Dopo il successo al cinema, un fumetto e un romanzo, l’evoluzione e la rivoluzione di RIDE continua anche in home video e in versione gioco da tavolo. Il film di Jacopo Rondinelli, infatti, si trasforma in un gioco da tavolo grazie a Pendragon Game Studio e Luca Maragno. In occasione del lancio del home video e del card game, abbiamo intervistato Jacopo Rondinelli e Fabio Guaglione.
Lo scorso 6 Settembre è arrivato al cinema RIDE, pellicola interamente girata con action cam che combina il genere sportivo al thriller, assieme a qualche sfumatura horror, per un mix accattivante che porta al cinema qualcosa di fresco e unico, strizzando non poco l’occhio ai videogame.
Non semplicemente un film, ma un vero e proprio progetto crossmediale che ha abbattuto le regole di genere, confezionando un vero e proprio gioiello che ha saputo stregare moltissimi spettatori, tanto in Italia quanto all’estero.
La pellicola è stata diretta da Jacopo Rondinelli, affiancato da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, già conosciuto per la pellicola di suspence MINE.
È davvero difficile riuscire a definire RIDE, un progetto ambizioso e ricco di sfumature.
Dopo il suo debutto al cinema, RIDE è diventato anche un fumetto ed un romanzo, scritto da Adriano Barone. Il 4 Aprile, grazie alla collaborazione tra Lucky Red e Koch Media, RIDE arriva anche in versione home video in tre diverse edizioni limitate, tra cui l’Exclusive Edition all’interno della quale è possibile trovare 2 Card Game speciali che andranno a comporre la vera novità legata a questo progetto, ovvero il suo gioco da tavolo.
Nato da un’idea di Luca Maragno, RIDE diventa un card game, RIDE – Gioca o Muori, edito dalla Pendragon Game Studio, uscito lo stesso 4 Aprile.
In occasione del lancio delle versioni home video e del gioco di carte, abbiamo partecipato ad un interessante incontro a Milano nel suggestivo Deus Ex Machina, dove Jacopo Rondinelli e Fabio Guaglione, accompagnati dallo sceneggiatura Marco Sani e dal regista delle seconda unità Angelo Camba, ci hanno parlato della nascita di RIDE ma anche di tutti i contenuti speciali ed extra presenti all’interno della versione home video.
Ovviamente siamo partiti proprio ascoltato Fabio Guaglione e Jacopo Rondinelli, sul concepimento di RIDE, inizialmente come ambizioso prodotto audiovisivo interamente girato con action cam, e successivamente sullo sviluppo di RIDE che dal cinema lo ha visto abbracciare altri medium, come per esempio il fumetto, il romanzo e, adesso, anche il gioco.
Siamo partiti da un preciso concept: giriamo tutto un film con macchine Go Pro. Volevamo usare il linguaggio dello sport estremo per poter raccontare un thriller. Era qualcosa di nuovo, provocante, e questa provocazione ci piaceva.
Inizia a raccontarci Fabio Guaglione, sceneggiature e produttore del film, che ha affiancato Rondinelli anche nella regia.
Da lì sono partite tante domande che ci hanno aiutato a formare la storia. Per ogni punto macchina presente nel film, per ogni svolta e decisione del personaggio, noi ci siamo posti una domanda: perché?
Attraverso questo abbiamo iniziato a ricamare tutta la storia attorno ai protagonisti. Dobbiamo essere comunque grati alla Lucky Red, perché è stata abbastanza folle da accettare subito un progetto così folle e che mai era stato concepito prima.
A seguire ascoltiamo il regista Rondinelli, che invece, spiega meglio la difficoltà e l’obiettivo che si sono posti nell’usare come mezzo quello dello sport estremo.
Questo tipo di estetica, intendo quella dello sport estremo, è stata sdoganata con il tempo, sebbene in un formato diverso, ovvero in formati video molto brevi.
La sfida che, invece, noi ci siamo posti è stata quella di realizzare, con la stessa tecnica di un film breve, un racconto di un’ora e mezza con il quale lo spettatore, grazie soprattutto ai protagonisti, potesse entrare in sintonia ed empatia.
Siamo stati molto attenti su questo punto, perché era la chiave di volta su tutto. Abbiamo giocato sui dei tiri e molla per far sì che il pubblico non fosse saturato da questo tipo di estetica. Sicuramente in parte il film tramortisce, stordisce, ma era anche quello era il nostro volere.
E comunque aveva deciso di creare una vera e propria bestia che non potesse essere domata del tutto.
