Ha un braccio bionico e diversi altri innesti (tra cui un occhio speciale), forza sovrumana, un arsenale di armi decisamente interessante e viene dal futuro. No, non è un T800 (anche se in effetti le analogie ci sono). Lo avete conosciuto di recente su Deadpool 2 e risponde al nome di Cable.

Ma chi è veramente il mutante proveniente dal futuro?

 

Le origini di Cable non ci vengono spiegate nell’ultimo film dedicato al mercenario chiacchierone.

Le origini di Cable non ci vengono spiegate nell’ultimo film dedicato al mercenario chiacchierone, mostrandoci un personaggio con un passato ancora avvolto nel mistero, decisamente affascinante e con potenziali ruoli in futuro non solo nella saga di Deadpool.

Vediamo quindi di fare un po’ di luce sul misterioso personaggio, ma preparatevi, perché a furia di andare avanti e indietro nel tempo, la storia è abbastanza complicata.

 

 

 

Le Origini

Cable in realtà si chiama Nathan Summers ed è il figlio biologico di Scott Summers (Ciclope) e Madelyn Pryor, una donna creata geneticamente da Sinistro (storico mutante nemico degli X-Men, genetista e scienziato nonché capo dei temibili Marauders), per essere un clone di Jean Grey.

 

 

Sinistro creò Madelyne Pryor affinché fosse una copia pressoché perfetta di Jean Grey, con tutti gli attributi e le “coincidenze” necessarie affinché facesse innamorare di sé il povero Scott Summers, ancora sofferente per la perdita del suo grande amore, dopo la possessione dell’entità cosmica Fenice e la saga di Fenice Nera.

Tutto con unico scopo: fare in modo che la coppia desse alla luce un figlio il cui patrimonio genetico mutante fosse così potente da renderlo un’arma assoluta contro il suo padrone Apocalisse, il primo mutante della storia (già visto nel film X-Men Apocalypse, anche se riadattato), eminenza oscura dietro a parecchie storyline degli X-Men, pericoloso avversario non solo di Sinistro ma di tutta l’intero genere umano (mutante e non).

 

Il terribile Apocalisse, il primo mutante.

 

Apocalisse, intuendo il piano di Sinistro, infettò il piccolo appena nato con un particolare virus tecno organico che avrebbe dovuto uccidere il potente mutante, cosa che però non avvenne. Il piccolo Nathan manifestò un’incredibile resistenza al virus e, tra un rapimento e l’altro, resistette fino alla sconfitta del malvagio Apocalisse.

Purtroppo però il destino del piccolo mutante sembrava ormai segnato.

Fu così che dal futuro apparve Sister Askani, viaggiatrice del tempo appartenente all’ordine di monache guerriere Askani; disse ad un incredulo Ciclope che il solo modo per salvare il piccolo sarebbe stato quello di portarlo nel futuro per poterlo curare.

 

Stryfe, il “gemello” malvagio di Cable.

 

Ciclope accettò la proposta e quando Nathan venne trasportato nel futuro venne a sua volta preventivamente clonato (dando origine al suo “gemello” Stryfe), e successivamente addestrato nell’uso dei suoi poteri (super forza, telepatia, telecinesi ecc.) per diventare un guerriero di impareggiabile valore e affrontare la minaccia dell’antico Apocalisse e del suo retaggio.  Furono addirittura trasportate le “anime” di Ciclope e di una rediviva Jean Grey nel futuro e incarnate in due nuovi corpi affinchè il giovane Nathan potesse in qualche modo crescere con la guida dei propri “veri” genitori.

Questa storia però non è quella con la quale è stato presentato a tutti il personaggio di Cable.

Come spesso accade infatti nei fumetti di supereroi (e coi mutanti ancora di più, vedi il caro buon vecchio Wolverine), le origini degli stessi ci vengono raccontate in seconda battuta, per permettere al lettore prima di familiarizzare con il personaggio salvo scoprirne i retroscena solo in seguito, con tante belle (e fruttuose) serie spinoff o prequel.

Perché quando nel 1990 Cable fece il suo debutto sulla testata The New Mutants, del mutante mezzo cyborg non si sapeva prossochè nulla, se non che era fortissimo, pieno zeppo di armi, con un corpo robotico e che, se da un lato anelava ad una sorta di pace tra uomini e mutanti, dall’altro non disdegnava certo i conflitti pesanti e sane dosi di scazzottate.

L’ipertrofico (e incazzoso) personaggio creato da Luoise Simonson e Rob Liefeld era una solida macchina da guerra.

Al suo esordio Cable viene presentato come un viaggiatore del tempo a caccia del suo gemello malvagio Stryfe, il quale stanco di essere l’araldo/burattino di Apocalisse,  tornò indietro nel tempo per uccidere gli X-Men ed in particolare Ciclope. Ma non solo.

Il futuro da cui proviene Cable è devastato dall’egemonia di Apocalisse (regola del mondo comics: se hai un villain potente riciclalo sempre), quindi l’intervento di Nathan nel passato servirebbe per sistemare la linea temporale futura da cui proviene (soliti paradossi dei viaggi nel tempo che dopo un po’ ti mandano fuori di testa).

