Il nuovo Kirby Star Allies sta per arrivare finalmente su Nintendo Switch, scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.
La notizia è che Kirby è già qui. Ad appena un anno dal lancio di Switch. Cose da matti per chi, come il ciccione rosa, storicamente se la prende comoda prima di salire a bordo delle ammiraglie Nintendo. Il goffo personaggio disegnato da Masahiro Sakurai ha la curiosa abitudine – quantomeno nella serie principale sviluppata per gli hardware da salotto – di vivacchiare nelle retrovie per anni e sbucare a giochi già fatti, quando cioè il ciclo vitale della console è ormai esaurito, il pubblico ha decretato vincitori e vinti e i riflettori sono puntati sulle tecnologie della prossima generazione.
Nel 1993 il pelandrone montò in groppa a un purosangue ormai spompato – in Nord America il NES era uscito da otto anni, in Giappone il Famicom addirittura da dieci – spronandolo per un’ultima galoppata in Kirby’s Adventure, un titolo capace di spingere la macchina su cui girava oltre i propri limiti tecnici.
Nel 1997 mentre Roma bruciava assediata dai barbari, ovvero mentre per la prima volta nella sua storia la Grande N veniva messa al tappeto, perdipiù da una matricola, cioè da PlayStation, nello stesso momento in cui il mondo intero non aveva occhi che per i giochi in tre dimensioni, dalle parti di Kyoto, cocciutamente, si decise di sparare le cartucce rimaste per l’ormai obsoleto Super Nintendo con un gioco di piattaforme in 2D: Kirby’s Dream Land 3, ultima firma di Nintendo per SNES in Nord America. Nel marzo 2000, quando chiunque avrebbe venduto come schiava la propria madre pur di mettere le mani su Playstation 2 e nel giro di qualche mese sarebbe stato annunciato Gamecube, Kirby 64 fece da stampella a un Nintendo 64 sempre più sconfitto nella console war.
Poi, giù il sipario. Saltata in blocco l’era Gamecube, per un altro platform formato domestico con protagonista il mangiatutto rosa sarebbe dovuto passare almeno un decennio, fino all’ultimo colpo di coda della grande stagione di Wii. L’attesa è stata ripagata con gli interessi: l’eleganza, la creatività, il talento della direzione artistica dietro la Stoffa dell’Eroe – non è da tutti realizzare un mondo lavorato a maglia con ferri e gomitoli – ha rubato il cuore a più di un giocatore, influenzando le produzioni successive (Yoshi’s Woolly World). Stesso andazzo nel 2011 con il divertente ma più tradizionale Kirby’s Return to Dreamland, per Wii: anche qui le meccaniche di gioco non si discutono, peccato solo il titolo sia uscito su un hardware al tramonto e con WiiU presentato all’E3 dello stesso anno. Forse giusto nel 2015 con le sperimentazioni di Kirby e il pennello arcobaleno per WiiU – altro episodio non appartenente però alla serie principale – il pingue eroe è riuscito a entrare in classe poco dopo l’appello: delle sue prodezze però se ne sono accorti in pochi, come del resto di WiiU.
Stavolta non ci sono scuse, Kirby non può passare inosservato: resta pur sempre un’icona della Grande N, popolarissima in Giappone (dove, inspiegabilmente, capita più spesso di imbattersi in cianfrusaglie dedicate alla sfera rosa che a sua maestà Mario), un po’ meno in Occidente. Star Allies è pubblicato per una macchina, Switch, che nel suo primo anno di vita, ribaltando ogni più roseo pronostico, ha spaccato le montagne diventando addirittura di moda. Esce in un periodo, il primo semestre 2018, in cui, con tutto il bene che si può volere alle remastered, ai porting, ai DLC e alle edizioni deluxe, di produzioni inedite griffate Nintendo non esce un accidenti, eccezion fatta per Labo – il quale però, fa storia a sé – e per Mario Tennis Aces, che tuttavia arriverà sugli scaffali a ombrelloni già aperti da un pezzo in riviera. C’è da augurarsi che i prossimi Direct irrobustiscano il calendario delle uscite first party. Ma temiamo di sapere come andrà a finire.
Scoprite nella nostra recensione se la sfera rosa è riuscita a farsi amare. Kirby Star Allies sarà disponibile il 16 marzo, in esclusiva per Nintendo Switch.
Come da tradizione dei capitoli principali di Kirby sviluppati da HAL Laboratory ci troviamo innanzi a un gioco di piattaforme a scorrimento orizzontale, con visuale in 2,5D ereditata dall’ultimo capitolo per Wii, bello da vedere e, pur senza troppe pretese di originalità, dalle meccaniche inossidabili, che cala i suoi assi puntando sull’idillio, sull’estetica zuccherosa fino al diabete, sui colori sparati ai limiti dell’attacco epilettico. E, soprattutto, sull’immediatezza di una formula di gioco rodata come poche, in grado di intrattenere qualsiasi fascia di utenza, a cominciare da quella dei bambini, complice un level design lineare e un livello di difficoltà alla portata di chiunque. Non a caso, la parola d’ordine della serie è: accessibilità. Leggenda vuole che ai tempi dello sviluppo del capostipite Kirby’s Dream Land (uscito per Game Boy nel 1992), la fisionomia di Kirby – una palla con occhi, bocca e piedi – fosse poco più di una bozza; Sakurai tuttavia si innamorò di come la semplicità della mascotte riuscisse a riflettere quella del gameplay al punto da volerne conservare il design a tutti i costi.
