La versione poliziesca della serie Yakuza mette sul piatto un maggior dinamismo nel gameplay e una nuova infornata di personaggi indimenticabili, ma sarà abbastanza?
Ed eccoci finalmente qui, a giudicare Judgment, nuovo progetto dei Ryu Ga Gotoku Studio che, esattamente come ogni spin-off degno di questo nome, si impossessa delle scenografie rese famose dalla serie Yakuza per metterle a disposizione di un nuovo cast, una nuova storia e nuove meccaniche di gameplay.
In Judgment il nostro alter ego non è nemmeno un criminale, come nella serie originale, bensì un ex avvocato, costretto a rassegnare le dimissioni dopo aver difeso con successo un pluriomicida, e reinventatosi successivamente investigatore privato.
Nel primo, lunghissimo capitolo di gioco, Judgment apre estremamente lento, ma non è facile sbrigarsi quando lo scenario in cui ci ritroveremo fin da subito coinvolti è così complesso, pieno di volti e nomi da ricordare se avete intenzione di capirci qualcosa.
Fortunatamente in nostro aiuto arriva subito in soccorso un menù apposito, pensato proprio per ricordarci ogni dettaglio del caso a cui staremo lavorando. Questa sorta di compendio si aggiorna automaticamente ad ogni passaggio di trama, ad ogni nuovo indizio scoperto, rendendo estremamente facile ciò che a prima vista non lo sarebbe stato mai.
A grandi linee l’incipit è questo: uno Yakuza di una famiglia estranea al quartiere in cui è ambientato il gioco, la solita meravigliosa Kamurocho, è stato assassinato.
Non ci sarebbe nulla di particolare se non fosse che il corpo è stato trovato senza gli occhi, la stessa condizione di altri cadaveri legati alla criminalità organizzata nei mesi precedenti.
Nel primo capitolo, il nostro scopo è quello di trovare le prove per scagionare un altro Yakuza, accusato erroneamente del recente omicidio rituale. Come potete facilmente immaginare, si tratta soltanto di una scintilla da cui poi, nei capitoli successivi, si propagheranno le fiamme.
Le cose inizieranno a complicarsi dal terzo capitolo, ma la faccenda è tanto ben raccontata che anche la prima dozzina di ore, le più lente, scorreranno via abbastanza piacevolmente.
Bisogna però entrare nello spirito giusto perché Judgment non ha i ritmi e dialoghi del tipico videogame; ricorda invece più un dramma criminale da televisione giapponese che un gioco di ruolo, o un brawler, che sono poi due generi fondamentali nel DNA di Yakuza, e ora dello stesso Judgment.
Ed esattamente come Yakuza, forse giusto con un pizzico in più di coerenza, anche questo nuovo titolo spazia tra diversi stati emotivi senza farsi troppo problemi, permettendosi anche più di un momento comico.
Law & Order
Il gioco è composto principalmente da fasi esplorative in cui si è liberi di provare le tante attività presenti nel distretto in cui è ambientato, scazzottate con un combat system tra i migliori della serie e tante missioni e casi secondari che, una volta risolti, permettono di stringere amicizia con altri personaggi che successivamente, in alcuni momenti, ci presteranno aiuto in battaglia.
In più, col passaggio da Yakuza a Judgment, il team di sviluppo ha aggiunto sezioni in cui è necessario controllare al millimetro un’area prestabilita alla ricerca di indizi (dove c’è sempre un gatto nascosto che, se trovato, elargirà punti esperienza in più, ma non solo), perlustrazioni alla guida di un drone protagonista anche di uno dei passatempi più elaborati e quindi persino modificabile, e fasi in cui si giocherà con dei dialoghi a bivi.
Il problema è nella linearità della trama che non permette errori o ramificazioni narrative, che andava pure bene quando il protagonista era Kazuma Kiryu, ma che in un gioco in cui la parte giuridica svolge un ruolo così importante, anche alla luce delle meccaniche di Phoenix Wright di Capcom, farà sicuramente storcere il naso a chi si aspettava una sfida che andasse oltre quella muscolare su cui è costruita la serie principale.
