Nicolas Winding Refn fa il suo esordio nel mondo della serie TV con il suo Too Old To Die Young e decide di farlo in grande stile al Festival di Cannes. Una discesa negli Inferi a Nord di Hollywood, metafora dell’America di oggi, dove l’antieroe è un sicario in cerca di redenzione.
Deserti. Luce al neon. Un antieroe. Sangue.
Ecco gli elementi chiave della serie Too Old To Die Young di Nicolas Winding Refn al suo debutto con la serialità proprio sulla Croisette di Cannes che, qualche anno fa, lo aveva accolto con il controverso The Neon Demon, il quale spaccò totalmente la critica.
Oggi Refn, più in forma che mai, arriva con un’opera complessa e articolata. Un puzzle in 10 episodi da oltre 70 minuti l’uno. Dei veri e propri mini film che, sebbene girato secondo l’ordine cronologico degli eventi, possono essere visti secondo l’ordine che gli spettatori più preferiscono, almeno secondo il volere dello stesso regista.
Questa dichiarazione lascia perplessi ma, al tempo stesso, non sorprende. Proprio Refn ha deciso quali episodi mostrare alla stampa in occasione del Festival di Cannes, ovvero il quarto e il quinto.
E se da una parte abbiamo un quarto episodio un po’ di stallo, verboso e fatto di lunghe scene che più che presentarci un’azione ci presentano una situazione, quella di dissidio interiore che vive il nostro protagonista (Miles Teller); dall’altra parte il quinto episodio sembra essere la summa massima del cinema di Refn: dalle luci ai personaggi, passando per le più torbide situazioni che hanno come protagonisti violenza e sesso.
Ritorna il concetto dell’estetismo, dell’ossessione della bellezza e del piacere.
Ci si concentra nuovamente sul feticismo più sfrenato, quello del corpo ma non solo. Un ventaglio di personaggi umani dalle più assurde sfumature, che ruotano tutti attorno ad un unico comune denominatore: la critica sociale.
Si perché Too Old To Die Young non è altro che un manifesto, una lettera firmata e controfirmata dallo stesso Refn nei confronti di un’America politica sempre più in declino.
Una vera e propria apocalisse quella messa in scena dal regista danese, da sempre conosciuto per il suo stile eccessivo e particolarmente attento al dettaglio, al simbolo, alla metafora.
In questo caso troviamo le suggestioni di Solo Dio Perdona, le ossessioni di The Neon Demon, la violenza di Pusher, l’antieroe di Drive. E proprio parlando di Drive, Miles Teller sembra essere il frutto di un lavoro basato proprio sull’antieroe iniziato dalla collaborazione tra Ryan Gosling e Nicolas Winding Refn.
Un personaggio imperturbabile, enigmatico. Impossibile capire cosa passi davvero per la sua testa. Impossibile prevedere le sue emozioni. Le sue mosse. Teller, in particolar modo nel quinto episodio, ci offre una performance davvero sorprendente, cambiando quasi pelle davanti agli occhi dello spettatore, tutto al fine di raggiungere il proprio scopo: freddo e spietato.
Ed anche lui sembra essere vittima delle sue ossessione, della sua addiction e da un senso di giustizia tanto sensato quanto perverso.
Tecnicamente parlando ritornano le inquadrature che indugiano sui personaggi, sul proprio volto, osservandoli da vicino. Dissolvenze e sovraimpressioni che portano lo spettatore a scavare nella mente del personaggio in questione. Giochi di colori. Di transizioni. E un tappeto che, come sempre, accompagna magistralmente la narrazione, diventando quasi un tutt’uno con la storia, elemento tipico del cinema di Refn.
Ma se il quinto episodio suggestiona, emoziona, disturba e cattura l’attenzione dello spettatore, più deludente il quarto episodio che, come anticipato prima, non dice mai veramente qualcosa.
Sembra quasi un episodio di preparazione, se non fosse che ci troviamo quasi a metà della stagione. L’azione viene del tutto sostituita dalla riflessione. Dalla sospensione dello stesso racconto, dilatando la scena e ciò che viene, più o meno, raccontato.
Sulla base di questo non possiamo certo dare un giudizio alla serie di questo grande regista. Certo è che Nicolas Winding Refn non è uno che non sa stupire e, come prevedibile, Too Old To Die Young ha in sè un fascino conturbante e letale. Sicuramente un prodotto a cui dare una possibilità e da non farsi sfuggire se si è amanti del regista.
Too Old To Die Young arrivao il 14 Giugno su Amazon Prime Video.