Può darsi quindi che Nintendo, dopo aver passato gli ultimi dodici mesi a riversare su Switch titoli capaci di riempire lo stomaco persino ai giocatori hardcore (come Zelda, Arms e Xenoblade), nel secondo anno di vita della macchina abbia deciso di recuperare anche parte di quelle masse casual che erano accorse a diffondere il verbo di Wii con la medesima facilità con cui avevano ignorato WiiU. Potrebbe allora spiegarsi così l’uno-due Star Allies – Nintendo Labo nel giro di un mese: si tratta di due prodotti estremamente diversi eppure, entrambi, giocattolosi, fanciulleschi, rilassati, scacciapensieri, che strizzano palesemente l’occhio alle famiglie, mirando ad allargare il già ragguardevole bacino d’utenza raggiunto finora da Switch.
La vena un po’ fracassona emerge, non a caso, dalla stessa struttura di questo platform, che offre il meglio di sé in compagnia di giocatori fisicamente presenti nella stessa stanza, come ai vecchi tempi. Al solito Kirby se ne va in giro per Dream Land inghiottendo qualsiasi poveraccio gli passi a tiro, acquisendone poteri e abilità, fondamentali per la progressione nella campagna e scoprire i segreti dei livelli.
Questo episodio aggiunge altra carne al fuoco: la stramba palla può anche scagliare un cuore per adescare nemici trasformandoli in alleati. Con lo stesso meccanismo, stile porte girevoli, si può sostituire un commilitone con un altro più adatto alla situazione. Si formano così pattuglie, composte al massimo da quattro compagni, pronte a mettere a soqquadro le sezioni di gioco e a risolvere gli enigmi ambientali. Durante le ronde ciascuno può menare per i fatti suoi, ma spesso e volentieri è la stessa conformazione delle aree di gioco a chiedere di unire le forze: ad esempio, a un certo punto abbiamo sfruttato il peso di quattro personaggi aggrappati a una serie di maniglie incastrate al soffitto per farlo crollare. Oppure abbiamo piazzato tre membri della sconclusionata combriccola dentro ad altrettanti cannoni e direzionato un quarto ad accendere la miccia.
Senza contare le mosse speciali, chicca di Star Allies: il team può, per dirne una, formare una ruota o, meglio, un Circolo Amici – quanta melassa, Gesù – per poi scendere a valanga travolgendo passanti e sbriciolando eventuali ostacoli.
Il party può essere composto da buffi esseri con abilità – anche elementali, come ghiaccio o elettricità – diverse tra loro, che vanno combinate per potenziare gli attacchi: l’abilità Pulitore, per capirci, trasforma Kirby in una casalinga di Voghera con tanto di bandana e scopone con cui ramazzare nemici e fogliame. Muovendo l’analogico sinistro insù la medesima abilità permette al Nostro di risucchiare i compagni con un aspirapolvere ciclonico per poi di sputarli fuori, facendoli carambolare contro qualche malcapitato. Altro esempio: con l’abilità Parasole la sfera rosa prende a ombrellate il prossimo oppure, sempre tramite analogico sinistro, può proteggere gli alleati da diluvi e cascate mettendoli al riparo sotto l’ombrellone. Ancora: un compagno dotato dell’elemento fuoco può gentilmente bruciare la spada di Kirby permettendogli di arrostire avversari oppure incendiare cespugli di erbacce per scovare oggetti nascosti.
Inutile dire che combinare nel momento e nel punto giusto abilità e tecniche, oltre ad essere indispensabile per andare avanti, sconfiggere boss e trovare oggetti e zone nascoste, genera pure una certa assuefazione, al punto che vien voglia di tentare, anche a casaccio, le alchimie solo per vedere quali assurdità accadono.
Come si può immaginare, siamo all’esaltazione del multiplayer cooperativo offline: in linea di massima il divertimento raggiunge l’apice giocando con tre amici. Oddio, l’avventura di Kirby può essere tranquillamente completata anche da soli con i partner controllati dal computer e bisogna riconoscere che l’intelligenza artificiale programmata dagli sviluppatori se la cava piuttosto bene: durante le nostre sessioni di prova mai siamo rimasti incagliati in qualche livello per colpa di un’incapacità della macchina a leggere le situazioni di gioco, anche perché i membri del team sono particolarmente reattivi in fase offensiva, diventando praticamente imprescindibili contro i boss.
I problemi del titolo, insomma, stanno altrove.