Questo non vuol dire che Judgment non ti faccia sentire partecipe delle sue meccaniche ma anzi, è piuttosto divertente andare a caccia di indizi, codici nascosti, gatti (maledetti gatti!).
Naturalmente le armi sono come sempre una rarità, qui si combatte con le arti marziali; il protagonista ha a disposizione due stili diversi pensati per essere utilizzati a seconda del numero di avversari che ci circonderà.
L’azione è molto più dinamica che nei giochi della serie principale, con tanto di mosse aeree da attivare correndo verso i muri e poi inanellando la combo più opportuna; altre mosse che rendono molto più divertente del solito il sistema di combattimento permettono di utilizzare i nemici atterrati come una sorta di cavallina, dalla quale balzare contro le altre minacce con mani e gambe già in posizione.
Kamurocho Lullaby
Judgment è un’avventura piuttosto lunga, che lo diventerà ancora di più se vi farete rapire dalla sua magnetica ambientazione. Come detto in fase di anteprima, il distretto di Kamurocho altro non è che una fedele riproduzione di Kabukicho, il distretto a luci rosse di Tokyo.
Qui non solo troverete gli stessi palazzi, ma anche molti degli stessi negozi che potrete utilizzare per comprare oggetti utili ed inutili, o per scoprire nuove attività secondarie. Chi conosce la serie Yakuza non si sorprenderà, ma tutti gli altri siamo certi che sentiranno un brivido lungo la schiena quando scopriranno che nella mappa sono presenti anche due sale giochi Sega piene di riproduzioni di coin-op realmente esistenti, oltretutto perfettamente funzionanti.
Tra un’indagine e l’altra potrete per esempio giocare alla versione completa di Virtua Fighter V, Puyo Puyo, e molti altri,
come anche dedicarvi alle gare di drone o a una delle più folli missioni secondarie presenti, come quella in cui saremo chiamati a riconoscere la miscela di caffé appena bevuta.
Nel corso del gioco, potremo anche conoscere diverse ragazze con le quali uscire per un appuntamento e stringere un rapporto di amicizia, o più profondo. Non aspettatevi però volgarità gratuite o un approccio diretto come in un gioco occidentale, qui i toni sono di ben altro calibro e spesso un’uscita del genere è più un pretesto per un buon dialogo che per una notte di follie.
Il protagonista, Takayuki Yagami, è interpretato dal cantate J-Pop, nonché attore, Takuya Kimura, che ci regala un’interpretazione davvero ben riuscita e sempre molto credibile anche se da questo punto di vista, considerando anche i personaggi secondari, il lavoro svolto dal team di sviluppo è inferiore all’eccellenza raggiunta con i volti del sesto Yakuza.
Si nota insomma un valore produttivo leggermente più basso, che tradisce la sua natura da spin-off ancora in cerca di conferme.
Conclusione
Se avete già divorato tutti gli Yakuza, giocare a stretto giro questo Judgment potrebbe essere dura visto che la formula di gioco è pressoché la stessa, come anche l’ambientazione.
Se invece con Judgment sarà la vostra prima volta con un gioco firmato Ryu ga Gotoku Studio, e come noi subite il fascino del Giappone, non aspettate un secondo di più: questo potrebbe essere il vostro videogioco dell’anno.
E poi Judgment è il primo gioco dell’universo Yakuza ad essere tradotto in italiano dopo anni, e già questo dovrebbe bastare a tutti quelli che si sono tenuti ben lontani dalla serie principale per colpa della lingua.
Una cosa è certa: è vero che la serie è iterativa, sempre molto simile a se stessa nonostante le novità introdotte di volta in volta, ma rimane comunque l’unica in grado di proporre personaggi e storie del genere.
Judgment non è il gioco più riuscito del Ryu ga Gotoku Studio, ma senza dubbio uno dei più affascinanti.
- Kamurocho è tornata
- Ottimo combat system
- Completamente in italiano!
- Kamurocho è tornata
- Inizio lento