Il Blu: la malinconia, il blues. Il colore del dolce amaro dei ricordi, quelli che anche dopo tanto tempo quando riaffiorano sanno far male. Il colore del ricordo che Peter Parker ha della splendida Gwen Stacy. Questa è la storia di come si sono conosciuti, la storia di un amore che sarebbe potuto essere immenso.
Spiderman Blu è il secondo capitolo che Panini Comics ci propone della Tetralogia dei Colori (con Daredevil Giallo, Hulk Grigio e Captain America Bianco) firmata dalla super coppia Jeph Loeb e Tim Sale (Batman: Il Lungo Halloween e Vittoria Oscura, Catwoman: Vacanze Romane, ecc.).
Jeph Loeb è uno di quegli autori che riesce sempre a farsi ricordare. Il suo gusto per la notte e le atmosfere a metà tra l’hard boiled e il romantico, la sua capacità di approfondimento dei personaggi e del loro modo di incrociare le proprie vite con quelle degli altri, trova il perfetto compimento nei disegni, splendidi e assolutamente caratteristici, di Tim Sale, il quale si trova particolarmente a suo agio quando deve riproporre quegli scenari un po’ “sospesi nel tempo”, rappresentati da Gotham City e dalla New York delle vecchie storie di Spidey & co.
Avete capito che intendo: basta un’occhiata ai personaggi e ai loro abiti, agli arredamenti dei locali e subito ci vengono in mente gli anni ’60, anche se non si fa mai riferimento esplicito agli stessi e anche se alcune tecnologie e strutture non sono proprie di quegli anni. Eppure il fascino e il gusto permangono, lasciandoci appunto sospesi, quasi in un sogno.
E poi l’amore, l’attrazione intensa che già abbiamo avuto modo di sperimentare nel rapporto tra Batman e Catwoman (Hush) e soprattutto in quello tra Matt Murdock e Karen Page di Daredevil Giallo, che qui esplode all’ennesima potenza. Pochi sanno restituire certe emozioni in tal senso come Loeb e pochi riescono a tradurre in immagini questa complicità, questa attrazione come Sale.
Spiderman Blu racconta proprio questo sentimento, in una sorta di ri-narrazione del primo incontro tra Peter e Gwen.
Perché nonostante Peter Parker, come ben sappiamo, sia sposato con la forza della natura Mary Jane Watson (ci collochiamo in una dimensione un po’ borderline riguardo la continuity ufficiale, prima certamente di Civil War e di Soltanto Un Altro Giorno), il ricordo della favolosa Gwen non si è mai sopito. Gwen è stato uno dei primi grandi amori di Peter, una ragazza tanto sensuale quanto intelligente e dolce.
Fu la sua ragazza, a dispetto dei tentativi di incursione di Mary Jane, e nel corso delle storiche vicende, nonostante le difficoltà, la morte del capitano delle polizia George Stacy e l’impossibilità di rivelare la vera identità dell’Uomo Ragno, il loro amore divenne forte e intenso. Tuttavia troppo breve.
Nel celeberrimo numero 121 di Spiderman infatti la bella Gwen Stacy perse la vita; rapita e poi fatta precipitare da Goblin dal punto più alto del ponte di Brooklyn,
il tentativo di Spiderman di fermare la sua caduta con una ragnatela si rivelò inutile (anzi forse fatale, cosa mai chiarita ma sospettata da tutti). La morte di Gwen fu un evento terribile, che cambiò per sempre l’Uomo Ragno.
Spiderman Blu è raccontato tutto in prima persona da Peter, il quale nel giorno di San Valentino è solito ricordare l’amata con una rosa proprio nel punto in cui morì e per la quale continua a registrare nastri con la “loro storia”, quasi ad esorcizzare tutto il dolore, terribile, che alberga nel suo cuore. E la narrazione del racconto ci permetterà di tornare indietro nel tempo, al primo incontro con Gwen Stacy.
A quel primo scambio di sguardi, a quel primo interesse, sempre interrotto dai doveri dell’alter ego di Peter, impegnato nel salvare la città, prima da Goblin (Norman Osborn quasi perderà la vita dopo aver scoperto l’identità dell’Uomo Ragno e poi sarà vittima di una improvvisa amnesia, che peraltro avvincerà lo stesso Peter a Harry Osborn, fino poi a tornare ad essere il mad villain che conosciamo), poi da altri villain iconografici come Rhino, Lizard, l’Avvoltoio e Blackie Drago e il deus ex machina dietro tutte queste macchinazione: Kraven il Cacciatore.
