Nella giornata di ieri si è aperto il 71° Festival di Cannes, una edizione molto chiacchierata a causa delle nuove regole imposte dal direttore artistico Thierry Frémaux. Ad aprire i lavori ci pensa, come ogni anno, la conferenza stampa con la giuria del concorso, quest’anno con presidentessa l’eterea Cate Blanchett.
Quella di quest’anno sembra una Cannes molto discussa non tanto per i suoi film in concorso quanto per le nuove regole, cambiamenti e divieti che da quest’anno sono entrati in vigore all’interno della kermesse. Ma nella giornata di ieri sono ufficialmente iniziati i lavori, aperti prima dalla conferenza stampa e successivamente dalla Cerimonia d’Apertura seguita dal film Everybody Knows.
Ed è quindi tempo di non chiacchierare più, ma di restare in silenzio, di guardare e giudicare Cannes principalmente per i suoi film. Proprio su questa linea si muove il discorso dell’eternamente bella Cate Blanchett, premio Oscar e presidentessa di Giuria di questa 71° edizione del Festival di Cannes.
La Blanchett ha infatti elegantemente sorpassato tutte le polemiche non inerenti al Concorso, preferendo parlare di discorsi ben più importanti, come per esempio l’impossibilità a partecipare al Festival di due registi in concorso come l’iraniano Jafar Panahi e il russo Kirill Serebrennikov, entrambi agli arresti domiciliari per motivi politici. Cate Blanchett apre dicendo:
Questo festival non ha scopi politici. Ciò che è successo a Panahi e Serebrennikov è terribile e il fatto che le loro opere siano in concorso ha un significato profondo perché un enorme numero di spettatoti potrà vederlo e questo avrà un’importante risonanza nei loro Paesi.
Non dimentichiamo però che Festival come Cannes hanno anche una sfumatura più leggera, glamour, che li rendono anche degli enormi show per tutto il pubblico, ed è giusto che sia così. Se così non fosse i Festival sarebbero troppo serie ed estremamente noiosi.
Glamour si, spettacolo anche, ma Cannes quest’anno, tra polemiche e selfie vietati, ha mostrato una profondo interesse nei confronti di tematiche che quest’anno hanno avuto una risonanza decisiva per tutto il mondo dello spettacolo, come il Movimento #MeToo.
Il Festival ha, infatti, creato una linea di soccorso e sostegno speciale proprio per questi giorni, spronando a denunciare qualsiasi tipo di molestia o abuso che si dovesse capitare di subire.
Senza ombra di dubbio quello di quest’anno è un festival che parla al femminile, che combatte l’abuso ma, soprattutto, che sprona e punta l’attenzione verso il talento femminile.
È fondamentale che a questo tipo di tematiche all’interno di questi modi venga data la giusta importanza. Venga data la giusta risonanza. L’industria del cinema non è troppo diversa dalle altre industrie. Abusi, violenze e molestie avvengono ovunque. Voglio però specificare che le meravigliose artiste scelte per rappresentare il concorso di quest’anno sono state principalmente scelte per il loro talento e bravura, e non certo per la loro identità sessuale.
Tematiche chiave di questo Cannes71 sembrano quindi essere parità, rispetto e diversità. Tematiche che, come già detto, si rispecchiano moltissimo già all’interno della stessa giuria, dove c’è una forte prevalenza femminile.
A questo proposito Cate Blanchett non si lascia sfuggire, però, l’occasione per una piccola bacchettata ironica:
Ovviamente è per questo che quest’anno hanno scelto un Presidente donna, anche se all’interno della giuria non c’è nessun membro transgender. In questo hanno fallito.
A ritornare sul #MeToo è una voce maschile appartenente alla giuria, ovvero quella di Denis Villeneuve che afferma:
Fino a questo momento abbiamo visto solo la punta dell’iceberg rappresentato da #MeToo. È un movimento in continua crescita e presto si espanderà; purtroppo il vero problema è che l’uomo, finora, ha continuato a commettere gli stessi errori. Il cinema dovrebbe avere la funzione di far aprire gli occhi facendo esplorare allo spettatore questi errori.
Dalle tematiche ai premi, e dopo le polemiche anche legate all’esclusione di Netflix dal concorso, a ridosso di quanto avvenuto lo scorso anno e dalle dichiarazioni rilasciate dalla giuria del 70esimo Festival del Cinema di Cannes, quest’anno ci si chiede quali saranno i criteri con i quali questa giuria sceglierà la Palma D’Oro del 2018.
A prendere per prima la parola è nuovamente la presidentessa che tiene a precisare, prima di tutto, che la Palma D’Oro è uno dei tanti premi assegnati a Cannes.
Il miglior film deve essere quel film che contiene, già in sé, tutte le qualità per vincere in ogni singola categoria. Nella mente del pubblico deve andare ben oltre la durata dello stesso Festival.
A seguire c’è l’opinione di Kristen Stewart che aggiunge:
Per me una Palma d’Oro deve farti emozione, toccare nel profondo. All’interno di un Festival i film sono importanti, ma ciò che conta davvero è che durino negli anni.
A prendere la parola in seguito tocca anche alle quote maschili della Giuria, e il primo è il regista Robert Guediguian, che dice:
Il vincitore deve sapersi bilanciare tra sentimento ed intelligenza. In questi casi mi piace citare Mao Tze-tung quando disse che “l’arte deve camminare un passo avanti alle persone, ma solo un passo avanti.
A fare eco alle parole di Guediguian ci pensa Ava Duvernay, dicendo:
E poi un vincitore deve anche possedere una voce unica, la quale sappia trasmettere dei sentimenti universali. I film che io ho più amato sono proprio quelli che più mi hanno emozionato.
Il discorso, e così anche la conferenza, viene chiusa da una decisiva Cate Blanchett:
Mettere d’accordo tutti è impossibile. Non troverai mai un film vincitore amato sia dal pubblico o dalla critica; anzi, il bello è anche premiare un film non particolarmente amato dalla critica, ma il bello di Cannes è che puoi valutare queste opinioni, confrontarle, e poi prendere una tua decisione.