Quasi ogni giorno leggiamo notizie che parlano di migranti salvati per un pelo in mezzo al Mediterraneo, tra Libia e Sicilia, a bordo di quei terribili barconi appena in grado di galleggiare. Purtroppo non sono sempre notizie con un lieto fine, anzi. Ma quanto ne sappiamo veramente? Nel caos delle news in rete, qual è la verità dietro le cosiddette “tragedie del mare”? Ci pensa un fumetto a raccontarcela, con onestà e lucida trasparenza: si chiama “Salvezza”.
Fare giornalismo d’inchiesta è una cosa dannatamente seria. Ci si mette in gioco ad un livello di coinvolgimento personale assoluto, senza compromessi. Perché se si vuole scoprire la verità dietro ad una questione scottante ci si deve preparare fin da subito a scontrarsi con l’inaspettato e di rischiare personalmente.
In tal senso il media del fumetto risulta essere un mezzo particolarmente efficace per fare del giornalismo (ne è una dimostrazione tutta l’opera di BeccoGiallo Editore e non solo);
i disegni, al pari delle fotografie, riescono a restituire i volti, le situazioni, i contesti dell’esperienza vissuta, lasciandoci però la libertà di catturare l’interpretazione del fumettista.
Perché i punti di vista del disegnatore e dell’autore inevitabilmente diventeranno i nostri punti di vista, lasciandoci nel contempo tutta la libertà di proiettarci nella scena ed immaginarla, come fosse reale.
Tutto questo si chiama graphic journalism.
È con questo spirito, onesto e genuino, che Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso si sono imbarcati quindi sull’Aquarius, nave soccorso di SOS Méditerranée, ONG impegnata nel salvataggio di tanti, tantissimi migranti che cercano di attraversare il mediterraneo, in un tratto di mare peraltro molto pericoloso, in cerca di una nuova vita.
Marco (del quale avrete letto numerosi editoriali sulle vostre testate Marvel preferite, visto il suo ruolo di editor) e Lelio sono già un duo rodato da diverse esperienze assieme e il risultato che scaturisce da questa nuova collaborazione è davvero importante.
Questo graphic novel edito da Feltrinelli Comics vuole essere un faro puntato su una situazione che tutti conosciamo purtroppo solo superficialmente, affinché i luoghi comuni siano sfatati, affinché non si possa più dire “non sapevo” o “credevo la situazione fosse diversa”.
La storia di questo libro parte dal 10 novembre dell’anno scorso, con il punto d’origine dell’inchiesta che i nostri due protagonisti hanno deciso di realizzare e ci fa vivere le successive settimane assieme a loro.
Mediante una formula narrativa decisamente ben riuscita e funzionale ci immedesimeremo in Marco e Lelio e saremo catapultati prima al porto di Catania, pronti per salpare verso la zona SAR (Search and Rescue), oltre le acque maltesi in direzione della Libia, e poi proprio tra le onde del Mediterraneo, a bordo di un RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat, ovvero i gommoni di salvataggio), vicini alle carrette del mare e il loro carico di vite umane, di disperazione, di voglia di libertà.
E come noi, nemmeno Marco e Lelio sono due lupi di mare; dovranno apprendere tutto dalle basi, dalla vita di bordo, alle esercitazioni necessarie per affrontare i soccorsi, fino agli impedimenti burocratici che finchè sei sulla terraferma, lontano dal problema, possono sembrarti poca roba, ma quando ti ritrovi vicino ad una barca bisognosa di soccorso alla quale non puoi offrire nessun aiuto perché la marina libica te lo impedisce, beh, diventano decisamente più incomprensibili (o inaccettabili?).
