmente fortissimo e padrone di mezza Europa.
Quello che avevano in comune e che ha fatto la differenza rispetto agli stati del vecchio continente è che entrambe le due Superpotenze erano entità multietniche, dotate di immense risorse naturali, moltissimi apparati industriali e tutte e due avevano obiettivi di interesse mondiale.
Diffondevano entrambe, ma con caratteristiche diametralmente opposte, un messaggio globale su come assicurare il benessere ed il progresso dei popoli.
Il messaggio americano rappresentava la volontà di espansione della democrazia in regime di pluralismo politico, di concorrenza economica e libertà ideologica.
Il messaggio sovietico era dato dallo sviluppo di un modello collettivistico fondato sul partito unico con una pianificazione centralizzata e un’etica anti-individualista.
Il dopoguerra aveva lasciato ferite profonde negli individui: le atrocità dei crimini nazisti, gli orrori del genocidio e la comparsa di una micidiale arma di distruzione di massa, la bomba atomica, che avrebbe potuto minacciare la sopravvivenza dell’umanità.
Da qui la necessità di cambiamento, di definire delle nuove basi più stabili alle relazioni internazionali. In breve si diffuse il mito americano e gli Stati Uniti divennero il riferimento ideologico e culturale per la ricostruzione e la difesa: era il paese che dispensava speranze di gioia e di vivere.
Era inevitabile che due entità così potenti e piene di orgoglio iniziassero a litigarsi la supremazia dell’una sull’altra: così iniziò la Guerra Fredda.
La Guerra Fredda
Le ostilità in Europa ed in Asia non erano ancora finite e già si delineavano forti contrasti tra le due potenze vincitrici, ma c’erano tutte le intenzioni di mantenere un’alleanza nonostante le esigenze opposte.
Da una parte gli americani che comunque forti a livello economico miravano alla ricostruzione e a stabilire un ordine mondiale piuttosto che alla punizione dei vinti, dall’altra i russi che a causa delle grosse perdite volevano rivalersi su questi ultimi.
Franklin Delano Roosvelt (32° Presidente degli stati uniti) volle mantenere, nonostante queste divergenze, un dialogo con Iosif Stalin (Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Ma alla sua morte anche le possibilità di dialogo e cooperazione si spensero e l’arrivo di Harry Truman (33° Presidente degli Stati Uniti) portò ad un irrigidimento americano nei confronti dei sovietici.
E fu proprio la scelta americana di spalleggiare la Grecia e la Turchia, in applicazione della teoria del containment contro l’espansione sovietica, che decretò la fine del dialogo e l’inizio, così battezzata dal giornalista americano Walter Lippmann, della Guerra Fredda.
Una guerra non combattuta con le armi, ma con una irriducibile ostilità tra due blocchi fortemente contrapposti.
Anche se la fine della Guerra Fredda si fa coincidere con la morte di Stalin nel ’53, è chiaro che la tensione tra le due Superpotenze fu tale da non lasciare spazio ad alcun dialogo e questo si proiettò ben oltre tale periodo. Alla Guerra Fredda risale il tipo di mobilitazione ideologica e la preparazione militare che ha caratterizzato, nei decenni successivi, le relazioni tra i due Stati.
La corsa agli armamenti, quella allo spazio e storie di agenti segreti
Il conflitto strategico tra Stati Uniti e Unione Sovietica era stato caratterizzato dalla supremazia tecnologica come, ad esempio, il miglioramento e il rafforzamento di armi di distruzione di massa nucleari d’inaudita potenza (la Bomba H ad esempio), o il progresso in campo spaziale.
Con la fine della presidenza Truman e la morte di Stalin la Guerra Fredda perse i suoi principali propagandisti, ma nonostante ciò le nuove amministrazioni non portarono a significative risoluzioni tra le due superpotenze: l’Unione Sovietica nel ’53 represse violentemente la rivolta a Berlino delle classi operaie che protestavano contro il regime e negli Stati Uniti , con il generale Eisenhower (34° Presidente degli Stati Uniti) si accentuava l’atteggiamento di sfida contro i sovietici.
Altri conflitti erano ancor più sotterranei: è l’era delle spie e dei traditori. Le spie venivano inviate sia da Est che da Ovest per scoprire gli obiettivi strategici militari e civili, reclutate sul posto e obbligate al servizio.
