Il prototipo di una nuova batteria nucleare, realizzato all’Istituto di fisica e tecnologia di Mosca, promette prestazioni molto superiori alle batterie chimiche a cui siamo abituati.
Le batterie nucleari non sono una novità, risalgono a più di 100 anni fa, ma sono sempre stati troppo poco potenti e eccessivamente ingombranti.
Sono dette betavoltaiche, e basano il loro funzionamento su una reazione nucleare spontanea, in questo caso il decadimento beta, un decadimento radioattivo in cui un atomo di un elemento si trasforma in un altro elemento con diverso numero atomico. La reazione modifica il numero di protoni nell’atomo e fa si che si tratti di una reazione nucleare.
Il prototipo realizzato, per rendere un’idea, è potente a sufficienza da poter essere utilizzato nei moderni pacemaker.
L’elemento utilizzato per il prototipo è il nichel-63, insieme a diodi di diamante che sfruttano la Barriera di Schottky.
Il prototipo raggiunge una potenza di 10 volte superiore rispetto a quelle chimiche di uso comune.
Trattandosi solo di un prototipo ci sarà ovviamente da portare avanti un lavoro di test e validazioni che farà attendere eventuali sviluppi commerciali ancora a lungo.