Ma i combattimenti tra i tetti e i cieli di New York, così come le vicende legate a Flash Thompson, zia May e gli altri personaggi secondari, sono semplicemente una cornice, un modo per mostrare la dualità e l’eterno conflitto tra ciò che un eroe deve fare e ciò che vorrebbe fare, perché la vera storia ruota tutta attorno al triangolo amoroso Peter-Gwen-Mary Jane.
La super rossa, non appena conosciuto Peter, tenterà subito di ammaliarlo col suo fascino (riuscendoci anche discretamente in un primo momento), manifestando un’aperta rivalità con la bionda Gwen, la quale però dalla sua vanta di certo una minore esuberanza, ma un fascino incredibilmente profondo e una dolcezza inaspettata.
Vi soffermerete decine di volte sui sorrisi e sugli occhi di Mary Jane e Gwen, vere regine di questa storia, sarete anche voi vittime della loro bellezza.
Vi immedesimerete in Peter, nerd conclamato ora addirittura “corteggiato” dalle più belle ragazze che avesse mai immaginato nonostante la sua stessa incredulità e degli amici.
Vi emozionerete quando realizzerete di essere partecipi del suo dolore e del suo senso di colpa per non essere riuscito a salvare quella dolcissima ragazza che, per prima, aveva aperto il suo cuore all’eroico Spiderman di quartiere.
Le registrazioni che fungono da voce narrante, intervallate dalle pause, dai balbettii, dai singhiozzi di Peter sono così dolci e tristi che non si può rimanere indifferenti.
Perché se la storia d’amore tra Peter Parker e Mary Jane è storica e profonda, quella con Gwen Stacy forse sarebbe potuta essere anche molto di più.
La domanda che infine rimane sospesa fino alla fine di questo fumetto è chiara, perentoria: se Gwen non fosse morta quella tragica notte, chi avrebbe scelto Peter come sua unica compagna di vita?
Vedete, a volte non servono per forza grandi trame complesse e colpi di scena per narrare un gran fumetto di supereroi. A volte le piccole sfumature, abili giochi di sguardi e un forte sentimento riescono a catturarci in maniera inesorabile e a farsi ricordare negli anni.
Quanto grandi possono essere i fumetti di supereroi quando a scriverli sono due talenti come Jeph Loeb e Tim Sale?
Io personalmente non posso che rimanere stupefatto di fronte ad un così perfetto feeling atra autore e disegnatore, tanto da faticare ormai ad immaginarli separati. Adoro questo fumetto.
I disegni e i colori sono superlativi: lo stile di Tim Sale riesce a comunicare le sensazioni in maniera impressionante e riesce come pochi altri a dare una marcia in più alla femminilità, esplosiva, sensuale, ma composta che con Gwen Stacy e Mary Jane Watson tocca vette favolose.
Il ritmo e soprattutto i dialoghi sono davvero eccellenti, e quasi non ci rendiamo conto di scivolare dentro al blu profondo assieme a Peter nello scorrere le pagine.
E poi il finale, perfetto, cinematografico, che spiega tante cose e ne apre di nuove. Alta scuola.
Spiderman Blu è un altro di quei volumi da mostrare a qualcuno che dovesse storcere il naso nel sapere che leggete ancora fumetti di supereroi.
È una storia che parla anche di maschere, mantenute e poi perdute, di comportamenti di facciata che nascondono cose ben più profonde, di quanto possa essere insostenibile il peso di sacrificare quello a cui si tiene per un bene superiore, collettivo, che poi in parole semplici si traduce in essere un eroe.
Da avere, senza dubbio, sia per tutti gli amanti della Marvel, sia per chi cerca un lato più umano dei supereroi in costume.
- La coppia Loeb e Sale vanta uno dei migliori feeling autore-disegnatore dei tempi moderni
- Le sensazioni trasmesse dalla storia sono vividissime, di una dolcezza e sensibilità eccezionali
- Tim Sale riesce come pochi altri a trasmettere la forza esplosiva della femminilità
- Un grande storia, piena di ricordi, dolci e tristissimi, per vedere l'Uomo Ragno sotto un'altra prospettiva
- Sarebbe stato bello inserirla tra i Grandi Tesori Marvel, in formato maggiorato per goderla appieno
- La trama centrale tra Spidey e i villains è molto basilare: non è un difetto ai fini del libro, ma va sottolineato