Se scoperti gli agenti potevano affrontare sorti differenti a seconda della convenienza: venivano uccisi immediatamente o arrestati e successivamente scambiati con altri agenti. Le spie potevano essere lasciate libere di agire, anche se sempre sotto controllo, sia per poter individuare altri agenti che necessariamente costituivano la serie di contatti esistenti della rete spionistica avversaria, sia per fornire false informazioni create ad hoc.
Questo periodo storico, la Guerra Fredda, costituita principalmente da operazioni di spionaggio e propaganda, va a braccetto anche con un altro momento molto importante: la Corsa allo Spazio (detta anche prima era spaziale).
Le due super potenze si sfidano anche per la conquista dello spazio sfoderando le proprie capacità tecniche e militari.
Se i satelliti potevano spiare una nazione nemica, i successi spaziali potevano invece propagandare le capacità scientifiche acquisite e il potenziale militare.
La corsa allo spazio iniziò con il lancio del satellite Sputnik 1, il 4 ottobre del 1957, da parte dell’Unione Sovietica. Un momento importante, perché portò la rivalità tra le due potenze non solo a misurarsi a livello militare, ma anche su quello ideologico, culturale e tecnologico. La tecnologia spaziale divenne la leva del conflitto ideologico e militare a “distanza”.
Lo Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale ad essere messo in orbita attorno alla Terra: il lancio venne visto nell’Unione Sovietica come segno delle capacità scientifiche e ingegneristiche della nazione.
Il popolo sovietico seguì con grande interesse il lancio e il seguente programma di esplorazione spaziale: i progressi tecnologici della nuova epoca erano un segnale molto importante e di grande incoraggiamento per un popolo che era stato devastato dalla guerra.
Prima dello Sputnik, la convinzione americana era quella che gli Stati Uniti fossero leader indiscussi in tutti i campi tecnologici. L’evento non passò certo inosservato negli Stati Uniti e provocò anche una serie di preoccupazioni per le sue implicazioni militari ed economiche che portarono l’amministrazione di Eisenhower ad approvare diverse iniziative, una fra tutte la costituzione della NASA (National Aeronautics and Space Administration – Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche), l’agenzia governativa responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America e della ricerca aerospaziale.
Potrebbe interessarti:
In risposta allo Sputnik, gli Stati Uniti fecero sforzi enormi per recuperare la superiorità tecnologica. Circa quattro mesi dopo il lancio dello Sputnik 1, gli Stati Uniti lanciarono il loro primo satellite, l’Explorer I (31 gennaio 1958).
I primi satelliti furono molto utili anche a livello scientifico. Lo Sputnik aiutò a determinare la densità dell’atmosfera superiore e i dati di volo dell’Explorer portarono alla scoperta delle Fasce di Van Allen, dallo stesso James Van Allen.
Lo Sputnik 1 rimase in orbita per tre settimane prima che le sue batterie si esaurissero quindi continuò ad orbitare per altri due mesi prima di rientrare nell’atmosfera distruggendosi. Era costituito da una sfera di metallo levigata del diametro di 58 cm con quattro antenne radio esterne per trasmettere gli impulsi.
Il Programma Sputnik dell’Unione Sovietica ebbe inizio nel 1948, grazie ai progetti di alcuni missili tedeschi e alle intuizioni di Sergej Korolev, ingegnere e progettista di razzi che comprese la possibilità di modificare i missili militari in vettori per il lancio di satelliti.
L’annuncio del successo del lancio venne dato da Radio Mosca la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1957.
Con il lancio dello Sputnik 1 l’Unione Sovietica mise in scacco gli Stati Uniti.
La Russia e il primo uomo nello spazio
I russi avanzano di un altro passo sulla scacchiera e il 12 aprile del 1961 inviano il primo astronauta nello spazio. Yuri Gagarin girò per due ore attorno alla Terra a bordo della navicella Vostok. Gagarin divenne un eroe nazionale e la sua impresa ebbe eco in tutto il mondo.
Molte frasi celebri a lui attribuite, anche se con qualche dubbio, tra cui
Non vedo nessun Dio quassù
che fu utilizzata dai sovietici per la propaganda a favore dell’ateismo di Stato.
Gli Stati Uniti dopo il secondo sorpasso certamente non potevano restare in silenzio e replicarono moltiplicando i propri sforzi finanziari nel settore e puntando ad un obiettivo molto più ambizioso: lo sbarco di uomini sulla Luna.
Questo obiettivo aveva un nome:
Programma Apollo
Continua… questa è la prima puntata di una serie di articoli speciali dedicati allo sbarco dell’uomo sulla Luna. Ecco la seconda puntata:
Gli articoli di questa serie: