Manca poco all’11 aprile. Nelle sale cinematografiche arriverà Hellboy, nuovo reboot per il demone rosso dopo i due precedenti film diretti da Guglielmo Del Toro. Ecco la nostra intervista a Mike Mignola, il papà di Hellboy, che ci ha parlato a lungo di cosa vedremo in questo film e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
Lo devo ammettere: Hellboy è la mia comfort-zone. Adoro i fumetti creati da Mike Mignola (sono tra i miei preferiti in assoluto) e il suo leggendario personaggio che fece la sua prima apparizione nel 1993 proprio qui in Italia, quasi per caso, a Prato ad una convention, in una illustrazione a quattro mani con Nicola Mari.
L’insieme perfetto di azione, fantasy, umorismo e infinita cultura folkloristica lo rendono uno dei prodotti più interessanti del mercato fumettistico americano. E poi c’è un demone rosso, destinato a diventare il Re dell’Inferno che prende a calci nazisti e orrendi mostri.
Ve l’ho detto, comfort-zone pura. Figuratevi cosa vuol dire per me poter intervistare Mike Mignola…
Nel corso della nostra chiacchierata abbiamo parlato del film in uscita, dell’attinenza ai fumetti e mi sono fatto dare delle gustosissime anticipazioni sia sul futuro cinematografico del Rosso, sia su quello fumettistico.
A quanto pare, il nostro caro vecchio Anung Un Rama ha appena cominciato la sua ennesima scalata.
Innanzitutto ciao a tutti! Penso che nulla sia veramente necessario o obbligatorio, ma quando Neil Marshall è stato coinvolto come regista, essendo lui un regista specificatamente di film “Rated R” (“Restricted“, NdR), volevamo dargli la maggior libertà possibile, la libertà che desiderava per produrre il film che aveva in testa.
L’idea era quella di fare un film diverso da quelli di Guillermo Del Toro, che erano film più fantasy, per poter produrre un film decisamente più horror.
Non volevamo che Neil si sentisse le mani legate in tal senso o che sentisse di doversi trattenere. E quindi questo si è tradotto in un’opportunità in più per produrre veramente un reboot che fosse diverso dai film usciti in precedenza.
Beh innanzitutto io non volevo che questo film fosse un remake di ciò che aveva già fatto Del Toro e partire con Il Seme Della Distruzione.
Francamente sono rimasto sorpreso quando sono venuti da me all’inizio dicendo “vogliamo fare un film su La Caccia Selvaggia”, perché è esattamente la parte centrale di una story line molto grande e complessa. Ci ho messo un po’ a rendermi conto che sarebbe stato un ottimo punto di partenza, con Hellboy e le Streghe, anche perché vorremmo fare un altro paio di film che conducano idealmente a, chissà, Hellboy all’Inferno… (ride, NdR).
Certamente abbiamo dovuto inserire la sequenza della nascita di Hellboy, sicuramente per dare l’opportunità a Neil di poter raccontare anche il vero cuore del personaggio, ma anche per venire incontro al nuovo pubblico, quello che ancora non ha la confidenza necessaria con Hellboy, sempre e comunque nell’ottica di non voler fare un semplice remake.
Si, questo film conterrà una grandissima quantità di riferimenti ai fumetti. Come ho detto è essenzialmente La Caccia Selvaggia con pezzetti di altre grandi storyline.
Una delle cose belle di questo film, ma allo stesso tempo anche una delle difficoltà nel realizzarlo, è che io ho lavorato per 25 anni ai fumetti di Hellboy, mentre il regista ha guardato tutti i miei 25 anni di lavoro e ha cominciato a chiedermi: “io vorrei realizzare questa storia in particolare (La Caccia Selvaggia), ma vorrei anche inserire un pezzo di un’altra storia in un punto e poi un pezzo di un’altra storia ancora in un diverso punto; possiamo prendere tutti questi pezzetti e unirli assieme?”
E questa è stata la vera sfida nello scrivere la sceneggiatura.
Insomma come è possibile utilizzare il personaggio di Ben Daimio, inserire pezzi di Hellboy in Mexico, rispettare gli eventi de La Caccia Selvaggia e fare in modo tale che tutto funzioni ancora e che la trama principale sia comunque solida?
È stato dannatamente complicato ma posso assolutamente dirti che la trama è rimasta fedele alla principale storyline di Hellboy.
