Heroes in Crisis: cosa si nasconde nelle menti turbate degli eroi DC Comics?

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Esiste un luogo nel’universo DC Comics dove gli eroi possono trovare sostegno psicologico, dopo gli inevitabili traumi derivanti dai tanti scontri, perdite e in generale dalle conseguenze dell’essere un supereroe: si chiama Rifugio, ed è stato creato da Batman, Superman e Wonder Woman. Ora però il Rifugio non è più un luogo sicuro, il sangue è stato versato. State per entrare nelle menti traumatizzate dei più grandi eroi della Terra, difficile uscirne illesi.

Un aspetto fondamentale dell’essere un supereroe è sempre stato relativamente poco approfondito nelle normali continuity dei comics.

Per quanto dotato di superpoteri, nessuno può trascorrere una vita intera a combattere, perdere, rialzarsi senza conseguenze psicologiche terribili.

Pensate a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller e tornate con la memoria alle reazioni di un Batman troppo vecchio e stanco per accettare compromessi.

In fondo abbiamo sempre avuto il sospetto che lo stesso Uomo Pipistrello non sia poi tanto meno pazzo rispetto ai criminali che combatte, ossessionato dalla sua crociata solitaria, pronto ad allontanare tutto e tutti pur di raggiungere il bene assoluto che ogni sua missione comporta e sempre pronto a fronteggiare tanto i nemici quanto gli amici di sempre, magari conservando di nascosto della kriptonite dentro la propria bat cintura.

Dunque abbiamo manie di persecuzione, paranoia, un trauma della perdita dei genitori mai risolto e pesanti problemi di socializzazione. Così giusto a prima vista.

E che dire di Superman?

Un alieno, adottato dalla Terra, un dio tra gli uomini, che nella normale vita quotidiana finge di essere un buon ragazzo di campagna, maldestro e agli occhi di tutti persino incapace di trovare realizzazione.

Qual è la vera identità? L’eroe in tuta azzurra e rossa, che si sforza di limitare anche le proprie capacità per non recare troppi danni, o il timido campagnolo del Kansas, cresciuto a sani principi e mitezza?

Personalità dissociate, continua repressione di sè, forse pure agorafobia.

Anche Wonder Woman non viene risparmiata dall’analisi. Una semi dea cresciuta da una società matriarcale, incapace di trovare un uomo che possa eguagliare o sostenere il suo potere, priva di una figura paterna di riferimento e recentemente privata anche della presenza di un ritrovato fratello gemello perduto, l’unico che avrebbe potuto comprendere e alleviare la solitudine di essere quasi immortali.

Diagnosi: trauma da perdita con passaggio in tutte le fasi tipiche della situazione e uno stato depressivo forse già avanzato.

Vista da questo punto di vista insolito la Trinità DC Comics non sembra poi così titanica come siamo abituati a vedere.

 

 

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E grazie al bravissimo Tom King, l’ex agente della CIA ora autore di fumetti, già creatore di capolavori come Sheriff Of Babylon, Mister Miracle e autore del recente (e discusso) ciclo di Batman, e al disegnatore Clay Mann, ora potremo dare uno sguardo del tutto inedito alla psiche di molti personaggi del pantheon supereroistico della casa di Burbank, in un’opera molto attesa e che ha fatto notizia fin da subito.

In Nebraska, in una zona remota, si trova il Rifugio, un luogo creato dalla Trinità (Bats, Supes e Diana), dove gli eroi possono concedersi una pausa, raccontarsi, psicanalizzarsi tra uno scontro e l’altro.

In Nebraska, in una zona remota, si trova il Rifugio, un luogo creato dalla Trinità (Bats, Supes e Diana) con tecnologia kriptoniana e con un’intelligenza artificiale infusa delle caratteristiche dei suddetti creatori, dove gli eroi possono concedersi una pausa, raccontarsi, psicanalizzarsi tra uno scontro e l’altro. Insomma dove poter curare le proprie ferite.

Perchè le ferite derivanti dai tanti combattimenti non sono solo fisiche, ma soprattutto mentali.

Eroi come Wally West, Hot Spot, Blue Jay, Capitan Acciaio ne hanno già usufruito e non sono i soli; anche personaggi borderline come Poison Ivy, Harley Quinn e Booster Gold ci sono passati e la chiave di tutto sembrano essere proprio questi ultimi due.

Un incontro apparentemente casuale tra i due in una tavola calda sfocia in uno scontro selvaggio dove il dorato viaggiatore del tempo sembra avere la peggio sulla furia omicida della ex psicanalista di Arkham.

Volano le accuse, Harley afferma che è tutta colpa di Booster, ma non sappiamo di cosa.

 

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Sarà Superman a svelare il segreto: il rifugio è letteralmente tappezzato dai cadaveri dei più recenti ospiti.

Chi ha potuto compiere questo massacro affrontando diversi eroi dotati di supercapacità senza dar loro alcun possibilità?

Che cos’è esattamente il Rifugio (di cui già abbiamo avuto indizi sulla serie regolare di Batman e su Doomsday Clock) e perchè gli unici indiziati sono Booster Gold e la notoriamente squilibrata Harley Quinn?

Tom King con la classica formula del giallo da risolvere mette a nudo le psicologie dei personaggi più turbati (Booster Gold e Harley Quinn) in un affresco di grande concretezza e verosimilità.

Tom King con la classica formula del giallo da risolvere mette a nudo le psicologie dei personaggi più turbati (Booster Gold e Harley Quinn) in un affresco di grande concretezza e verosimilità e non perde occasione per sottolineare quanto la stessa Trinità sia costantemente minata dalla mancanza di fiducia di Batman (che serba sempre qualche segreto per affrontare chiunque), dall’insicurezza di Superman e dall’irruenza di Wonder Woman.

E in mezzo alle varie vignette assisteremo anche alle videoconfessioni dei diversi eroi (e non) DC COMICS registrate dalla IA del Rifugio, dandoci nel contempo quindi la dimensione della sofferenza e del dramma di ognuno, visto che tra i “pazienti” figureranno anche Batman, Wonder Woman e Superman.

 

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Il primo numero di questa serie parte con il giusto ritmo, alternando splash page ad una classica gabbia francese a nove vignette.

Il primo numero di questa serie parte con il giusto ritmo, alternando splash page ad una classica gabbia francese a nove vignette (nelle registrazioni delle video testimonianze) e fornendo tutti gli elementi accattivanti tipici del giallo: un pluri-omicidio, due indiziati uno più scoppiato dell’altro, degli investigatori che pur giocando nella stessa squadra non si dicono proprio tutto e mettendo la pulce nell’orecchio a tutti noi, ovvero suggerendo che forse gli eroi non sono poi così forti e invincibili come crediamo.

È presto per definire il successo di una serie che è solo al primo numero (di 5), ma le premesse, così come i dialoghi e la scrittura, sembrano solidissime e richiamano, con le dovute proporzioni, quel capolavoro dello stesso autore che è Mister Miracle, quanto ad atmosfere e introspezione dei personaggi.
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Clay Mann disegna ottime tavole, dal tratto realistico, dove le espressioni sono curatissime, così come le inquadrature dal taglio cinematografico, restituendo un’ottima prova, valorizzata dai colori attenti di Tomeu Morrey (coadiuvato da Arif Prianto nel secondo numero).

Colpisce il personaggio di Harley Quinn, ottimamente tratteggiato nei suoi continui disturbi di umore che la fanno passare attraverso stati mutevoli nel giro di brevissime sequenze. Ottimo quindi il connubio tra sceneggiatura e matite con un Clay Mann che evidentemente interpreta alla grande le indicazioni dell’autore.

 

 

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Tom King fornisce l’ennesima prova del suo talento di scrittore, forse più adatto a mini serie rapide ed incisive che non a lunghe continuity.

Non fa altro che spostare i riflettori su qualcosa che è sempre esistito nel mondo dei supereroi (basti pensare a Watchmen, Il Demone nella bottiglia e molti altri fumetti) ma che, per mantenere l’aura di superiorità dei personaggi stessi, nelle serie regolari è sempre stato relativamente poco approfondito.

La trovata è buona nella sua semplicità così come l’introduzione di un giallo da risolvere e la vicenda sicuramente riserverà interessanti colpi di scena.

 

 

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Nel frattempo ci godiamo i buoni disegni, ottimi anche nelle sequenze di combattimento tra i due principali indiziati, e ci facciamo venire l’acquolina in bocca per il proseguimento.

Ci piacciono i fumetti di supereroi fatti così, ci piacciono un sacco.

Il caso è solo all’inizio e segreti che dovrebbero restare tali saranno rivelati.

Riuscirà la Trinità a farcela anche questa volta? E con quali conseguenze?

 

78
ME GUSTA
  • Ottima scrittura di Tom King che crea un semplice giallo per poter scrutare nella psiche degli eroi
  • Buonissima la parte grafica con un Clay Mann in forma e buoni colori
  • Il ritmo viene intervallato dalle video confessioni degli eroi che mostrano le loro debolezze
  • Sempre bello il confronto tra i membri della Trinità
  • Ce ne fossero di più fumetti di supereroi scritti così
FAIL
  • In questo primo numero forse si poteva anche osare un pochino di più in termini di messa in scena
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