Con il numero quattro si conclude lo spinoff tutto italiano de Il Corvo Memento Mori, di Roberto Recchioni, Werther Dell’Edera e Giovanna Niro. Sarà riuscito lo spirito vendicativo del Corvo a far breccia anche al di fuori dell’opera originale di James O’Barr?

Avete presente l’ansia da sequel e spin-off? Quella sensazione terribile  che ci pervade quando esce un annuncio sull’uscita di un sequel o di uno spin-off legato ad un’opera che ci piace particolarmente.

Succede ormai quasi ogni giorno: dall’annuncio del nuovo film su Predator, o in passato relativamente al sequel di 300 e così via per molti altri.

La prima domanda che istintivamente ci viene in mente è “oddio e se per sbaglio rovinano l’opera originale?” oppure “sarà all’altezza del primo?”.

Il Corvo di James O’Barr su questa cosa ci era già passato.

La sofferenza, la passione e l’intimità espresse dall’artista di Detroit, in quello che può essere considerato uno dei manifesti del fumetto indipendente americano, fin da subito sono apparsi unici e quasi irripetibili.

Lo ha dimostrato quel “Il Corvo Libro Secondo,” che purtroppo non solo non ha raggiunto l’intensità e l’emozione della triste storia di Eric e Shelly, ma non ha nemmeno brillato per originalità o costruzione di trama (specie nella storia ambientata nel campo di concentramento nazista).

Quando dunque mesi fa fu annunciato che ci sarebbe stata una nuova storia tutta italiana de Il Corvo la paura era tanta. Anche se il team creativo composto da Roberto Recchioni, Werther Dell’Edera e Giovanna Niro rappresenta un’eccellenza italiana senza ombra di dubbio.

Per fortuna non è stato così, anzi. Ma procediamo con ordine.

Il Corvo Memento Mori è completamente ambientato in Italia, a Roma per essere precisi e nella zona di Tor Pignattara. Il protagonista è David Amadio, un giovane ragazzo, cresciuto all’ombra degli insegnamenti religiosi del fervente Padre Raphael, suo mentore, guida spirituale e molte altre cose, come avrete modo di conoscere durante la lettura dei 4 numeri che compongono la serie.

Il protagonista è David Amadio, un giovane ragazzo, cresciuto all’ombra degli insegnamenti religiosi del fervente Padre Raphael, suo mentore, guida spirituale e molte altre cose, come avrete modo di conoscere durante la lettura dei 4 numeri che compongono la serie.

Ma il mito de Il Corvo nasce sempre dalla violenza. Da una morte ingiusta, talmente improvvisa da necessitare di una seconda possibilità  per riportare le cose al loro stato di equilibrio. Anzi, a voler ben vedere, di una vendetta.

David infatti, in un contesto attuale fatto di estremismo di matrice islamica e di terrorismo che tocca in maniera inquietantemente verosimile anche il nostro paese, perde la vita durante un attentato. Un attentato molto simile a quelli visti a Nizza e Berlino, dato che la dinamica prevede lo schianto di un camion in mezzo alla folla, in questo caso sulla processione religiosa guidata proprio da Padre Raphael, David e la ragazza di cui è innamorato, Sarah (che perderà la vita proprio di fronte agli occhi di un David in fin di vita).

Il sangue, il caos, le urla disperate, l’opinione pubblica in subbuglio.

 

 

Tutto questo risveglierà l’antico spirito del Corvo che riporterà in vita il giovane David donandogli tutti i poteri che ben conosciamo.

Tutto questo risveglierà l’antico spirito del Corvo che riporterà in vita il giovane David donandogli tutti i poteri che ben conosciamo e con un unico scopo: uccidere chi ha effettuato, organizzato e pensato l’attentato in cui ha perso la vita e “chiudere” quindi la spirale della vendetta.

Il racconto vedrà quindi David muoversi in scenari che ben conosciamo perpetrando il suo disegno di vendetta e violenza, senza risparmiarsi, perché la morte dona occhi molto speciali, occhi capaci di penetrare le illusioni e conoscere la verità.

Il tutto fino ad arrivare al climax di questa vicenda, che seppur non avendo una trama particolarmente sorprendente e fitta (e quindi perfettamente in linea con l’opera originale) riesce a catturare in maniera sorprendente lo spirito originale, adattandolo,  riscrivendolo e contestualizzandolo nel periodo e nel paese in cui viviamo.

 

 

Non posso svelarvi i plot twist che vi troverete a leggere in questi 4 numeri pubblicati da Edizioni BD e IDW Publishing in America, ma vi posso dire che i nostri bravi ragazzi sono riusciti ad infondere veramenete il giusto spirito ad un’opera che poteva rivelarsi insidiosissima.

Recchioni ha apertamente dichiarato il suo essere fan di James O’Barr dal giorno uno e di quanto questa possibilità lo abbia reso felice. Non si è limitato a fare un tributo all’opera del tormentato autore di Detroit, ma ha saputo distillare l’essenza di un messaggio (molto scuro peraltro) portandolo in un’epoca di terrore e violenza.

Ce lo trasporta proprio di fronte ai nostri cancelli, come a dire: “non penserete mica di esserne immuni vero?”

Per ottenere un grande risultato serviva poi un grande team artistico:

Werther Dell’Edera è semplicemente perfetto in questo, condensando la rabbia, la poesia, l’oscurità e a tratti anche la speranza e l’illusione di un bene superiore in ogni sua tavola, anche grazie agli ottimi colori di Giovanna Niro.

In effetti l’unione tra un comparto grafico decisamente azzeccato e uno spirito originale mantenuto intatto ha potuto generare una miniserie bella, rispettosa e importante anche a livello commerciale visto il lancio americano. Che forse avrebbe meritato anche un paio di numeri in più per creare ancora più pathos.

Anche perché a corredo della story line principale troveremo delle side stories particolarmente riuscite, immerse nelle mitologia de Il Corvo e nel ciclo delle vendette per riportare giustizia.

Ottimi gli artisti che compongono questo altro team creativo, dalle penne ispirate di Daniel De Filippis e Micol Beltramini ai bravissimi Matteo Scalera (che scrive anche la storia, molto particolare, di un Corvo in ambientazione fantasy), Moreno Dinisio, Davide Furnò, Emanuele Ercolani e Daniele Serra.

 

 

Finalmente, per una volta, possiamo essere felici di uno spin-off di un’opera a cui tanti in qualche modo sono legati. Bravi Roberto, Werther e Giovanna e tutti gli artisti che hanno collaborato. Brava Edizioni BD per averci creduto e aver scommesso su un progetto italiano difficile.

A questo punto, con questo risultato, vi confesso che ne vorrei di più.

 

78
Il Corvo Memento Mori: lo spirito della vendetta tra le strade di Roma
Recensione di Giovanni Zaccaria
ME GUSTA
  • Werther e Giovanna realizzano un gran lavoro, azzeccatissimo e calato perfettamente nelle atmosfere
  • Senza una trama complessa, Recchioni riesce comunque a far rivivere lo spirito de Il Corvo, rimanendo fedele ai tratti che hanno reso leggendario il fumetto originale
  • Le side stories sono tutte molto valide e splendidamente realizzate
  • Non è il Corvo di James o'Barr, ma non tenta nemmeno di copiarlo spudoratamente. E' una creatura nuova, figlia di questo tempo
  • Bellissime le variant cover
FAIL
  • Un paio di numeri in più, con qualche trovata di trama e un maggiore pathos non avrebbero guastato
  • La copertina con le "alette" di corvo ripiegate è un po' kitsch