È un lavoro che ha attraversato molte fasi.
All’inizio volevamo fare La Caccia Selvaggia, ma la sensazione era ancora quella di dover continuare l’universo di Hellboy che aveva creato Guillermo Del Toro. Quindi per un po’ di tempo abbiamo lavorato ad una sceneggiatura che riprendeva parte del filone narrativo e lo stile di Del Toro. Ma è stato solo quando è arrivato Neil Marshall che tutti abbiamo iniziato a pensare “abbiamo un nuovo regista, abbiamo un nuovo attore protagonista, perché non fare a questo punto un reboot nuovo e completamente diverso da prima?”
In quel momento abbiamo preso tutti i nuovi elementi, li abbiamo estrapolati dal concept di Del Toro e abbiamo lavorato affinché potesse stare in piedi con le proprie gambe e funzionare.
Per me è stata un’esperienza completamente diversa perché con Del Toro lavoravamo da tanto tempo assieme. Voglio dire, abbiamo fatto Blade 2 assieme e poi ci sono voluti anni per mettere in moto Hellboy e infine abbiamo lavorato insieme su Hellboy 2.
Quindi Del Toro e io eravamo molto vicini, anche se io essenzialmente nei precedenti film avevo semplicemente il ruolo di concept artist… ero una sorta di consigliere e di concept artist e consulente.
In questo nuovo film invece non avevo quasi nulla a che fare con la concept art e non avevo mai incontrato prima Neil. Prima che iniziasse il lavoro sul film ci siamo incontrati solo un paio di volte, forse addirittura una sola, e non abbiamo avuto chissà quali scambi e conversazioni.
Con Del Toro abbiamo avuto diversi anni per mettere a punto il lavoro.
Però Neil e David avevano una buona familiarità con il mio fumetto, quindi non abbiamo parlato molto di quello che Neil aveva intenzione di fare, anche perché alla sceneggiatura ci ho lavorato io.
Io e David invece ci siamo concentrati molto sulle origini di Hellboy, da dove viene, cosa pensa e come diavolo agisce.
Volevo che diventasse Hellboy e che il suo carattere diventasse quello del mio personaggio, David ha assimilato tutto e l’ha amalgamato con la mia sceneggiatura immedesimandosi con il personaggio e facendolo proprio. Penso che Ron fosse fantastico, ma anche David Harbour lo è stato.
Sono versioni diverse, ma allo stesso tempo eccellenti, del mio personaggio.
Certamente, io spero proprio di si, dipende da come andrà questo nuovo film.
Sicuramente la nostra intenzione è di dare nuova vita a questo franchise e creare degli spin-off con gli altri personaggi… insomma chi lo sa… (ride, NdR)
È sempre una cosa complicata. Sai, vuoi che i fan dei fumetti siano felici, ma hai bisogno di un pubblico più vasto rispetto a quello dei soli fumetti. Quindi speri sempre di attirare un pubblico più ampio, ma in questo film l’aspetto veramente interessante è che ci sono tantissimi riferimenti ai miei fumetti. Le persone che non hanno familiarità con i fumetti saranno in grado di apprezzare tutto questo? Non ne ho idea. Non puoi leggere la mente di nessuno quindi abbiamo dovuto provare e sperare.
I fan dei fumetti saranno sempre sconvolti dai cambiamenti ma sai, se lo spirito di un’opera permane per me è la stessa cosa. I fumetti sono i fumetti, ma per me questo sarà sempre l’originale Hellboy e vorrei che avesse successo per quello che rappresenta, non solo una mera copia carbone del fumetto.
Proprio ora ho parecchi piani. Sto completando la serie BPRD che concluderà la gigantesca storyline di Hellboy ormai iniziata oltre 25 anni fa.
Il bello di Hellboy è che ho affrontato un lungo cammino con lui… l’ho ucciso, l’ho spedito all’inferno, ne ho fatte davvero di tutti i colori con lui ma ci sono ancora tante avventure inedite di Hellboy.
Di fatto ne sto scrivendo veramente tante proprio quest’anno e proprio oggi ne sto scrivendo un’altra di nuova. Insomma non c’è nessun intenzione di fermare i fumetti di Hellboy.
Ci vedremo in Italia il 18 e 19 maggio al Lake Como Comic Art Festival e spero davvero che vi piaccia questo nuovo film! Ciao!
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