A Cable si deve la formazione del team X Force (che ovviamente non ha nulla a che fare con l’imbarazzante team creato da Deadpool nel film di David Leitch) e addirittura per un periodo lo stesso ha avuto una relazione con  Neena Thurman aka Domino (creata da Fabian Nicieza e Rob Liefeld che curavano anche la serie di cui sopra).

 

 

 

 

Cable, essendo figlio di due super mutanti, è dotato di poteri pazzeschi, limitati solamente dalla presenza del virus tecno organico nel suo sangue. Anche se è empatico come un palo della luce, Cable è un ottimo leader, coraggioso e propenso al sacrificio, decisamente “oscuro” nella personalità, proprio a causa delle sofferenze a cui ha assistito nella sua dimensione temporale. Insomma Cable è da sempre un personaggio importantissimo nel mondo delle testate mutanti e la versione di Josh Brolin ben rappresenta il mutante del futuro (anche se, come sottolinea proprio Deadpool nel film, l’altezza e in generale le dimensioni fisiche  non sembrano per nulla fedeli a quelle del fumetto).

Ma perché Cable e Deadpool hanno incrociato i loro cammini?

 

Tutto merito di Fabian Nicieza che su Cable and Deadpool li ha fatti incontrare sui fumetti per creare la perfetta “strana coppia”.

Tutto merito di Fabian Nicieza che su Cable and Deadpool li ha fatti incontrare sui fumetti per creare la perfetta “strana coppia” complementare: il rigidissimo e militarizzato Cable con l’irriverente indisciplinato Deadpool (qualcuno ha detto Arma Letale?) sono estremamente diversi e quindi decisamente funzionali per creare delle storie divertenti e scanzonate che in effetti hanno segnato ottimi riscontri di pubblico e divenendo terreno fertile per la creazione del film che avete appena visto al cinema.

La formula funziona sempre. Se poi consideriamo la sfrenata passione per le armi di ogni forma e dimensione di entrambi i nostri mutanti, la capacità di rigenerazione di Wade Wilson e l’attitudine a prendere ogni colpo di petto di Nathan Summers, beh la serie non poteva che essere un successo.

 

Nel film viene svelato che Cable è padre di una bambina di nome Hope. Di chi si tratta esattamente?

 

Dobbiamo arrivare al 2008 sulla saga chiamata Messiah Complex, collocata subito dopo la serie di House Of M di Brian Michael Bendis e Oliver Coipel, al culmine della quale il crollo psicologico di Wanda Maximoff aka Scarlet genera un avvenimento incredibile: Scarlet, con i suoi terribili poteri, ormai ridotta allo stremo del suo già precario equilibrio mentale grida: “BASTA MUTANTI”,  cancellando il 90% dei mutanti del pianeta.

Ne seguirà un periodo terribile, nel quale non solo i pochi restanti mutanti diventeranno oggetto di una caccia indiscriminata, ma addirittura non si verificheranno nascite con il gene X.

 

Cable difende la piccola Hope su Messiah Complex

 

Fino appunto a Messiah Complex; in tutto il mondo viene avvertita una scarica psionica di livelli mostruosi, segno che un nuovo mutante si è appena manifestato.

Ma non si tratta del “risveglio” di un giovane mutante, magari in età adolescenziale, ma di un neonato: Hope.

Nel corso della famosa serie Messiah Complex (2007) si scoprirà che la piccola fu salvata da Cable per impedire che divenisse preda di Marauders, Predatore X,  Reavers e Purificatori, impegnati nella loro caccia estrema.

Cable si troverà ad affrontare un lungo viaggio e numerose lotte per garantire la sopravvivenza della piccola Hope (che poi sarà ribattezzata Hope Summers, in onore dell’ex leader di X Men e X Factor, nonché padre di Cable, Scott Summers), prendendo infine la decisione di portarla nel futuro per crescerla come una vera e propria Messia, destinata a salvare umani e mutanti dal reciproco sterminio. Le sue vicende continueranno nelle successive Messiah War (2009) e su Second Coming (2010), dove non solo perderà quella che per lei è la sua unica e vera figura paterna, Cable, ma comincerà a manifestare l’attitudine e la potenzialità per diventare la nuova Fenice.

Le differenze quindi sono molte: Hope non è la figlia biologica di Cable, ma di certo per lei il caro vecchio Nathan è stato un padre a tutti gli effetti,

inoltre nel futuro da cui proviene Hope non ha contatti con Firefirst (Russel Rusty Collins, un mutante di X Force che già abbiamo visto su Inferno ad esempio e che nel futuro rappresentato al cinema prenderebbe a grandi linee il ruolo di Stryfe) e quindi non rimane vittima della sua furia assassina.

 

 

C’è da dire che pur con tutte le variazioni di cui sopra, la coppia Cable & Deadpool è stata ottimamente rappresentata in Deadpool 2 e potrebbe in futuro ancora regalare grandi soddisfazioni al cinema; nel finale infatti vediamo il nostro Josh Brolin/Cable rimanere intrappolato nella nostra dimensione temporale, segno questo che, prima o poi, torneremo in qualche modo a vederlo.