Conosceremo tutto l’equipaggio della Aquarius (dal SAR Team, la prima linea dei soccorsi, ai medici di bordo, alla mediatrice culturale, ai cuochi e marinai e gli altri giornalisti imbarcati) e qualche dettaglio delle loro “vite precedenti”, vedremo cosa accade tra un salvataggio e l’altro, affronteremo il mal di mare assieme a Marco, conosceremo finalmente con chiarezza l’aspetto socio politico del Nord Africa e le conseguenze (non solo politiche) della caduta di Gheddafi e della rivoluzione in Egitto, ma soprattutto vedremo gli occhi dei migranti soccorsi, sentiremo i loro GRAZIE, ascolteremo le loro testimonianze.
Impossibile non emozionarsi: esistono dei drammi nel continente africano inimmaginabili per noi che viviamo da questa parte del mare.
Di fronte ai volti e ai racconti di genitori disperati che chiedono di salvare prima i propri figli o a storie di prigionia e abusi terribili come quelli di Lola Stefanos (la “ragazza incinta” di Asmara, che purtroppo ha perso la vita prima di raggiungere la tanto desiderata libertà), ci sentiamo piccoli e smarriti, e quasi ci vergogniamo dei nostri flame sui social per l’uscita di un nuovo film Marvel o di Star Wars.
E con questo non dico che sia sbagliato vivere le vite che conduciamo. Solo che ad un certo punto della nostra vita non possiamo volgere lo sguardo dall’altra parte. Dobbiamo essere consapevoli, informati di quello che accade poco più in la delle nostre coste.
Ecco un altro grande pregio di questo libro: nonostante ci proponga una realtà cruda, onesta e assolutamente oggettiva, Marco e Lelio non si ergono mai al ruolo di “moralizzatori” o “insegnanti”.
Ci lasciano liberi di elaborare quanto leggiamo, con i dati alla mano.
Tanto quanto noi gli stessi autori si sono trovati di fronte qualcosa che forse nemmeno immaginavano, uscendone arricchiti ma anche più “emotivamente scoperti”.
È come se ognuno di noi, condividendo il punto di vista dei due autori, fossimo diventati reporter della storia di Salvezza, aumentando ancora di più l’empatia che proviamo nei confronti dei tanti uomini e donne di cui leggiamo tra le pagine.
Ancora come Marco e Lelio siamo giornalisti, alla ricerca della verità e desiderosi di aiutare, ma in effetti la volontà di aiutare è un grande punto di partenza ma non è sufficiente, serve la preparazione, la conoscenza, cose che non sono sempre scontate.
Il fumetto è costruito in maniera davvero esemplare: il ritmo della narrazione ci porterà a voler sempre girare pagina per scoprire nuovi particolari, il linguaggio semplice e diretto arriva immediatamente all’obiettivo, i disegni di Lelio sono squisitamente delicati dove serve e maggiormente efficaci durante i flashback più duri.
Due i colori presenti: sul grigio del mare, dell’acciaio della nave Aquarius e dei volti sfiniti dalla stanchezza, si staglierà l’arancione dei salvagente, delle strutture di salvataggio e della chiglia di una nave che significa speranza, possibilità di una vita diversa, migliore.
Trovo sempre meraviglioso quanto il giornalismo a fumetti possa essere sorprendente: pensare che una delle nostre forme d’arte preferite possa assolvere anche ad un compito così alto mi riempie sempre di gioia.
Non lasciatevi sfuggire questo bellissimo libro: può essere per voi il primo approccio verso il graphic journalism ed in ogni caso vi permetterà di aprire gli occhi su una situazione reale che riguarda tutti noi.
Mi piace pensare che abbiamo tutti il dovere civico e morale di sapere la verità e di ricercarla con tutte le nostre forze; Salvezza è proprio tutto questo.
- Un fumetto ci racconta una verità spesso taciuta e travisata come quella dei migranti del Mediterraneo: semplicemente meraviglioso.
- I disegni di Lelio Bonaccorso sono splendidi ed efficacissimi
- Marco Rizzo, senza tradire il suo ruolo di reporter, riesce a trasmettere tutto il sentimento e l'umanità che si prova sull'Aquarius
- L'accurattezza della ricerca giornalistica e delle informazioni riportate è davvero impressionante
- Il volume meriterebbe una versione cartonata di grande formato