L’adolescenza e i mutanti: un connubio che in Marvel ha sempre funzionato bene. Joe Quesada ci racconta di Kiden, X-23 e Tatiana alle prese con la loro trasformazione tra le strade pericolose e sporche di New York X.
I mutanti rappresentano da sempre una delle colonne portanti dell’universo narrativo Marvel.
Difficile trovare qualcuno che non sia fan di Wolverine, Tempesta o degli originali Charles Xavier, Magneto e Jean Grey, nonostante gli alti e bassi che necessariamente una storia editoriale così lunga comportano.
La fantastica squadra ideata da Stan Lee e Jack Kirby ancora nel lontano 1963 ha segnato indelebilmente il percorso di tanti appassionati di fumetti, spesso grazie all’originalità dei personaggi e delle loro vicende, ma soprattutto grazie al concetto di base rappresentato dalla loro “diversità”.
Il gene mutante nel loro DNA da una parte dona poteri strabilianti, ma dall’altra rappresenta una vera maledizione che spesso li rende emarginati rispetto al resto della popolazione.
Un mutante è diverso, è percepito come estraneo da chi non è dotato del Fattore X e questo lo porta spesso a dover lottare quasi più per l’integrazione e l’accettazione che non per qualche minaccia di tipo “supereroistico”.
Una metafora, semplice ed efficace, per raccontare i pregiudizi razziali o di classe e le loro vittime. Ogni volta che ci penso e ricordo che questi personaggi nacquero nel pieno degli anni ’60 mi vengono i brividi.
Ma i mutanti sono anche la metafora del cambiamento, della trasformazione, di quella forza evolutiva inarrestabile che trasforma piccoli bruchi in meravigliose farfalle (a volte con le zanne).
E cosa c’è di più inarrestabile del cambiamento che tutti viviamo nel corso dell’adolescenza?
E quindi dopo 40 anni di storie mutanti con la X arriviamo a Joe Quesada, illuminato pilastro della storia Marvel, che ha contribuito con il suo ruolo di editor in chief a riportare La Casa Delle Idee a picchi di vendite e di creatività importantissime; durante il suo regno abbiamo assistito ad alcune delle cose migliori made in Marvel degli ultimi 20 anni, come la nascita degli Ultimates, la linea Max e i Marvel Knights, per non parlare di House of M, Civil War ecc.
Proprio nel 2003 Joey Q, assieme ai disegnatori Joshua Middleton e Robert Teranishi, decide di raccontare alla sua maniera una storia di mutanti che avesse come oggetto l’adolescenza e le difficoltà ad esse correlate.
Nacque N Y X, New York X, la storia travagliata di 3 ragazze (Kiden, X-23 e Tatiana) che scopriranno i loro poteri per caso in una situazione personale e sociale assolutamente disastrata, fatto questo che le porterà a fuggire dalla società che conosciamo, confuse e spaventate tanto dalla trasformazione quanto dall’ostilità delle persone “normali”.
Kiden è una ragazza che in tenera età ha visto il proprio padre assassinato da una gang di criminali. Crescerà allo sbando, tra droghe e disagio, nonostante i tentativi della madre e della scuola di darle una direzione.
La misteriosa ragazza che scopriremo essere X-23 (la clone/figlia di Wolverine di cui sicuramente sapete già tutto), in questa storia è una giovane e taciturna prostituta per clienti “molto particolari”, prigioniera del proprio aguzzino e quasi catatonica nei confronti della vita.
Tatiana invece è un piccolo raggio di luce in mezzo a tanta sporcizia. Una ragazza innamorata degli animali, che cerca di proteggere e accudire sempre e comunque, con una madre dissoluta e una famiglia disastrata.
Kiden finirà per mettersi nei guai con un compagno di scuola dopo un litigio, il quale riuscirà addirittura a portare una pistola all’interno del liceo e spararle. In quel momento si sveglierà il potere mutante che le permette di rallentare il tempo quasi fino a fermarlo. Il proiettile a lei destinato colpirà però la gentile e premurosa Professoressa Palmer. Sarà questo che porterà Kiden a fuggire di casa per mesi, in un lungo peregrinare alla ricerca di sé stessa.
X-23, beh lo sapete, possiede artigli affilati su mani e piedi, anche se il blocco psicologico che porta dentro sembra ancora più grave, probabilmente dovuto al suo essere una prostituta. Finirà male con un cliente e la giovane sarà costretta a fuggire dalla vendetta del proprio magnaccia.