Che si giochi tra amici oppure da soli, la struttura cooperativa di Star Allies alle volte sembra un fiume in piena impossibile da arginare: nelle fasi più concitate, quattro personaggi che autonomamente si dimenano e fanno cose producono un casino tale da superare la soglia di tolleranza, col risultato che ci si ritrova a premere pulsanti alla carlona. E il bello è che nonostante tutto, complice la facilità del titolo, il button mashing alle volte funziona pure e si riesce ad andare avanti comunque. Forse sarebbe meglio non scriverlo, ma ci siamo persino ritrovati a utilizzare Kirby per ingoiare uno o due compagni – sì, è possibile – unicamente per toglierceli dai piedi e diminuire un po’ la confusione.
D’altra parte è proprio quando c’è troppa gente in giro e gli elementi a schermo abbondano che il titolo presta il fianco a qualche critica. In questi casi il motore di Star Allies pare incepparsi, i rallentamenti sono evidenti. Niente di particolarmente fastidioso o che renda frustrante proseguire l’avventura: il comparto tecnico del titolo, nonostante qualche incertezza e un frame non elevato, resta comunque solido e fa il suo dovere senza troppe sbavature.
https://www.youtube.com/watch?v=odLyNTlLbZ4
https://www.youtube.com/watch?v=9hBE956zYLQ
L’altro aspetto che non ci ha convinto di Star Allies è la sua ripetitività di fondo: il prodotto, dicevamo, è congegnato in modo garantire a chiunque qualche ora di sano divertimento senza fronzoli. Epperò, bisogna ammetterlo, questo episodio non aggiunge nulla di significativo rispetto ai precedenti capitoli della serie principale, col risultato che già alla fine del primo mondo serpeggia un’inquietante sensazione di già visto. Sia dal punto di vista del gameplay che della direzione artistica, manca, insomma, il guizzo, la trovata, le idee. Nonostante gli sforzi compiuti dagli sviluppatori per rinfrescare le dinamiche della serie, non tutti potrebbero avere la curiosità di arrivare in fondo e vedere i titoli di coda.
A proposito: la longevità non è certo il piatto forte servito in tavola da Star Allies. Parliamo di una quarantina di livelli: il che significa, tenendo presente la semplicità del prodotto, risolvere la questione nel giro di una decina di ore.
HAL Laboratory ha allora pensato bene di infarcire Star Allies con alcuni mini giochi, selezionabili nella schermata iniziale in alternativa alla modalità storia. Si tratta di esperienze a metà strada tra Wii Sports e Mario Party, che sfruttano, in particolare, i sensori di movimento dei joycon: nel baseball ad esempio dobbiamo colpire la pallina nel momento giusto per lanciarla più lontano degli avversari, ad anni luce di distanza, nella stratosfera. In un altro gioco dobbiamo invece tagliare più legna degli sfidanti mentre il tempo, tiranno, scorre. Si tratta di un’offerta ludica che pare fatta apposta per essere arricchita da futuri DLC: siamo pronti a scommettere che gli sviluppatori hanno in cantiere sfide da aggiungere, perché questi passatempi – che qualcuno potrebbe bollare come una trovata buona solo per allungare il brodo – sono adattissimi per soddisfare il target di clientela che Star Allies vuole raggiungere.
Tirando le somme dobbiamo partire da una considerazione: non è certo con un gioco di Kirby che Nintendo mira a lasciare un segno indelebile nella storia dei videogiochi. Per imprese del genere serve ben altro e la Grande N lo sa perfettamente. A Kyoto si sta – palesemente – rifiatando dopo dodici mesi passati a pubblicare capolavori per Switch. Ecco quindi che, in attesa di produzioni più massicce come Metroid Prime 4 o Super Smash Bros., Star Allies è il titolo giusto al momento giusto. Anche perché sarebbe un suicidio commerciale dimenticarsi delle oceaniche folle casual – bambini, prozie, amichetti che non sanno tenere un pad in mano – che all’epoca avevano riempito la chiesa di Wii. I soldi fanno schifo solo agli ipocriti.
Il prodotto va insomma valutato per quello che è: un platform di qualità, in grado di catturare l’attenzione dei più piccoli e di tutti quei giocatori che non amano complicarsi la vita, capace di intrattenere con la sua impronta casinista e tenerona. Qualcuno potrebbe non digerire l’eccessiva semplicità del gioco che, a ben vedere, può essere portato a termine anche senza padroneggiare a menadito le combo e le tecniche architettate dagli sviluppatori. Critica fuori bersaglio: volete una vera sfida? La serie di Kirby da sempre allora non fa al caso vostro, se sentite l’esigenza di mettervi davvero alla prova e bestemmiare un po’, risparmiatevi questi 59 euro perché dietro l’angolo per Switch c’è giusto Donkey Kong Country: Tropical Freeze oppure, toh, un certo Dark Souls.
Al contrario: siete dei lattanti, avete famiglia, amici o dolci metà con cui giocare, oppure – semplicemente – avete solo voglia di leggerezza dopo aver esplorato ogni anfratto di Breath of the Wild? Star Allies saprà strapparvi più di un sorriso. Per qualche pomeriggio.
- Coloratissimo e appagante da vedere
- In quattro amici ci si diverte
- Abilità e tecniche sorprendenti
- É comunque un platform Nintendo. E si vede.
- Attimi di confusione a schermo ai limiti del lisergico
- Poco innovativo per la serie
- Longevità migliorabile