Conclude, infine, Fabio Guaglione:
Abbiamo cercato di creare un vero ibrido tra un film e un reality show. Per come è girato e scritto, abbiamo pensato anche allo stesso concetto di voyeurismo, perché tu, spettatore, stai guardando esattamente quello che la Black Babilon sta vendendo ai proprio clienti: due ragazzi messi l’uno contro l’altro, in una sfida dove a vincere sarà l’unico che potrà sopravvivere e, in fondo, ci godi anche un po’ a vedere questo scontro tra gladiatori.
Guarda la nostra video intervista a Fabio Guaglione e Jacopo Rondinelli:
[twitch]408548313[/twitch]
Una volta deciso il progetto e steso il soggetto, un film va prima di tutto scritto. A scrivere la pellicola, assieme a Guaglione, c’è Marco Sani, che spiega quali sono le difficoltà della scrittura di un found footage, soprattutto quando già in sceneggiatura si deve tener conto che i punti macchina in una scena non saranno i canonici due o tre, ma bensì venticinque.
Abbiamo iniziato a parlare e discutere di questo progetto nel 2013. Quando siamo arrivati ad un punto abbiamo proceduto con la prima stesura, che ha richiesto un 6-8 mesi di lavoro.
Scrivere un found footage non è affatto semplice. È faticoso, molto faticoso, sebbene faccia risparmiare molti soldi per quanto riguarda la produzione. Per un film del genere devi rispondere e risponderti a tante domande.
E più trovi una risposta, più ti devi confrontare con altre domande. Inoltre, con un film come RIDE hai un numero maggiore di camere, quindi devi giustificare ogni punto macchina presente nel film. Cosa vuol dire questo? Altre domande.
Sicuramente questo è stato uno degli aspetti più complessi di tutto RIDE.
Tante macchine vogliono dire anche più occhi. Sicuramente quelli di Rondinelli e Guaglione non bastavano di certo. Ad assistere la regia principale, come per ogni film, c’è anche la regia della seconda unità, che generalmente si occupa di dettagli e scene di raccordo utili per il montaggio. In questo caso, però, la seconda unità è stata decisamente più importante, perché si è occupata di tutte le sequenze di down hill.
Questo tipo di scene erano molto importanti per il film, proprio perché facevano parte del linguaggio della storia.
Afferma Angelo Camba, che appunto si è occupato della regia della seconda unità.
RIDE nasce con l’intento di essere uno di quei film sportivi prodotti dalla Red Bull. È in parte questo, e in parte altro. Bisogna però tenere molto conto di questo tipo di linguaggio.
Girare tutte le sequenze più dinamiche e adrenaliniche, quelle più spericolate, salti, inseguimenti, voleva dire girare una componente molto importante per il film.
Ovviamente anche da questo punto di vista la preparazione precedente è stata importantissima. Abbiamo iniziato un anno prima che iniziassero ufficialmente le riprese.
C’è stato uno studio molto approfondito del linguaggio degli sport estremi e, inoltre, dovevamo anche noi rispondere a delle domande perché perfino le camere ferme, i punti macchina fissi, dovevano essere giustificati.
Infatti, molti di quelli sono il punto di vista delle macchine messe dalla Black Babylon.
Ultimo capitolo del nostro incontro è stato quello che riguarda RIDE – Gioca o muori, il card game ispirato al film, creato da Luca Maragno ed edito dalla Pendragon Game Studio.
Il gioco non è solo una sorta di continuazione del film, ma c’è un vero e proprio studio su ogni personaggio ed elemento, compreso un livello bonus segreto sbloccabile solo se si riesce a finire tutto il gioco.
Quando ho visto questo progetto messo in piedi ho capito che era stato creato un vero e proprio mondo che, in questa maniera, in Italia nessuno aveva creato prima. Ho pensato che un gioco da tavolo potesse essere perfetto.
Racconta Luca Maragno.
Dopo un periodo embrionale, durante il quale ho prodotto un prototipo che ho mostrato a Fabio, abbiamo deciso di basare il tutto su tre sfide abbastanza che richiamasse il mood del film, ma senza rendere il gioco troppo complesso.
Abbiamo voluto creare comunque qualcosa che strizzasse l’occhio all’arcade boardgame e che fosse si, legato al film, ma al tempo stesso molto autonomo.
Per quelli che più amano giochi di questo tipo, abbiamo anche inserito una modalità nascosta, da leggere solo una volta finita la campagna. La campagna è composta da quattro livelli, se ne può completare uno oppure tutti e quattro. Giunti al quarto si può procedere a sbloccare il livello segreto.
Conclude alla fine l’incontro Fabio, dicendo:
All’interno del mondo di RIDE, abbiamo cercato di collegare tutti i vari prodotti: film, fumetto, libro, home video e gioco. Non solo attraverso la storia, ma anche attraverso i prodotti veri e propri: ad esempio nella versione Exclusive Edition dell’home video, ci sono due cards game speciali del gioco.
È un mondo, che in un modo o nell’altro, comunica fra tutte le sue parti.