Se i poteri delle prime due possono rimanere celati ai più, quello di Tatiana è in effetti decisamente più manifesto. E’ una mutaforma di tipo animale, capace di prendere le sembianze delle bestie con le quali entra in contatto, tramite il sangue. Il primo episodio avverrà in classe, in mezzo a tutti suscitando le ire e l’intolleranza dei suoi stessi compagni. Anche lei fuggirà.
Le tre mutanti in fuga saranno destinate ad incontrarsi, alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo, assieme a Miss Palmer, l’unica priva di poteri, ma che sarà suo malgrado il collante di queste personalità così diverse e così confuse, arrivando ad incrociare la strada di un altro mutante dai poteri particolari e dalla storia triste, Bobby con il suo fratellino. Purtroppo le circostanze non saranno delle migliori e la situazione in cui si troveranno metterà in pericolo le vite di tutti loro.
Il degrado sociale raccontato da Quesada è vivido, verosimile. I personaggi di questa storia gravitano attorno ai loro problemi senza riuscire ad affrontarli veramente.
Sono tutti personaggi in fuga, dalla propria condizione e dalla propria esistenza, sia in termini metaforici che fisici e il manifestarsi dei poteri mutanti rappresenta contemporaneamente un’ancora di salvezza e una terribile maledizione che fa accadere cose terribili. Come nella miglior tradizionale degli X-Men.
Non ci sono super eroi in questa serie e non incontriamo un salvatore che con ,un gran sorriso, alla fine ci sussurra all’orecchio che va tutto bene. I problemi, anche quelli più tremendi, possono essere risolti con l’impegno, il sacrifico e il lavoro di squadra, come nelle storie degli X-Men. Ho detto che possono, non che debbano. Non è che necessariamente debba per forza andare tutto per il verso giusto. E’ la vita e non sempre le cose vanno bene.
In questo volume, che racchiude la prima serie chiamata Wannabe (numeri dall’1 al 7) pubblicata originariamente nel 2003, troviamo una prova di modernizzazione del mito mutante decisamente ben realizzata e originale, per il tempo.
Non pensate di dover inserire in qualche continuity questa saga, godetela per quello che è, uno spaccato estremizzato della parentesi dell’adolescenza e dei risultati che il degrado sociale può portare in questa fase delicata.
Anche questa storia segue una trasformazione, una sorta di evoluzione nel suo corso: parte come un racconto di adolescenti in difficoltà con problemi familiari, tenta di diventare un viaggio di formazione nel mezzo e finisce per diventare man mano una sorta di “ghetto tale” dai tratti crime.
Il disegno di Joshua Middleton, moderno, plastico, leggermente manga oriented risulta davvero molto azzeccato per questa vicenda, specie nella prima parte, non lesinando buone prove sulle espressioni dei volti e su qualche scena più dinamica. Robert Teranishi, pur compiendo un discreto lavoro negli ultimi due capitoli, non brilla come il suo collega, spezzando un po’ la continuità stilistica anche senza far troppi danni. In generale NYX risulta decisamente gradevole e con scelte cromatiche azzeccate, con dettagli importanti e un look ricercato.
Fatevi questo folle ed estremo rollercoaster di emozioni nelle trasformazioni dell’adolescenza.
Joe Quesada è uno che ha sempre avuto un occhio lungo per certe storie e NYX, pur non godendo della fama di altre serie più blasonate, rappresenta di certo un punto di vista interessantissimo sui mutanti, moderno e spigliato.
Ritengo questa serie una buona lettura per gli X-fan ma anche per chi cerca semplicemente una vicenda con super poteri, super problemi ma senza i supereroi.
Perché nonostante tutto quello che abbiamo letto e sentito, essere eroi non è per niente semplice.
- Originale e molto diretto: Quesada non teme alcun tema e affronta la narrazione con esperienza
- Una modernizzazione del mito dei mutanti e della metafora del cambiamento adolescenziale
- Buona prova di Joshua Middleton ai disegni
- La storia "evolve" nel suo stesso corso, con un ottimo parallelismo
- Robert Teranishi, il disegnatore dei capitoli 6 e 7, non è al livello del collega, creando un po' di discontinuità
- Ci sono solo due serie: Wannabe e No Way Home, poi il progetto è stato interrotto