Al Festival di Cannes, nel Marché Internazionale, luogo di incontro per produttori, esercenti e distributori, è stato presentato il nuovo film di Gabriele Mainetti, Freaks Out.

Il Festival di Cannes non è solo una delle manifestazioni più importanti del cinema a livello mondiale, ma al suo interno cela uno dei mercati mondiali più grandi esistenti, luogo di incontro per produttori, distributori ed esercenti, dove vengono decise le sorti di molti dei film che vediamo ogni anno in sala.

E questo è proprio il caso del nuovo film di Gabriele Mainetti, Freaks Out, che dopo Lo Chiamavano Jeeg Robot è pronto a tornare sul grande schermo con una pellicola che affonda ancora una volta le radici nel superheroes movie, questa volta però andando proprio alla sua origine.

In questi giorni Mainetti sta girando la pellicola tra il Lazio e la Calabria, mentre qui a Cannes Rai Com e True Colors si stanno occupando della vendita all’estero del film. Questa volta Mainetti può contare non solo su un budget più importante, ovvero 9milioni di euro, ma anche sua una produzione più consistente, capeggiata dalla Goon Films dello stesso Mainetti e dai Rai Cinema, insieme alla belga GapBusters.

Freaks Out sarà distribuito in Italia dalla Lucky Red, ma ancora non si ha una data d’uscita. Intanto sappiamo già che il film sarà ambientato nel pieno della seconda guerra mondiale e avrà come protagonisti Claudio Santamaria, Giorgio Tirabassi, Giancarlo Martini e i giovani Pietro Castellitto e Aurora Giovinazzo.

Qui di seguito potete vedere la prima foto di scena del film:

Freaks Out

 

Sinossi

Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede libero” in una città in guerra.

 

FONTE: Screen